Bello e utile. Forse più utile che bello, ma un termine più azzeccato dovrebbe essere: logico. Si, pensate come sarebbe logico.
Se l'informazione cambiasse i suoi paradigmi.

Avete presente la gerarchia delle notizie? La cronaca nera la fa da padrone in cima ad ogni altro testo e notizia. Impatta violentemente sui nostri sensi, aggrovigliando nodi in gola e angosciando le nostre giornate.
E così, per difenderci, siamo diventati tutti un po' più freddi, distaccati, quasi cinici.

I giornali aprono con tagli pedissequamente negativi: che sia l'economia vacillante, la politica attaccabrighe e incapace, o l'ennesimo dramma di questa umanità martoriata. E fanno lo stesso gli altri media, tv, internet, social, noi stessi di prima mattina o tarda serata a piagnucolare su questa o quella sventura.

Ma perché - direte voi - queste notizie non bisogna darle?
Certo che bisogna darle! Ma io vi parlo di una gerarchia, di priorità, di predisposizione mentale a entrare nelle notizie. In tutte le notizie indistintamente: capendole e non subendole, elaborandole e non contenendole tra i nostri disagi, controllandole e non nutrendosene!

Allora immaginate un'apertura diversa. Pensate a quali sensazioni vi susciterebbero quelle pagine di giornali e copertine di riviste esposte nelle edicole cittadine o sul sito preferito, presso cui proiettate un fugace sguardo tra l'informazione culturale, la salute, la scienza, e qualche buona notizia di politica e cronaca. Infine, tutto il resto. Ma a questo punto starete già consumando il vostro giornale preferito.

Predisporsi al resto dell'umana imperfezione ed efferatezza quotidiane è importante. La nostra mente è governata da una logica precisa, si sveglia ogni giorno come un bambino e ha bisogno di cure e nutrimenti positivi. E così come un bambino, dobbiamo immaginarne il momento di lallazione, le prime autonomie, l'adolescenza, la gioventù, la maturità, la saggezza. Il cervello percorre queste fasi per decine di volte durante il giorno, in ogni circostanza in cui è chiamato a ragionare, capire, razionalizzare, emozionarsi.

Con un bambino partiremmo mai dalle esperienze negative? Non sarebbe molto meglio prepararlo a queste ultime?

Quando leggiamo un libro accadono le stesse (logiche) cose. Un bravo scrittore riesce a impadronirsi della nostra attenzione e fa in modo che la sua storia si dipani in maniera efficiente nella nostra testa. Conosce i tempi, le fasi, l'incalzare della storia e il distenderla senza mai infiacchirla. E così ci fa pulsare come in una seduta di fitness, tra una serie e l'altra, senza mai impadronirsi delle nostre energie ma utilizzandole per potenziarle.

Se è giusto per un bambino; se è corretto per un libro. Perché non dovrebbe esserlo nell'informazione?

E poi non sta scritto da nessuna parte che “sbattendo in faccia” il lerciume del mondo l'indomani ci si sbraccia per cambiarlo. Magari!
Otteniamo l'esatto effetto contrario. Lo abbiamo già detto: diventiamo semplicemente più distaccati e cinici, alimentando il nostro egoismo che a tal punto diventa vitale per mantenere un buon livello di serenità. E come, sennò, se non con il dispiacersi di circostanza, che dura qualche millisecondo, e subito dopo la chiusura nel proprio recinto di “sicurezze” sempre più angusto.

Sarebbe giusto - logico! - rendersene conto. E forse, prima o poi, gli editori lo faranno.

Nel frattempo cambiatela voi stessi la gerarchia: sfogliate i giornali al contrario!
Iniziate la giornata nutrendovi di una sana informazione culturale, date un'occhiata agli stili di vita più salutari, compiacetevi dei progressi scientifici, sbirciate qualche buona notizia, ed infine affrontate l'inevitabile male quotidiano della cronaca e politica “nere”. E non barate, quest'ultima incombenza è altrettanto necessaria.

Non dubitate: rimarrete abbastanza distaccati, ma non cinici. Proverete sensazioni diverse, ugualmente spiacevoli ma razionali, controllate e costruttive. Non serve elencare tutto ciò che di positivo comporta questo logico paradigma nell'affrontare l'informazione.

Buona informazione a tutti!