Come illudere i cittadini milanesi al fine di ottenere voti elettorali sperperando soldi pubblici: il caso di via Adriano n. 60 a Milano
Il Comune di Milano aveva deliberato e successivamente acquistato, l'area di via Adriano n. 60, (confinante con il sito di via Adriano 68) di proprietà dell'ALER e prima ancora di proprietà della Regione Lombardia. Tutte le attività lecite o illecite confinanti con il predetto sito dovevano essere eliminate senza indugio.
La Regione Lombardia nell'anno 2010 cedeva la predetta area (foglio 86 mappali 3, 26, 35, 37, 38, 40 e 54, facenti parte anche del complesso immobiliare di via P.E. Adriano 60, il tutto avente una consistenza complessiva di mq. 20.853, sui mappali 35, 37, 38, 40 e 54, insistono fabbricati avente una SLP di mq. 15.600) all'azienda ALER poiché sussisteva una variante di PRG emessa dal Comune di Milano Rif. Dis. Codice n. 2124/01/A/10/11.
L'azienda ALER acquistava il complesso immobiliare ai fini speculativi, ben consapevole che il sito necessitava di bonifica, avendo peraltro alle dipendenze tecnici quali geometri, architetti e ingegneri edili. Nel novembre 2013, l'azienda ALER riceveva l'autorizzazione dal Comune di Milano a bonificare l'area di Via P.E. Adriano n. 60, (costo della bonifica 1,5 milioni).
L'azienda ALER non provvedeva a bonificare il sito, nonostante il Comune avesse inviato dei solleciti. Vieppiù, l'azienda ALER non provvedeva neanche a custodire il sito, disinteressandosi totalmente dell'immobile, lasciando peraltro l'immobile in balia a occupazione abusiva di immigrati clandestini e criminali, tanto che ci scappava persino il morto. Inoltre le Autorità competenti che dovevano vigilare e/o controllare il territorio, non hanno mai fatto nulla in merito. I cittadini di zona, iniziavano a trasmettere, al comune di Milano, lamentele, denunciando il degrado del complesso immobiliare e di conseguenza della zona in cui sorge.
Nel novembre 2014, l'Azienda ALER si opponeva alla bonifica del sito, il quale asseriva di non essere responsabile di alcun tipo di inquinamento. A fronte del degrado della zona, perpetrato dagli Enti locali preposti che dovevano vigilare e/o controllare, il Comune di Milano, decideva di riacquistare l'area di via P.E. Adriano 60 e, con delibera del Consiglio Comunale in data 14 maggio 2015, approvava l'acquisto.
La delibera del consiglio comunale approvato, consisteva nell'acquistare l'area del complesso immobiliare di proprietà ALER al prezzo di euro 10.480.000, il Comune di Milano si assumeva anche l'onere della Bonifica pari a euro 1,5 milioni (ripartita per metà costo alla Regione Lombardia e l'altra metà al Comune di Milano) oltre al costo della demolizione degli edifici esistenti, in cambio il Comune di Milano, cedeva, all'azienda ALER, la proprietà di 710 appartamenti (di cui l'azienda ALER aveva un diritto di superficie) nella zona di Gallaretese, Olmi e Taliedo.
In tale contesto è desumibile che sussiste uno squilibrio economico a favore dell'ALER e a danno della comunità milanese. Peraltro, i vertici dell'amministrazione comunale milanese hanno sempre affermato e dichiarato, sia nei social networks sia ai mass media locali che, l'acquisto dell'area di Via P.E. Adriano n. 60 è stata effettuata a costo zero per la comunità milanese, mentre tale operazione immobiliare è costata e costerà moltissimo alla comunità milanese.
Successivamente all'acquisto da parte del Comune di Milano dell'area di Via P.E. Adriano n. 60, l'amministrazione comunale, demoliva un'ala dell'edificio che si trovava in parallelo alla via P.E. Adriano 60, senza adottare le dovute precauzione previste dalla normativa vigente in tema di bonifica sull'amianto, essendo le costruzioni esistenti risalenti agli anni 60. I mass media locali avevano informato la comunità milanese che, all'interno delle costruzioni esistenti, sussisteva e sussiste, amianto.
Un'ala dell'edificio veniva demolita, emettendo nell'aria polveri di amianto che i residenti e i passanti sono stati costretti a inalare. L'amministrazione Comunale era ed è perfettamente consapevole che occorreva bonificare il sito da questi elementi di materiale altamente nocivi con strumenti idonei servendosi di ditte specializzate del settore, però l'ente comunale, ha deciso, arbitrariamente, di demolirla senza dover dare nessuna spiegazione alla comunità... per poter effettuare una manifestazione dimostrativa, emessa dai Vigili del Fuoco, per il salvataggio e soccorso di persone intrappolate nelle macerie (si veda social networks, facebook, del 18 dicembre 2015 dell'assessore Marco Granelli).
Il tutto, si desume, ai soli fini elettorali e in considerazione al fatto che si era in prossimità delle elezioni. Dopo circa due anni il sito immobiliare in questione è rimasto così come era prima, ma con un'ala dell'edificio che non c'è più! Nel frattempo, l'immobile è stato nuovamente occupato.