È inutile girarci intorno, le illusioni non servono a risolvere i problemi, ormai siamo in un regime monopartitico infatti manca un'opposizione e il governo retto dall’attuale premier ne è la dimostrazione. Al di là delle mie idee e convinzioni come cittadina mi sento profondamente offesa per quanto è accaduto, è stata lesa la dignità di tutti coloro che aspiravano ad un cambiamento che finalmente ci avrebbe permesso di realizzare le nostre naturali aspirazioni nel rispetto della nostra e dell’altrui libertà. È stato un processo lento ma inesorabile e soprattutto fatto in piena luce, con sfacciataggine e disprezzo verso i due terzi degli italiani, sto parlando del vergognoso fenomeno leghista, parlo di quelli che sulla bandiera italiana ci pisciavano: oggi sono al governo per salvare la patria capitanati da una eminenza gesuita. Questo è stato un governo commissionato dalla Confindustria, i fatti dimostrano che ha servi da entrambi gli schieramenti. Il potere economico e finanziario ha preso il sopravvento. I feroci attacchi alla linea politica del M5S dimostra la profondità del fenomeno antidemocratico e corruttivo che ha colpito il nostro Paese.

In primo luogo occorre delineare il profilo di un partito derivante dal vasto fenomeno del comunismo che nel mondo ha prodotto milioni di vittime innocenti senza sconfiggere il capitalismo: il PD è un a sigla priva di ideali politici e soprattutto non ha nulla di democratico. Hanno fallito perché non hanno saputo trasformarsi in una forza autenticamente democratica, Forza Italia era e rimane una sigla/barzelletta che ha riciclato i craxiani, i democristiani e altri residui dell'inchiesta "Mani pulite" e si è autoproclamata centrista e liberista.  Berlusconi e tutta la partitocrazia da buoni liberisti hanno finito di rovinare l’Italia. Si sono autodefiniti centristi, sia da una parte che dall’altra, non credo che sappiano cosa significhi, figuriamoci democratici: non si può essere liberisti e democratici allo stesso tempo, uno esclude l’altro infatti hanno svenduto il patrimonio statale arricchendo i pochi, senza appianare il debito pubblico (che ha raggiunto una cifra iperbolica), ha mandato sul lastrico milioni di cittadini e imposto la dittatura del PIL e di un pareggio di bilancio che non avverrà mai altrimenti ci ritroveremo tutti sotto i ponti a rubarci le scarpe. È in questo contesto che la destra invece ha mantenuto le sue caratteristiche anzi le ha rese sempre più pericolose, è sempre stata l’espressione autentica del potere economico dal quale dipende e viene alimenta. Nell’attuale governo FdI  recita la parte dell'opposizione lasciando un canale di comunicazione sempre aperto con la Lega e FI per le sue eventuali necessità.

Avevo una forte impressione che non tutti gli elementi che hanno determinato la caduta del governo Conte mi erano noti infatti è stato un eminente esponente del PD che ha contribuito ad affossare una linea politica nuova che tra mille difficoltà stava ripristinando regole e comportamenti etici sepolti dalla corruzione e dal carrierismo più sfrenato. Non ha saputo resistere alla sua superbia, doveva far sapere a tutti delle sue doti di “gran maestro” e il suo ruolo nella caduta di un governo che aveva osato sfidare il sistema consolidato di cui lui è sempre stato un elemento determinante.

La Stampa il 23 febbraio scorso ha pubblicato una lunga intervista di Gentiloni con la quale spiegava perché il governo di coalizione M5S, PD e LeU è stato spazzato via. È utile dare uno sguardo alla carriera politica di questo radical chic (ha origini nobili). Cattolico, ha fatto il catechista insieme alla figlia di Aldo Moro ma nel contempo frequentava ambienti di sinistra. Negli anni ‘70 entrava nel Movimento Studentesco di Mario Capanna successivamente partecipava alla fondazione del Movimento Lavoratori per il Socialismo (gruppo maoista) divenendo segretario regionale per il Lazio, in quel periodo, immettersi nei vari “partitini di sinistra” soprattutto estremisti, era la via facile per iniziare a farsi conoscere nell’ambiente politico. Tali frequentazioni gli permettevano di fare amicizia con Ermete Realacci e Chicco Testa. Grazie a Chicco Testa nel 1984 Gentiloni otteneva la direzione del mensile “La nuova ecologia” rivista di Legambiente carica che manterrà fino al 1993 quando si laurea in Scienze Politiche e si legava a Francesco Rutelli che divenuto sindaco di Roma lo nominava suo portavoce. Ricoprirà l’incarico di assessore al Giubileo del 2000 e al Turismo fino al 2001 quando Rutelli si dimetteva per concorrere come candidato premier per la lista de l’Ulivo. Rutelli sarà sconfitto da Berlusconi e scomparirà. Morto un papa…     Nello stesso anno Gentiloni collabora alla fondazione della lista de “La Margherita” tramite la quale inizia la sua carriera di parlamentare (sono ormai vent’anni che ininterrottamente occupa una poltrona in Parlamento). Da quel momento la sua carriera è inarrestabile: nel governo Prodi II otteneva il Ministero delle Telecomunicazioni; nel governo Renzi dal 22.02.2014 al 12.12.2016 rivestiva l’incarico di ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale; dal 12.12.2016 al 01.06.2018 diventava premier per garantire la continuità a giuda PD del Paese: l’accoppiata Renzi/Gentiloni trascineranno il partito nella più sonora sconfitta elettorale della sua storia, nonostante ciò nel 2019 viene eletto presidente del PD resterà in carica fino al 2020.

Il governo Conte 2 lo indicava come membro della rappresentanza italiana per la Commissione europea, dal 1dicembre 2019 è Commissario europeo per l’economia (carica che gli è stata molto utile per screditare il Conte 2). Ometto di elencare i numerosissimi incarichi ottenuti da tutti gli schieramenti che gli hanno permesso di “spaziare” in numerosi campi soprattutto nell’area della Confindustria.

Il PD aveva già preparato la fine del governo Conte 2 ancor prima che entrasse in carica: l’uscita di Renzi con IV a pochi giorni dall’alleanza con i 5S è la classica ipocrita farsa che avrebbe anche salvato la faccia al partito al momento giusto; Gentiloni fa il colpaccio ottenendo la strategica nomina di Commissario europeo all’economia. Lo scoppio della pandemia ritarda i piani, il premier Conte riesce a rivoluzionare i criteri di gestione economica della Comunità proponendo un debito solidale e trattando tenacemente otteneva uno stanziamento di 209 miliardi dai 176 miliardi concessi all’origine. Meglio di così non poteva andare! A novembre il gatto e la volpe danno inizio alle danze: Renzi con le sue volgari sceneggiate sostenute ed amplificate dai pennivendoli delle maggiori testate; nel contempo parte silente l’offensiva di Gentiloni presso la Comunità europea dove inizia a seminare discredito sul governo e su Conte aprendo la porta all’attuale premier ben conosciuto nel giro europeo. La storia ormai la conosciamo tutti. Ecco perché il “professore” aveva rifiutato la proposta di Conte che gli aveva chiesto di collaborare alla redazione del Recovery Fund adducendo stanchezza.  Renzi non è stato solo il pagliaccio di una corte in decadenza di un partito ormai alla deriva che cerca di riprendersi i voti che si erano spostati nel Movimento ma il perfetto complice del sistema che tutto stritola, tutto annienta pur di continuare a vivere da parassita saccheggiando risorse comuni e distruggendo l’ambiente. C’è una profonda spaccatura nel Paese, un divario sociale ed economico provocato da un processo di lento avvelenamento dei principi democratici per mano di soggetti ambiziosi, che agiscono esclusivamente per i propri interessi e dei comitati d’affari ai quali hanno venduto l’anima in cambio di immeritate carriere, denaro e prestigio.  Un elemento non previsto è stato Conte che durante i due anni di permanenza al governo ha gestito con grande sacrificio personale lo stress e le responsabilità di un incarico gravato da mille divergenze e gravissime problematiche sanitarie/economiche e lo ha fatto con onore. Questa non deve essere una parentesi, deve proseguire il suo impegno civile e politico: non abbiamo bisogno dei vari Gentiloni, Draghi, Bonomi, Salvini, il purtroppo resuscitato Berlusconi! L’economia deve essere gestita da imprenditori che adottino principi etici che mettono l’essere umano al primo posto.

“Le imprese settentrionali devono ripartire subito, l’economia del centro-sud può aspettare” frasi di questo tipo sono circolate spesso da quando è entrato in azione l’attuale governo. I ristori sono dirottati verso la grande e media industria mentre le piccole imprese sono destinate a chiudere, l’ossatura dell’economia del centro sud è costituita dall’artigianato e piccole attività per cui Confindustria ha decretato l’impoverimento di due terzi dell’Italia: Bonomi sappia che il 70% dell’IRPEF è pagato dai lavoratori dipendenti e dalle piccole imprese, sono queste forze che mandano avanti l’economia del Paese non la sua congregazione!

La Confindustria deve spiegare a che titolo esercita un “diritto di prelazione” su risorse che sono di tutti i cittadini italiani: queste, per rispettare un principio costituzionale e democratico, devono essere ripartite equamente tra tutti. Gli ci voleva un “governo dei migliori” per sopravvivere alle proprie bestialità: ILVA, ponte Morandi, terre di fuochi, TAV, Iit, HT, e via narrando. Confindustria ha definito Il reddito di cittadinanza un inutile spreco di denaro, una regalia a chi passa la giornata sul divano di casa invece le enormi risorse che ingoia sistematicamente sono “incentivi alle politiche attive” che hanno generato povertà e disoccupazione infatti gli imprenditori licenziano per il bene del lavoratore e non per loro puro profitto. 

Le leggi elettorali non risolvono lo scandalo delle liste bloccate. Potremo adottare qualsiasi sistema ma se i cittadini sono obbligati di fatto a votare i candidati prescelti dai mandanti della partitocrazia non riusciremo mai ad uscire da questa palude. Abbiamo bisogno di persone oneste e capaci animate da sani principi democratici e da un autentico spirito di servizio per lo Stato perché lo Stato siamo noi cittadini e come tali dobbiamo assumerci le nostre responsabilità. Purtroppo il Parlamento italiano è il riflesso del lato oscuro di questo Paese.