Sulla questione ONG interviene anche il procuratore di Siracusa
La querelle ONG registra oggi uteriori aggiornamenti. Sul fronte procure, a quella di Catania si sostituisce quella di Siracusa, il cui procuratore - Francesco Paolo Giordano - ha rilasciato una dichiarazione nel corso di un'audizione alla Commissione Difesa del Senato.
«A noi, come uffici, non risulta nulla su asseriti collegamenti tra Organizzazioni non governative, o parti di Ong, o elementi individuali, con i trafficanti.
Siamo in grado di stabilire che ci sono Ong e Ong - ha aggiunto Giordano -. Ci sono strutture con navi perfettamente equipaggiate e dotazioni conformi al codice di navigazione e collaborano con la polizia giudiziaria, altre hanno navi meno soddisfacenti dal punto di vista delle dotazioni e non hanno un atteggiamento pienamente collaborativo.
Questo va però interpretato non come ostacolo alle indagini o favoreggiamento di reati, ma come atteggiamento ideologico, coerente con chi è più a favore dei migranti che della polizia giudiziaria.»
Una precisazione non di poco conto rispetto a quanto invece dichiarato dal suo collega di Catania, Zuccaro.
Inutile attendersi una replica da parte di Luigi Di Maio, che ormai si è distratto con un nuovo passatempo: andare negli USA a far comprendere agli studenti del MIT che cosa sia il Movimento 5 Stelle. Un'impresa non del tutto banale se si cimenterà nel descriverne anche le gesta e le idee del fondatore garante proprietario.
In compenso, però, anche la fondazione Migrantes, con le dichiarazioni di mons. Perego, ha pensato di dare il proprio parere sulla vicenda, bollando come ipocrita e vergognoso il fuoco politico indistinto. e ricordando che la situazione drammatica e instabile della Libia l’ha creata l’Europa e le incaute scelte europee, che non possono essere pagate solo da coloro che oggi sono costretti a mettersi in mare.
«Sempre e in ogni occasione è giusto che la Procura e la Magistratura siano vigili e assumano conoscenze sulla situazione attuale nel Mediterraneo, perché i migranti non siano doppiamente vittime, però, il fuoco politico indistinto sulle nove Ong che operano nel Mediterraneo per salvare le vite umane – di fronte alle morti che sono passate a oltre 5mila nel 2016 rispetto alle 3mila del 2015 –, con risorse di fondazioni bancarie e di privati e della società civile, è stato un atto, lo ripeto, ipocrita e vergognoso.
Sono troppi coloro che stiamo accogliendo? Credo - ha continuato Perego - sia un atto intelligente e di responsabilità accogliere 175mila persone in maniera diffusa negli 8mila comuni italiani, valorizzando percorsi personali di accompagnamento e di integrazione, utilizzando le risorse disponibili per un servizio nuovo e per figure che possono essere utili per creare e favorire dialogo e inserimento sociale sul territorio.
Tanto più in un Paese che sta morendo – nel 2016 ci sono stati 150mila morti in più rispetto alle nascite – e che può trovare un suo futuro in percorsi di "meticciato", come più volte ha detto il card. Scola, come è sempre avvenuto nella storia italiana, questa volta in maniera pacifica.
È chiaro che anche nell’accoglienza diffusa dei migranti l’Europa deve finalmente svegliarsi dal sonno e promuoverla in tutti e 27 i Paesi europei.»