Mercoledì, Jeff Bezos, Mark Zuckerberg, Tim Cook e Sundar Pichai - rispettivamente in rappresentanza di Amazon, Facebook, Apple e Alphabet (Google) - si sono dovuti presentare (in videoconferenza) davanti alla Sottocommissione della Camera dei Rappresentanti del Congresso Usa che si occupa di antitrust, commercio e diritto amministrativo.

Quello che si è svolto ieri a Washington è il primo passo di un iter che, per ragioni diverse ma con il comune denominatore dell'abuso di posizione dominante, vede sul banco degli imputati i quattro giganti tecnologici Usa.

Alcune aziende e alcuni sviluppatori hanno accusato Apple di pretendere fino al 30% degli eventuali introiti derivanti dalle applicazioni pubblicate sull'Apple Store, una percentuale che può essere arbitrariamente incrementate a totale discrezione dall'azienda di Cupertino.

Per quanto riguarda Alphabet, le accuse sono rivolte al motore di ricerca Google che verrebbe utilizzato dal colosso californiano per reindirizzare gli utenti verso i suoi prodotti e i suoi servizi, oltre al fatto di costringere le aziende a fare pubblicità per rimanere visibili nei risultati di ricerca.

Per quanto riguarda Amazon, per i deputati americani, starebbe utilizzando a suo vantaggio le statistiche di vendita delle terze parti che utilizzano la piattaforma. Se Amazon si accorge che il tuo prodotto vende bene, ne fa un altro uguale con il proprio marchio e a un prezzo più basso.

Infine, Facebook è accusata del suo ruolo dominante nei social media e, in particolare, del "vizietto" di acquisire sempre nuove società per neutralizzare la concorrenza,  come ha fatto con WhatsApp e Instagram.

Alle accuse, gli amministratori e fondatori delle quattro aziende hanno risposto inviando delle dichiarazioni scritte a giustificazione del loro operato e sottoponendosi alle domande dei legislatori Usa ed a quelle di alcune persone invitate per far conoscere le loro esperienze e comprovare gli abusi di cui sono stati testimoni.

Tramite il video seguente, è possibile assistere al dibattito che si è svolto mercoledì:

Come è andato il dibattito? I democratici hanno cercato di indirizzarne lo svolgimento tenendo conto delle questioni per cui le quattro aziende erano state chiamate sul banco degli imputati, mentre i repubblicani hanno approfittato dell'occasione per "buttarla in politica", preoccupati soprattutto del fatto che nei prossimi mesi non ci sia una censura sistematica nei confronti del loro candidato alle presidenziali di novembre, Donald Trump.

Bezos, Zuckerberg, Cook e Pichai - interpretando alla perfezione il loro ruolo (non poteva essere altrimenti) - hanno negato qualsiasi pratica scorretta da parte delle aziende da loro rappresentate di fronte alle accuse mosse di volta in volta, arrivando a negare l'evidenza, per niente turbati dal fatto di cadere nel ridicolo.

Pertanto, quella che si è svolta ieri va giudicata come una giornata inutile, perché dei problemi sollevati non se ne parlerà più?

Non è così, perché quella di mercoledì è stata la prima udienza di un processo che durerà mesi e che entrerà nel vivo quando sarà presentato il rapporto definitivo, che conterrà sia le violazioni delle regole antitrust imputate alle quattro piattaforme tecnologiche, che le indicazioni sul modo in cui evitare che occupino una posizione dominante sul  mercato. 

Il documento potrebbe essere rilasciato tra settembre e ottobre e, dato che agli inizi di novembre ci sarà il voto per le presidenziali, è difficile che il Congresso possa arrivare a delle conclusioni, in un senso o nell'altro, prima del 2021, considerando anche l'attività delle lobby che a Washington è istituzionalizzata, ben conosciuta e molto efficace.