Di seguito, la sequenza dei fatti che questo venerdì ha portato alla decisione, da parte del Governo, di dare il via libera alla costruzione del gasdotto Tap nel comune di Melendugno, in Puglia. La sospensione dei lavori e la cancellazione dell'opera era stato uno dei cavalli di battaglia elettorali del Movimento 5 Stelle, specialmente in Puglia, alle elezioni del 4 marzo.


Riportata dall'Ansa, prima è arrivata la dichiarazione del ministro dell'Ambiente Sergio Costa:

«In data odierna ho trasmesso al premier Giuseppe Conte le valutazioni di legittimità svolte dal Ministero dell'Ambiente sulla Valutazione di impatto ambientale rilasciata dallo scorso governo sul progetto Tap.

Anche nei punti contestati non sono emersi profili di illegittimità, indipendentemente dal merito, in quanto la Commissione Via - unico soggetto titolato a pronunciarsi - ha ritenuto ottemperate le prescrizioni.

La valutazione fatta dal Ministero dell'Ambiente esula dal mio pensiero personale e dal mio convincimento politico, se l'opera sia giusta o no. Ma nella fase attuale ogni valutazione da parte del Ministero deve essere fatta solo ed esclusivamente sulla base del principio della legittimità degli atti e non sul merito tecnico dei medesimi, in quanto non consentita dall'Ordinamento.»


Successivamente è arrivata la dichiarazione del presidente del Consiglio Giuseppe Conte ai sindaci pugliesi con cui dà il via libera al gasdotto:

«L'interruzione dell'opera comporterebbe costi insostenibili. Sul Tap abbiamo fatto tutto quello che potevamo, non lasciando nulla di intentato. Ora però è arrivato il momento di operare le scelte necessarie e di metterci la faccia. Prometto un'attenzione speciale alle comunità locali perché meritano tutto il sostegno da parte del Governo.»


Immancabile il commento del vicepremier Matteo Salvini, favorevole alla costruzione delle grandi opere... tutte:

«Avere l'energia che costerà meno a famiglie e imprese è fondamentale, quindi avanti coi lavori.»


Ovviamente la notizia non è stata certo accolta con favore dal Movimento No Tap che ha rilasciato la seguente nota:

#DIMETTETEVI TUTTI!!! #governo #cambiamento
Lo sanno i nostri governanti, o almeno una parte di essi, quello che abbiam subito in quelle campagne. Se gli ulivi potessero parlare, sarebbero testimoni di quanto stiamo scrivendo, la repressione gratuita che abbiamo subito nelle notti a controllare quello che succedeva nel cantiere. La documentazione è nelle loro stanze e non possono far finta di niente. Ma questo è scomparso dal mondo dell'informazione.
Non potete nascondervi dietro una frase 'sono No Tap' e dicendo che le autorizzazioni date sono legittime, di fatto, scaricando le responsabilità ad altri. Se avete le palle come le stelle rimettete il vostro mandato! DIMETTETEVI!


Il portavoce del Movimento No Tap, Gianluca Maggiore, ha commentato in tal modo la notizia:

«La battaglia continua su tanti tavoli, dal territorio all'Europa. Per quanto riguarda i politicanti che hanno fatto campagna elettorale in zona Tap è arrivata l'ora di rassegnare le dimissioni.»

 

E da parte dei "politicanti 5 Stelle che hanno fatto campagna elettorale in zona Tap"? Nessuna dichiarazione. I sempre ciarlieri e sorridenti paladini del popolo su questo argomento non hanno, finora, rilasciato alcuna dichiarazione, mandando avanti Conte, come se loro non fossero responsabili.

Nessuna dichiarazione da Luigi Di Maio, Barbara Lezzi, Lello Ciampolillo e altri... ma soprattutto nessuna dichiarazione da parte di Alessandro Di Battista che solo qualche settimana fa aveva ricordato che fermare la costruzione via terra del Gasdotto Tap era quasi un punto d'onore per il Movimento 5 Stelle.

Se questa è la coerenza del Movimento nel mantenere le promesse fatte agli elettori, è ormai evidente che i 5 Stelle non sono diversi dalla altre forze politiche.