Il decreto Sicurezza è diventato, per la propaganda leghista, il decreto Salvini e viene "venduto" agli italiani come se fosse la panacea per un Paese in balia di feroci "saladini", travestiti da migranti, ma che nella realtà sarebbero in massima parte stupratori, scippatori, spacciatori... tutta "gente che non scappa dalla guerra ma che la guerra ce la porta in casa."

Ma il "regalo" del ministro dell'interno agli italiani, non verrà "consegnato" questo martedì. Dopo averlo ritardato per l'ora di pranzo, non verrà neppure recapitato per l'ora di cena. Solo nel tardo pomeriggio, infatti, la presidente Casellati ha annunciato il via libera alla riformulazione del testo in un maxi emendamento interamente sostitutivo del disegno di legge di conversione in legge del decreto sicurezza, su cui poi il ministro per i Rapporti con il Parlamento Riccardo Fraccaro ha annunciato la fiducia da parte del Governo.

La conferenza dei capigruppo si è riunita ed ha concordato i tempi del dibattito in Aula che dovrà concludersi entro tre ore e che potrà iniziare solo dopo il via libera al provvedimento, che avverrà non prima che ne sia stata valutata la copertura finanziaria.

Dichiarazioni di voto e votazione sono rimandate alla giornata di mercoledì.

Un dilatamento dei tempi che ha coinciso con quello che ha caratterizzato la discussione, alla Camera, delle commissioni riunite di Affari Costituzionali e Giustizia in relazione all'ammissibilità degli emendamenti da presentare a Montecitorio per l'approdo in Aula del ddl anticorruzione previsto per lunedì 12 novembre.

Curiosamente, il dilatamento di tempi non è stato causato dall'ostruzionismo delle opposizioni, ma dai problemi politici all'interno della stessa maggioranza in relazione a cosa fare dell'abolizione della prescrizione, punto definito imprescindibile dai 5 Stelle, ma non dalla Lega che, pretenderebbe di rimandarlo a data da destinarsi in un provvedimento ad hoc.

Al momento, la situazione vede la Lega che ha ottenuto il voto di fiducia sulla trasformazione in legge su un decreto che non è stato modificato in Aula, e che alcuni senatori grillini sono poco convinti di approvare, tanto che potrebbero essere espulsi dal Movimento. In più, il Movimento non ha il coraggio di far approdare alla Camera un proprio cavallo di battaglia - l'abolizione della prescrizione - perché la Lega è contraria. E ciò dopo che i 5 Stelle hanno dichiarato che la prescrizione è un punto sul quale non possono in alcun modo rinunciare.

Questo, in proposito, quello che i 5 Stelle hanno dichiarato: "La riforma della prescrizione è stata votata dai nostri iscritti sulla piattaforma Rousseau, è uno dei punti del contratto di Governo e, prima ancora, parte integrante del programma del Movimento. E' evidente che si tratta di uno degli interventi a cui i cittadini tengono di più, perché tutti hanno bisogno di poter tornare a credere in un sistema che garantisca la giusta punizione ai colpevoli. Ancora una volta, abbiamo tutta l'intenzione di rispettare la volontà degli italiani e l'impegno che abbiamo preso con loro."

Adesso non resta da vedere quale risultato partorirà il prossimo vertice tra i due vicepremier del cambiamento, con il premier Conte in veste di mediatore. Quello che però è già un fatto è che sono sempre più numerose e sempre più evidenti le crepe di un'alleanza, quella tra Lega e 5 Stelle, non così tanto solida come ci era stato dato ad intendere solo pochi mesi fa.