Quando tutto sia iniziato, non sapremmo dire. O meglio, potremmo. Basterebbe andare su Google, digitare i termini appropriati, e ci verrebbero ammannite cronologie, tempistiche, nomenclature di coloro che ci hanno permesso di arrivare fin qui, alle prese con i cellulari, Internet, informazioni on line e faidate, social network e smartphone.
Invece cerchiamo di ricostruire qualcosa a memoria, tra amici, anche allo scopo di fornire una testimonianza come tante che, ritrovata, poniamo, nel 3015 (Maya permettendo), potrebbe costituire archeologia antropologica e fare di noi tapini un oggetto di tesi di laurea futura ( titolo che si acquisirà in un anno, mediante citazioni di siti, conoscenza degli ultimi sistemi di download e browser e chissaccheccaspita). Cosa tocca fare per quei quindici minuti di celebrità che Andy Wharol aveva promesso a tutti!
Una volta, per dire, nel 1982, se uno aveva bisogno di conoscere dei dati, per lavoro, studio o piacere, e magari a scopo conversazione: o li conosceva per cultura personale, o si affidava alla Treccani o si ficcava in libreria e in biblioteca, a caccia grossa (spesso appassionante, a volte defatigante), con l'aiuto di personale competente, lieto di dare una mano, finché non spuntava ciò che serviva. Ci venivano in soccorso, eziandio, appunti scolastici e testi universitari, ma non era per tutti.
E la musica? Chi ne è stato del vorace ascoltatore, il quale trascorreva pomeriggi interi nei negozi specializzati, esultando al ritrovamento dell'album semisconosciuto di qualche artista famoso che lo aveva inciso alle prime armi; o si involava in direzione Londra e dintorni, unendo due dilettevoli che insieme fornivano paradisi di piacere? I videoclip musicali, già barbarie per chi di noi è cresciutello, li beccavi in televisione; se proprio ci tenevi, li registravi. Ora scarichi, o comunque ascolti da Youtube, e ti appaghi alla svelta. Un po' come per il porno, insomma.
Quanto ai film, il videoregistratore era un buon supporto, ma rimaneva il rito del cinematografo o comunque l'acquisto del VHS, poi DVD: pur sempre un atto che distingueva il cinefilo. Una volta al negozio, gli sguardi di intesa si sprecavano e l'appartenenza al club di chi "condivideva" la materia dava brividi di voluttà.
" Ma da quando ci sei tu, tutto questo non c'è più". Rete, comunicazioni, immensa follia che leghi tutti noi, a parte una quota di irriducibili, che si ostina a tenere il telefono fisso e a guardare la televisione o a volte nemmeno quella, solo ad ascoltare la radio, come l'ultimo dei mohicani. Che ci ammonisce che "la vera vita è fuori"; e che con questi mezzi "sanno tutto di te", perdi l'abitudine a ragionare e non intrecci veri rapporti umani.
Sarà vero che la tecnologia uccide l'uomo, o è patetico revanchismo di generazioni al tramonto? Noi non emetteremo sentenze, avvertiamo solo qualche sommessa sensazione. Per esempio, che la nostalgia sia inutile, in questi casi. Come diceva Simone Signoret, riferendosi a una scritta sui muri di New York, essa non è più quella di una volta, specialmente dopo aver doppiato gli anta.
Non sappiamo quasi più scrivere a mano, è vero; non esercitiamo più la memoria, sissignore; se è per quello, non camminiamo nemmeno più, casomai "facciamo sport", e se no, inchiodati alle sedie.
Avverrà una trasformazione morfologica? Diverremo tronchi umani con grandi occhi e gambine atte solo a muovere qualche pedale, dopo aver selezionato una razza "spartana" atta a tramandare le carateristiche dell' "homo duemilianus"? Ma soprattutto, che ne sarà, del nostro povero cervello, già messo a dura prova da millenni di tentativi di cambiare la misera condizione umana? (chi con gessetto e lavagna, altri meno raffinati con coltelli e pistole, non sottilizziamo).
E soprattutto, i rapporti sociali peggioreranno? Questo ci preoccupa, visto che, a lume di esperienza, pareva che peggio non potessero andare. Se tuttavia si ritiene che computer e compagnia bella costituiscano un danno irreversibile alla vita vissuta, da vivere e da godere, allora buttiamo via tutto!
Torniamo a vederci nelle piazze, a consultare buoni vecchi libri, a telefonarci all'arrivo di una vacanza, mandando poi una cartolina e il resto te lo racconto quando torno e le fotografie, aspetto con ansia che me le consegni il fotografo, oh, guarda, sono venuta male, l'avevo scattata apposta per mamma!
E quando ci conosciamo, torniamo all'antico: ci annusiamo, scrutiamo, amiamo, odiamo , ci facciamo del male, ma mica così, da uno schermo, no! Vita vera, da mettersi pure le mani in faccia, se butta male. O no?