Come sta cambiando la pubblicità su Google: dall’era delle keyword all’intelligenza artificiale

Per anni il successo su Google Ads si è basato su una regola semplice: scegliere le parole chiave giuste. Ma oggi, in un contesto digitale sempre più fluido e intelligente, questa regola da sola non basta più.

Gli utenti non cercano più come un tempo. Le loro query sono più lunghe, più complesse, più conversazionali. Vogliono risposte pertinenti, personalizzate e immediate. E Google, naturalmente, si adegua. Come? Integrando sempre più intelligenza artificiale nel cuore del suo sistema pubblicitario.

L’evoluzione del comportamento di ricerca

  • Negli ultimi anni, le ricerche su Google sono diventate:
  • Più articolate: le query composte da 5 o più parole crescono molto più velocemente delle ricerche brevi.
  • Multicanale e multimodali: le persone cercano con la voce, con le immagini, con il testo.
  • Orientate all’intento: l’utente non vuole solo risultati, vuole soluzioni precise al suo problema.

Di conseguenza, i modelli pubblicitari basati esclusivamente su keyword non riescono più a intercettare buona parte della domanda attiva. È qui che entra in gioco l’AI.

Dall’advertising tradizionale all’AI-Powered Search

L’intelligenza artificiale ha già rivoluzionato numerosi settori, dalla medicina al customer service. Ma il suo impatto più evidente – e strategico – si sta verificando nel performance marketing.

In ambito Google Ads, l’AI non è più un semplice “supporto”. È diventata il motore centrale di molte funzionalità evolute: dalla generazione di asset dinamici alla selezione automatica delle landing page, fino all’analisi predittiva del comportamento degli utenti.

Questa trasformazione è visibile anche nel modo in cui vengono progettate e gestite le campagne. Sempre più inserzionisti stanno abbandonando strutture eccessivamente granulari per abbracciare sistemi più semplici, ma intelligenti, che lavorano sui segnali anziché solo sulle keyword.

 AI Max for Search: la risposta di Google al futuro del Search Advertising

In questo nuovo contesto, Google ha introdotto AI Max for Search, una funzionalità che rappresenta un vero e proprio cambio di paradigma: l’obiettivo non è più “catturare” parole chiave, ma intercettare l’intento reale dell’utente

Quali vantaggi offre l’approccio AI-based?

Le soluzioni basate sull’intelligenza artificiale non sono semplicemente “più automatizzate”. Sono più strategiche. Ecco alcuni benefici concreti che molti inserzionisti stanno già sperimentando:

Più visibilità: grazie a un matching più ampio e sofisticato, gli annunci partecipano a più aste, raggiungendo nuove audience.
Maggiore pertinenza: gli asset dinamici rendono gli annunci più rilevanti e cuciti su misura per ogni ricerca.
Più conversioni: l’AI indirizza gli utenti verso la landing page più coerente con la loro query, riducendo gli attriti e aumentando le probabilità di conversione.
Controllo strategico: nonostante l’automazione, l’inserzionista mantiene il controllo tramite keyword negative, esclusioni di URL, regole geografiche e altro.

Conclusione: il momento di agire è adesso
Il digital advertising sta cambiando rapidamente. Restare ancorati ai vecchi modelli può essere rassicurante, ma rischia di lasciare spazio ai competitor che invece stanno già sfruttando le potenzialità dell’intelligenza artificiale.

Il consiglio è semplice: inizia a sperimentare l’AI nel tuo account Google Ads, partendo da campagne già consolidate e con uno storico affidabile. Monitora i risultati, affina la strategia, e costruisci un vantaggio competitivo reale.

Chi prima integra queste tecnologie, prima ne raccoglie i benefici.