Ci saranno conseguenze se gli Stati Uniti vieteranno di vendere armi alla Turchia. Lo ha detto questa domenica il ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu. E, visto che ad Ankara tutto accade solo se Erdogan lo permette, le sue parole non possono certo essergli sfuggite per caso.

Qual è l'origine di tale minaccia? I deputati della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti, che è a maggioranza repubblicana, stanno discutendo il bilancio annuale destinato alla difesa, lo U.S. National Defense Authorization Act.

Nell'attuale legge da 717 miliardi di dollari destinati alla difesa degli Stati Uniti, i parlamentari hanno incluso una misura per sospendere temporaneamente la vendita di armi alla Turchia, in attesa che il Dipartimento della Difesa aggiorni il Congresso sui rapporti tra i due Paesi.

Evidentemente agli Stati Uniti non è piaciuto, come ad altri Paesi Nato, che la Turchia abbia firmato un accordo con la Russia per l'acquisto di batterie missilistiche antiaeree S-400, per potenziare le sue capacità di difesa al confine di Siria e Iraq.

La decisione del Congresso, nel caso venisse confermata, bloccherebbe l'acquisto da parte della Turchia di più di 100 F-35, i Joint Strike Fighter prodotti dalla Lockheed Martin, oltre a quello di missili Patriot.

In un'intervista rilasciata alla CNN turca, il ministro Cavusoglu ha dichiarato che le misure contenute nel disegno di legge erano sbagliate, illogiche e inopportune per un Paese alleato che fa parte della NATO.

Cavusoglu ha poi aggiunto che gli accordi della Turchia con la Russia non mettevano in discussione i legami di Ankara con l'Occidente, accusando anche gli Stati Uniti, con questa mossa, di voler interferire e controllare le decisioni della Turchia.

A rendere tese le relazioni tra Ankara e Washington, negli ultimi tempi, hanno contribuito gli avvenimenti nel nord della Siria, con i turchi che vogliono controllare il territorio dei curdi supportati dagli Usa nel liberare dall'Isis alcune importanti città siriane, e una serie di casi legali relativi a cittadini turchi e statunitensi detenuti nei due paesi. Ma non bisogna neppure dimenticare la dura presa di posizione di Erdogan contro lo spostamento dell'ambasciata Usa da Tel Aviv a Gerusalemme.

Cavusoglu ha detto che sarà negli Stati Uniti la prossima settimana per incontrare il segretario di Stato Mike Pompeo, aggiungendo però che una data precisa non era stata ancora concordata.