Politica

La Meloni sa esattamente cosa sta facendo... anche contro le droghe

Lunedì, mentre inveiva - come le capita spesso - contro l'onorevole Riccardo Magi di +Europa, la premier Meloni ha dichiarato:

"Io so esattamente cosa sto facendo".

Una notizia! Quindi, in base a ciò che la Meloni ha ammesso, il fatto di voler mantenere in Italia paghe da fame per i lavoratori dipendenti, di non aver nominato un commissario per organizzare la ricostruzione post alluvione in Emilia-Romagna, di non aver presentato neppure in Parlamento (oltre che a Bruxelles) uno straccio di piano di revisione del Pnrr dopo averlo annunciato da mesi, non è frutto di una pura e semplice incapacità, bensì di una precisa volontà di non fare ciò che da un presidente del Consiglio e dal suo Governo ci si aspetterebbe.

Quindi, le leggi assurde fin qui prodotte o presentate, dal decreto migrazione fino a quelle sui "reati universali", sono state scientificamente pensate come strumento di distrazione di massa per evitare scientemente di portare avanti determinate politiche... come non ricordare la contrarietà di Meloni al Pnrr! 

Oggi, nonostante tutti gli arretrati in corso, Giorgia Meloni si è recata nell'Aula dei Gruppi parlamentari della Camera dei Deputati, dove ha tenuto un intervento all'evento organizzato in occasione della "Giornata mondiale contro le droghe".

Questi alcuni passaggi del suo intervento:

"Non amo l'ipocrisia e voglio ribadire concetti semplici anche se in questo tempo si diventa oggetto di polemica, ma sono abituata a difendere quello in cui credo. La droga fa male sempre e comunque, ogni singolo milligrammo si mangia un pezzo di te... la droga ti indebolisce sempre di più. ... Seconda cosa banale da dire, le droghe fanno male tutte: non ci sono distinzioni sensate in questo senso, dire che non sono tutte uguali è un inganno e chi lo dice lo sa, questo ha prodotto conseguenze pesantissime, [nessuna è] leggera. ...Sono contenta di essere qui con tanti ragazzi e ragazze, sono felice per il significato quasi rivoluzionario di essere qui oggi governo, istituzioni, comunità, esperti, famiglie, giovani e insegnanti, perché abbiamo una Giornata contro la droga... ma attorno a quella scadenza c'è stata soprattutto indifferenza. Non è scontato essere qui perché non è avvenuto in passato, si è preferito tenere i riflettori spenti sul fenomeno crescente della droga e delle dipendenze patologiche, sull'emergenza di cui fingiamo di accorgerci solo quando arriva la tragedia con una indignazione a intermittenza che scompare spesso senza neanche citare la causa che ha portato alla tragedia: la droga e la dipendenza. Farlo comporterebbe un esame di coscienza su come è stata trattata l'emergenza, è come se considerassimo la droga come una calamità, imprevedibile, imprevista e inevitabile. È un atteggiamento ipocrita, quello che accade non è inevitabile e non è imprevedibile. Quello che accade accade perché il fenomeno è stato banalizzato, tollerato quando non propagandato. Quello che accade con la droga è stato tollerato e banalizzato se non divulgato, come se fosse una forma di libertà, non capisco come si possa considerare libertà una cosa che ti rende schiavo. Come si può amare una costrizione? ... ".

Ad un certo punto, il deputato Riccardo Magi di +Europa si è alzato esponendo un cartello con la scritta "Cannabis: se non ci pensa lo Stato ci pensa la mafia. 

A seguito di ciò, la Meloni ha perso la trebisonda iniziando ad urlare contro Magi ed alcuni altri che avevano esposto lo stesso cartello (minuto 10 del video a seguire):

"Abbiamo visto i risultati, nei numeri, delle vostre politiche, del vostro lavoro e forse lei dovrebbe guardare a questi ragazzi ed avere rispetto. Io non mi faccio intimidire. Doveste sapere che non sono una persona che si fa intimidire, perché io so cosa sto facendo, il punto è se voi vi rendete conto di quello che state facendo. Arriviamo al paradosso di avere serie che hanno come eroe uno spacciatore sulle stesse piattaforme che hanno fatto documentari contro su Muccioli che aveva salvato migliaia di ragazzi quando lo Stato era girato dall’altra parte". 

Il cartello esposto da Magi e da un'altra manifestante sono stati presi dai commessi e Magi si è poi allontanato dall'auletta dei gruppi.

Sempre oggi, anche in questo caso alla Camera, con associazioni e realtà promotrici, Magi ha presentato il quattordicesimo Libro Bianco sulle Droghe.

I dati emersi sono inequivocabili. Oltre un quarto dei detenuti entra in carcere per detenzione di sostanze. Il 34% dei detenuti totali è in carcere per la legge sulle droghe: quasi il doppio della media Ue. Oltre il 40% di chi entra in carcere usa droghe. Un catastrofico record negli ultimi 17 anni.

"Nel 2023, dopo 32 anni di testo unico sulle droghe - sostiene Magi - facciamo i conti con gli effetti devastanti del proibizionismo e della repressione. Hanno perso la guerra contro la droga, ma insistono. Bisogna cambiare paradigma, a cominciare dalla legalizzazione della cannabis. Negli USA è già realtà, in Europa si sta iniziando. In Italia, invece, siamo indietro di 30 anni".

E la Meloni sostiene di sapere esattamente cosa sta facendo.

Autore Marzio Bimbi
Categoria Politica
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