"Vogliamo una data precisa. Va bene che sia l'inizio oppure la metà di ottobre. Ma ci aspettiamo che venga stabilita una data." Queste sono state le parole del ministro degli Esteri turco, Mevlüt Cavusoglu (sotto, nella foto), in un'intervista al quotidiano tedesco "Frankfurter Allgemeinen Zeitung", in merito alla abolizione del visto per i cittadini turchi, che entrano in un paese dell'Unione Europea.

Se questo non accadesse, l'esponente del governo Erdogan è stato estremamente esplicito in merito alle possibili conseguenze: "Altrimenti ci vedremo costretti a revocare gli accordi sui migranti."

Altrettanto decisa è stata la reazione della Commissione Europea, che, tramite un suo portavoce, ha fatto sapere che l'abolizione del visto ci sarà solamente quando saranno state soddisfatte tutte le condizioni richieste, che la stessa Turchia si è impegnata a rispettare.

Una trattativa per l'abolizione del visto per i cittadini turchi che intendono soggiornare per un massimo di 90 giorni in un paese dell'Unione va avanti già dal 2013. Nell'ambito dell'accordo sui rifugiati, è contenuta una clausola che ne prevede l'abolizione per l'estate di quest'anno.

Questo, però, solo a condizione che il governo turco rispetti 72 requisiti, fra cui la riforma della leggi anti-terrorismo, cosa che sembrerebbe molto improbabile stando a quanto affermato nel giugno scorso dal primo ministro Binali Yildirim: "La Turchia non cambierà mai le sue leggi anti-terrorismo."


L'accordo stipulato la scorsa primavera consente all'Europa di rispedire in Turchia richiedenti asilo e altri migranti entrati illegalmente in Grecia dal 20 marzo. Per ogni siriano rimandato indietro, un altro siriano può entrare legalmente in Europa dalla Turchia.

Nell'intervista rilasciata al quotidiano tedesco, il ministro Cavusoglu ha voluto sottolineare che l'accordo funziona solo grazie alle misure assunte dal suo governo per la lotta contro il traffico di esseri umani. "Tutto questo, però, è soggetto all'abolizione del visto, che è uno dei punti dell'accordo.", ha precisato Cavusoglu aggiungendo anche che la sua non voleva essere una minaccia.