Parafrasando Gabriel García Márquez possiamo riassumere quanto accaduto in questo primo lunedì di ottobre in una cronaca che andrebbe titolata con "l'Italia ai tempi della manovra". Questa la sequenza dei fatti.

Quest'oggi, il ministro dell'Economia Giovanni Tria è andato in Europa dove ha presentato alla prevista riunione dell'Europgruppo la manovra finanziaria per il prossimo anno, dichiarando che a Bruxelles devono stare tranquilli, perché il rapporto debito/pil scenderà nel 2019.

A Tria però hanno fatto presente le proprie perplessità sia il vicepresidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis, che il responsabile degli Affari economici, Pierre Moscovici.

Dombrovskis ha detto che aspetta di vedere la bozza di legge di stabilità, ma a prima vista quanto anticipato, secondo il suo parere non sembra compatibile con le regole del Patto.

Moscovici è stato invece più prolisso, rilasciando la seguente dichiarazione: «Ciò che noto è che il governo italiano sembra privilegiare la spesa pubblica. Questo può rendere popolari nel breve termine, e può portare a un leggero aumento della crescita o a un vantaggio politico. Ma alla fine agli italiani bisogna dire la verità: chi paga? Sono sempre i cittadini che pagano.

Ciò che noto è che l'Italia è il solo paese dell'Eurozona che avrà nel 2019 una politica espansionistica e di rilancio, quando è uno dei paesi più indebitati. La domanda da porsi è allora: è questa la politica economica giusta, è credibile ed efficace per l'Italia?

Io non sono mai stato un partigiano dell'austerità. Non penso che si debba proibire a un paese di sviluppare la sua spesa sociale o di promuovere i suoi investimenti, e so che l'Italia ne ha bisogno; ma per questo bisogna fare le scelte giuste, definire le priorità politiche in seno al proprio bilancio, e non procedere ad una accumulazione della spesa pubblica.

Questo è il problema, e la Commissione è qui, nel suo ruolo, per difendere le regole che non sono assurde, astratte o finalizzate all'austerità, ma volte solo alla protezione dei cittadini europei e dei cittadini italiani, perché, chi si indebita, si impoverisce.»

A questo punto sono intervenuti i mercati, con lo spread che è salito ad oltre 280 punti, nonostante quanto contenuto nella nota di aggiornamento al Def sia da considerare solo un'ipotesi.

C'è da rabbrividire pensando a che cosa potrà accadere nel caso venga realmente approvata, visto che solo dopo un paio di giorni, e parlando solo di ipotesi relative ai contenuti della manovra, lo spread è aumentato di 40 punti.

Quanto potrà aumentare ancora nei prossimi tre mesi? Senza dimenticare che, seppure in forma ridotta, adesso è tuttora attivo lo scudo di Draghi anti speculazione!