Atlantia si vuole sfilare da Alitalia non a causa di Autostrade, ma a causa di Delta
Dopo che più di un anno fa fu annunciato che la vicenda Alitalia era da considerarsi quasi formalmente chiusa, ad oggi, nonostante che la compagine azionaria sia stata completata, l'avvio della newco, con l'uscita della compagnia aerea dalla fase di commissariamento, sembra ancora lontano da venire.
L'ultimo "inciampo" è da imputare ad Atlantia, che secondo alcuni intenderebbe, pur non avendolo dichiarato apertamente, confermare la sua partecipazione al salvataggio di Alitalia solo a condizione che le venga mantenuta la concessione per Autostrade.
In realtà, Atlantia - ultima arrivata tra i soci della nuova compagine azionaria e che adesso minaccia di sfilarsi - non è convinta del piano industriale della nuova Alitalia, in particolare del ruolo di Delta, partner tecnico e strategico della nuova compagnia di bandiera.
Qual è il problema? Che in base a quanto avevano già a suo tempo denunciato alcune organizzazioni sindacali, Delta, più che rilanciare l'azienda penserebbe principalmente a tutelare se stessa: il tutto ruota intorno alla gestione delle tratte internazionali, le più remunerative e le sole in grado di tenere in attivo i bilanci di un vettore aereo, a meno di non trasformarlo in una compagnia low cost per voli a corto raggio.
Stando così le cose, la domanda sorge spontanea: FSI, principale azionista della nuova cordata con una quota non inferiore al 35%, finora non aveva avuto nulla da dire sul ruolo di Delta? E lo stesso si potrebbe dire del governo, con il Mef, anch'esso titolare di una quota di partecipazione nella nuova azienda.
Adesso, della questione se ne dovrebbe occupare nuovamente il ministero dello Sviluppo, alla cui guida è il 5 Stelle Patuanelli, mentre i sindacati (Fnta, la Federazione Nazionale del Trasporto Aereo che raggruppa piloti ed assistenti di volo di Anpac, Anpav e An) hanno già avviato le procedure per uno sciopero di 24 ore per il prossimo 9 ottobre. D'altronde, la questione occupazione, con migliaia di posti di lavoro a rischio, non è certo secondaria nella vicenda Alitalia.