A distanza di un anno gli esperti dell’Osservatorio SuperMoney tornano ad analizzare il mercato creditizio e le reali opportunità di acquisto prima casa riservate ai giovani lavoratori con un contratto a tutele crescenti

Milano, 16 maggio 2016 – Il Jobs Act ha davvero favorito l’accesso al mercato creditizio dei lavoratori under 35 con un contratto di lavoro a tempo indeterminato a tutele crescenti? È questa la domanda che si sono posti gli esperti dell’Osservatorio SuperMoney a distanza di un anno dall’entrata in vigore della riforma del lavoro, cercando di stabilire se la recente ripresa del mercato creditizio è anche il risultato dall’aumento delle richieste mutui prima casa avanzate dai giovani risparmiatori.
Per fornire dei dati concreti e una panoramica rappresentativa delle reali opportunità offerte dal mercato creditizio italiano, gli esperti di SuperMoney hanno interpellato nuovamente gli istituti di credito coinvolti nella simulazione dello scorso anno: Banca Sella, CheBanca!, Intesa Sanpaolo, Ubi Banca e UniCredit. Unica eccezione Deutsche Bank, che quest’anno ha deciso di non partecipare allo studio.
Alle banche coinvolte è stato chiesto non solo di valutare le reali opportunità di accesso ad un mutuo previste per un lavoratore under 35, ma anche di fornire una stima della liquidità concessa rispetto al valore dell’immobile (LTV) e di tutte le principali voci di spesa previste per il finanziamento richiesto (spese istruttorie, ammontare della rata, taeg). Proprio per evidenziare eventuali variazioni rispetto ai risultati dello scorso anno, la simulazione è stata eseguita usando gli stessi dati sia per il profilo del richiedente sia per il valore dell’immobile.
Per il richiedente è stato considerato un giovane lavoratore di età compresa tra i 25 e i 30 anni, con un contratto di lavoro a tempo indeterminato a tutele crescenti con una RAL 25.000 euro. Per l’immobile è stato considerato un prezzo in linea con le medie del mercato immobiliare nazionale, ovvero 200.000 euro. Questo il risultato della simulazione per i mutui a tasso fisso:

Banca Sella: ammontare rata di 110.000 €, LTV 55%, rata di 527,38 €;

CheBanca! (con garante): ammontare rata di 160.000 €, LTV 80%, rata di 665,11 €;

CheBanca! (senza garante): ammontare rata di 120.000 €, LTV 60%, rata di 476,64 €;

Intesa Sanpaolo: ammontare rata di di 100.000 €, LTV 50%, rata di 387,37 €;

Ubi Banca: ammontare rata di 100.000 €, LTV 50%, rata di 524,60 €;

Unicredit: ammontare rata di 100.000 €, LTV 50%, rata di 530 €.

 

Questo il risultato della simulazione per i mutui a tasso variabile:

Banca Sella: ammontare rata di 110.000 €, LTV 55%, rata di 432,22 €;

CheBanca! (con garante): ammontare rata di 160.000 €, LTV 80%, rata di 570,81 €;

Intesa Sanpaolo: ammontare rata di 100.000 €, LTV 50%, rata di 324,77 €;

Ubi Banca: ammontare rata di 100.000 €, LTV 50%, rata di 477,17 €;

Unicredit: ammontare rata di100.000 €, LTV 50%, rata di 473 €.

 

Nonostante la grande apertura e la dichiarata assenza di politiche restrittive e discriminanti previste per la valutazione delle richieste mutuo prima casa da parte dei lavoratori under 35 con un contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti, i dati emersi dalla simulazione svelano uno scenario diverso. A conti fatti, le banche interpellate concedono solo il 50% del valore dell’immobile desiderato, pretendendo che sia il giovane lavoratore a versare la quota mancante.
Una richiesta quasi “improponibile” se si pensa che nella maggior parte dei casi i lavoratori under 35 in possesso di un contratto a tutele crescenti possono aver maturato solo una discreta esperienza lavorativa, percependo magari uno stipendio appena sufficiente per pagarsi un affitto se si vive fuori casa. Ecco allora che spunta ancora una volta la figura del garante, la variabile che rende gli istituti di credito più generosi e quindi disponibili a concedere una maggiore liquidità.
La presenza di un garante, ovvero una persona che si impegni a versare l’ammontare della rata nel caso in cui l’intestatario del mutuo sia impossibilitato, rappresenta ad esempio per CheBanca! la condizione necessaria per erogare fino a 160.000 euro, rispetto ai 120.000 euro concessi senza garante, e portare il LTV dal 60% all’80%, ritenendo quindi la situazione redditizia del soggetto richiedente poco affidabile.
“Nonostante il forte calo dei tassi di interesse e la progressiva contrazione dei prezzi degli immobili, rendano il momento particolarmente propizio all’investimento, è evidente come alcuni fattori ostacolino di fatto l’accesso dei giovani lavoratori al mercato creditizio italiano” - commenta Antonio Borgonovo, amministratore delegato di SuperMoney. “Il Jobs Act ha dato una forte scossa al mercato del lavoro, ma non ha eliminato tutte le barriere che allontanano ancora i giovani dal sogno di poter acquistare casa. Garantire alle nuove generazioni di lavoratori maggiori tutele e opportunità di accesso al mercato del credito e ai suoi strumenti di finanziamento dovrebbe rappresentare una vera priorità per tutte le banche”.

Il quadro delineato da SuperMoney conferma quindi che c’è ancora molta strada da fare per rendere il mercato creditizio davvero accessibile ai giovani, con prodotti e servizi pensati su misura per le loro reali esigenze e possibilità. Anche questa volta lasciamo la parola ai diretti interessati, chiedendo di raccontarci la loro esperienza e se si sentono pronti ad affrontare l’acquisto di una casa sebbene in possesso di un contratto di lavoro “atipico”. Raccontateci la vostra storia o condividete con noi la vostra opinione sul tema scrivendoci all’indirizzo e-mail [email protected], o sulle nostre pagine Facebook e Twitter, per contribuire alla costruzione di un’informazione sempre più chiara.

 

 

 

 

 

 


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