L'ordinanza della regione Calabria del 29 aprile vale come dichiarazione di guerra al Governo da parte dei partiti di opposizione
A partire dal 30 aprile, in Calabria:
- sono consentiti gli spostamenti all'interno del proprio Comune o verso altro Comune per lo svolgimento di sport individuali;
- sono consentiti gli spostamenti per raggiungere le imbarcazioni di proprietà da sottoporre a manutenzione e riparazione, per una sola volta al giorno;
- è confermato il disposto dell'Ordinanza n. 32/2020 in materia di attività agricole e di conduzione di piccoli allevamenti di animali svolte in forma amatoriale, di stabilimenti balneari, di attività di trasformazione dei prodotti industriali;
- è confermato il disposto dell'Ordinanza n. 36/2020 per come integrato da quanto previsto dall'art. 1 lettera a) del DPCM 26 aprile 2020;
- è consentita la ripresa delle attività di ristoranti, pizzerie, rosticcerie per la preparazione dei relativi prodotti da effettuarsi a mezzo asporto;
- è consentita la ripresa delle attività di bar, pasticcerie, ristoranti, pizzerie, agriturismo con somministrazione esclusiva attraverso il servizio con tavoli all'aperto;
- le attività di cui ai punti 5 e 6 possono essere riattivate presso gli esercizi che rispettano le misure minime “anti-contagio” di cui all'allegato 1 parte integrante alla presente Ordinanza e ferma restando la normativa di settore;
- sono consentiti gli spostamenti per l'assistenza a persone non autonome, ivi comprese quelle per le quali occorre prestare assistenza ai sensi della L. n. 104/92 e s.m.i., in quanto rientranti nei motivi di salute, nonché il contenuto dell'Ordinanza n. 29/2020 nei punti dal 4 al 9 e nell'allegato 1, ove non in contrasto con la presente Ordinanza;
- è consentita l'attività di commercio di generi alimentari presso i mercati all'aperto, inclusa la vendita ambulante anche fuori dal proprio Comune, fermo restando il rispetto delle distanze interpersonali e l'uso delle mascherine e guanti;
- è consentita l'attività di commercio al dettaglio, anche in forma ambulante di fiori, piante, semi e fertilizzanti.
Lo ha deciso il neo presidente della regione, la forzista Jole Santelli, che ieri ha firmato un'ordinanza per la fase 2 di ripartenza: "Misure nuove, al pari di altre regioni e alcune uniche sul territorio nazionale".
In base a quanto "decretato" dalla presidente Santelli, il primo maggio i calabresi vengono praticamente invitati a uscire e a celebrare la Festa dei lavoratori in barba alle misure finora adottate dal Governo che, proprio per evitare che gli italiani si riversassero in strada, aveva deciso di prorogare il periodo di isolamento fino a tutto il 3 maggio. Evidentemente, per la regione Calabria non sussistono preoccupazioni relative al possibile aumento del contagio da Covid, nonostante - come numerosi servizi giornalistici hanno ampiamente dimostrato - lo stato più che precario dell'assistenza sanitaria fornita ai propri residenti.
Ma la decisione della Santelli rispecchia la volontà politica comune ai presidenti di centrodestra delle regioni Lombardia, Piemonte, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Sardegna, Sicilia, Basilicata, Abruzzo, Molise e al presidente della provincia autonoma di Trento che hanno scritto a Sergio Mattarella e al premier Conte chiedendo che "si ritorni progressivamente ad un più pieno rispetto dell'assetto costituzionale e del riparto di competenze tra lo Stato e le Regioni, sempre in applicazione dei principi di sussidiarietà e leale collaborazione. È necessario giungere a una normalizzazione dell'emergenza, che consenta un ritorno agli equilibri democratici previsti dalla Costituzione. E in funzione di ciò hanno stabilito esser "necessario che l'attuale struttura del Dpcm 26 aprile 2020, imperniato su regole previste rigidamente in funzione della sola tipologia di attività economica svolta e con la possibilità di adottare, nelle singole regioni, solamente misure più restrittive, venga riformata in quanto non dotata della necessaria flessibilità capace di riconoscere alle Regioni, laddove la situazione epidemiologica risulti migliorata e i modelli previsionali di contagio in sostenuta decrescita, la possibilità di applicare nei loro territori regole meno stringenti di quelle previste a livello nazionale, con una compressione delle libertà costituzionali strettamente proporzionata all'esigenza di tutela della salute collettiva".
Come è evidente, i presidenti di regione stanno agendo da bravi soldati per mettere in atto la prossima campagna di guerra politica, che la destra ha pianificato per sfruttare a proprio vantaggio il malcontento diffuso per le restrizioni dovute all'attuale pandemia.
Il cinismo per la disperata ricerca del potere ad ogni costo - si potrebbe dire del comandare - non guarda in faccia a niente e ogni occasione diventa uno strumento di propaganda politica. Se in altri Paesi l'emergenza viene prima degli interessi politici di parte, così non è per le forze di opposizione in Italia che adesso pensano di poter cavalcare le difficoltà economiche del Paese per far razzia di consensi.
Al momento, il Governo ha risposto con razionalità di fronte ad una tanto becera dimostrazione di voler privilegiare l'interesse di parte rispetto a quello della collettività. Così il ministro degli affari regionali Boccia ha già anticipato che non saranno ignorate ordinanze regionali non coerenti con il dpcm del 26 aprile, aggiungendo che solo a partire dal 18 maggio, in base al monitoraggio dell'andamento del contagio, ci potranno essere scelte differenziate da parte delle Regioni.