Che la Raggi potesse naufragare a Roma era del tutto prevedibile. Si, è vero, ha ancora la possibilità che riesca ad uscire da questo cul-de-sac in cui si è cacciata, soprattutto  con l'aiuto dei massimi esponenti del M5S.

Il movimento di Grillo ha puntato, come, prima di tutti, fece Berlusconi, poi copiato da Renzi, sulla "fighetta" che televisivamente buca e che fa audience. Ma per governare una città, soprattutto la Capitale, soprattutto le macerie della Capitale,  bisogna avere soprattutto un profilo da "manager", profilo che si costruisce solo nel tempo e dopo anni di battaglie che conduci quotidianamente per risolvere i problemi.

Per essere un "manager, non basta solo la conoscenza, ci vuole anche furbizia (in senso buono), capacità di elaborare velocemente nella propria mente delle soluzioni per raggiungere quello che ti sei prefissato.

Ci vuole anche la capacità di saper mediare, scegliendo, con pragmatismo, di volta in volta anche il male minore.

Questo modus operandi lo costruisci col tempo, facendo esperienza col  salire del livello delle tue responsabilità.

Essere "manager" vuol dire raccogliere rispetto, fiducia e stima intorno a te, ma bisogna saper anche aspettare il momento più adatto in cui eliminare le persone che cercano di sbarrarti la strada per disonestà intellettuale.

 Si, a volte bisogna saper riconoscere i propri errori, ma dimostrando che quello che fai non è per il tuo tornaconto personale, ma per il bene della comunità, presto i tuo errori vengono dimenticati.

Bisogna saper riconoscere le persone valide, e contornarti anche di quelle che ti criticano, ma che sono capaci.

Essere"manager" vuol dire capire la persona che ti sta davanti, saper valutare le parole al di là del loro puro significato.

Saper organizzare e prevedere poi sono i due aspetti che devono essere il massimo credo di un "manager" per il buon fine di un progetto. "Pianificare, gestire, controllare: tempi, costi, risorse, contratti e documenti, rischi" recita lo slogan di un noto software per la gestione sui progetti.

Queste cose Grillo non può saperle, perché, non avendo mai lavorato in un'azienda o non essendo mai stato impegnato in processi di controllo di gestione tecnica ed economica, vede la politica come uno suo  show, in cui divertire e indottrinare le sue platee. Solo che qui siamo nella vita reale dove la gente vive, a fatica, e soffre.