«In un’intervista di ieri sfuggita ai più Gianrico Carofiglio, uno dei "saggi" nominati da Letta come osservatori delle Agorà democratiche del Pd e ospite fisso dei talk progressisti, ci ha spiegato che “nell’idea di comunismo non c’è nulla di antitetico alla democrazia” e che “ci può essere, c’è stato un comunismo democratico”.Evidentemente l’illustre scrittore conosce una storia sconosciuta al resto del pianeta, ma non osiamo chiedergli ulteriori spiegazioni. Sarebbe irrispettoso della sua infinita e illuminata cultura e chi siamo noi per farlo?Lo chiediamo però al segretario del Pd Letta, che ha scelto la preziosa "consulenza" di questo esperto signore per il suo partito: quali sarebbero i casi di comunismo compatibili con la democrazia? In quanti casi nella storia il comunismo è stato “democratico”? Ci può fare l’elenco? Perché noi un elenco possiamo farlo e non c'è un caso nel quale il comunismo sia sinonimo di libertà: l’Unione Sovietica di Lenin e Stalin, la DDR, la Cina di Mao, la Cuba di Fidel Castro, la Romania di Ceausescu, la Cambogia di Pol Pot e dei Khmer rossi, la Jugoslavia del Maresciallo Tito, la Corea del Nord di Kim Jong-un.Però siamo fiduciosi e attendiamo con ansia una risposta da Letta. Non vediamo l'ora di essere smentiti».

Questo è quanto scritto da Giorgia Meloni qualche ora fa e diffuso dalla sua propaganda via social. Come commentare le sue parole? Si può far riferimento alle più celebri frasi che descrivono l'ignoranza...

“È sapiente solo chi sa di non sapere, non chi s'illude di sapere e ignora così perfino la sua stessa ignoranza”. (Socrate)“Nulla al mondo è più pericoloso che un'ignoranza sincera ed una stupidità coscienziosa”. (Martin Luther King)“La scarsa considerazione che la nostra classe politica e in particolare quella più recente riserva all’istruzione, all’università e alla ricerca è la conseguenza del basso livello culturale della gran maggioranza degli eletti in Parlamento”. (Margherita Hack)
Si potrebbe continuare all'infinito, ma la sostanza non cambia. Giorgia Meloni è, nella migliore delle ipotesi, una ignorante che non sa di esserlo.

La Meloni - e non solo lei, a dire il vero - è tra gli ignoranti che pretendono di dimostrare che fascismo e comunismo siano la stessa cosa. Purtroppo per lei, non è così. Il fascismo è un sistema di potere, è unicamente una dittatura che trova la sua applicazione unicamente nella negazione di diritti e libertà. Il comunismo, nonostante la Meloni lo ignori, è altro rispetto alle dittature che si sono definite tali e che di comunista avevano quasi esclusivamente la distribuzione dell'oppressione che è comune ad una dittatura.

Infatti, il comunismo, a differenza del fascismo di cui lei è sempre restia a parlare, è un'ideologia che è altro rispetto a regimi del passato che si sono autodefiniti comunisti.

Se non fosse ignorante, come invece è, la Meloni saprebbe che il comunismo non lo hanno inventato né Marx, né Engels. Le sue radici, infatti, sono nel Vangelo, come dimostra l'etichetta di comunista assegnata all'attuale Papa che si limita semplicemente a ricordare ciò che è scritto nel Nuovo Testamento.

E proprio per questo i primi "comunisti" li troviamo nelle comunità cristiane dei patari e dei catari o in Tommaso Moro o Tommaso Campanella. In pieno Rinascimento, Moro disegnò una società comunista nella sua Utopia. Quasi cento anni dopo, Campanella fece altrettanto ne La città del sole, che i Gesuiti utilizzarono come riferimento per convertire i guarani, non tramite la violenza bensì creando un regime economico-sociale improntato al collettivismo.

Il comunismo, pertanto, è altro rispetto a ciò che l'ignorante Meloni cerca di propagandare... ma è meglio non ricordarlo o farlo sapere al popolo bue, che altrimenti potrebbe rimanerne sconcertato, smettendo di prestare ascolto alla propaganda che di giorno in giorno si inventa nemici contro cui inveire in modo da nascondere ed evitare di risolvere i problemi in modo intelligente e, pertanto, definitivo.

A proposito. Il comunismo, in Italia, è già in parte applicato grazie all'istruzione pubblica e alla sanità pubblica. L'ultimo passo che manca da fare, nonostante la Costituzione indichi che la Repubblica italiana sia fondata sul lavoro, è la garanzia del lavoro... un tema che i populisti alla Meloni affrontano affidandosi all'iperliberismo... una bella contraddizione, spiegabile però con l'ignoranza sopra citata. Un tema, tra l'altro, che diventerà fondamentale, anzi cruciale, nei prossimi anni, quando il progressivo estendersi dell'automazione e dell'intelligenza artificiale nei processi produttivi e decisionali farà strage dei posti di lavoro.

Ma questa classe politica che vive di slogan e propaganda non sembra preoccuparsene, pensando che si possa raccattare qualche voto in più affidandosi alla propria ignoranza e a quella degli italiani che a tali personaggi prestano ascolto.