Cronaca

Logge, LOGGIONE, loggette

Penso che non bisogna formalizzarci sui termini. La libertà di associazione è contemplata dalla nostra Costituzione ed è cosa buona e giusta se persegue finalità etiche. Sono sorte onlus a profusione, associazioni più o meno culturali tutte all’insegna di nobili scopi, alla fine, quando stringi, la maggior parte sono delle sigle che servono per ricevere sussidi pubblici non si sa a che scopo.

Il 17 marzo 1981 fu eseguita in grande segreto una perquisizione nella villa di Licio Gelli sita a Castiglion Fibocchi dove fu rinvenuta la lista (parziale) dei membri di una loggia di tipo massonico (deviata) denominata P2. I due magistrati della Procura di Milano Turone e Colombo avevano predisposto la perquisizione perché mentre stavano indagando su Sindona incapparono in questa strana associazione che dagli elenchi risulterà raccogliere in se  tutti i capi dei servizi segreti sia militari che civili, parlamentari di rango, magistrati, giornalisti, imprenditori insomma c’erano i “più” dell’intero Paese compreso il “muratore” Berlusconi: quando il documento fu pubblicato scoppiò lo scandalo, sembrava che dovesse crollare il mondo invece finì tutto a tarallucci  e vino, nessuno mosse un dito e tutti continuarono a fare danni indisturbatamente.

Ogni tanto rispuntano altre P2, P3, P4 ….. adesso è  il turno della loggia denominata “Ungheria”. Il vero problema che in Italia non si vogliono chiamare le cose con il loro giusto nome: criminalità istituzionale, il fenomeno più pericoloso non solo per la democrazia ma per la sopravvivenza dei diritti elementari dei cittadini, è un cancro che dimora all’interno delle istituzioni, le fagocita e le strangola lentamente e inesorabilmente.

Il nostro Presidente Sandro Pertini definì la P2 un’associazione per delinquere, termine inappropriato perché tale fenomeno è esterno allo Stato, si contrappone ad esso invece questa fattispecie criminale è interna alle istituzioni che divengono strumenti per scopi illeciti e dalla quale la collettività non può difendersi perché l’interlocutore istituzionale a cui può rivolgersi per avere protezione e tutela ha perso la sua funzione primaria divenendo uno strumento contrario all’interesse pubblico.

La relazione finale dei lavori della Commissione parlamentare d’inchiesta per la loggia P2 guidata dall’onorevole Tina Anselmi caratterizza bene il fenomeno: “(….) la Loggia P2 si è posta come luogo privilegiato di incontro e centro di intersecazione di una serie di relazioni, di protezioni e di omertà che ne hanno consentito lo sviluppo secondo gli aspetti patologici che alla fine non è stato più possibile contenere”.

La Commissione dichiara che il fenomeno è ormai incontenibile, incalcolabile, incontrollabile, vi sono aspetti che non sono ancora emersi e dei quali non se ne può valutare la portata e gli effetti.

Riferendosi a Gelli: “Abbiamo visto come Licio Gelli si sia valso di una tecnica di approccio strumentale rispetto a tutto ciò che ha avvicinato nel corso della sua carriera.  Strumentale è il suo rapporto con la massoneria, strumentale è il suo rapporto con gli ambienti militari, strumentale il suo rapporto con gli ambienti eversivi, strumentale insomma è il contatto che egli stabilisce con uomini ed istituzioni con i quali entra in contatto, perché strumentale al massimo è la filosofia di fondo che si cela al fondo della concezione politica del controllo, che tutto usa ed a nessuno risponde se non a se stesso, contrapposto al governo che esercita il potere, ma è al contempo al servizio di chi vi è sottoposto. Ma allora, se tutto ciò deve avere un rinvenibile significato, questo altro non può essere che quello di riconoscere che chi tutto strumentalizza, in realtà è egli stesso strumento. La Loggia diviene uno strumento neutro di intervento per operazioni di controllo e di condizionamento”.

Controllo  e condizionamento politico, economico, sociale, culturale ed istituzionale.

La loggia di Amara, oltre ad essere un centro di potere consociativo che si ramifica in tutti i settori istituzionali, è sicuramente un boccone avvelenato per arrivare a destabilizzare persone e situazioni per volgerle verso derive anticipatamente programmate.

La pericolosità che avverto deriva dalla capacità di muoversi con disinvoltura di troppi “professionisti” in ambiti di alto livello istituzionale/economico: avvocati, commercialisti, medici, imprenditori, giornalisti, ad di grandi banche, magistrati, dirigenti istituzionali di alto livello, senatori, deputati, capi di governo, alti prelati e via discorrendo, costoro compongono gruppi di potere a se stanti, ognuno nel suo campo fornisce un servizio agli altri consociati, questo intersecarsi di relazioni privilegiate offrono occasioni di profitto e una pericolosa concentrazione di potere che determina gravi deviazioni in tutti i settori della vita del Paese creando  gravi  sperequazioni.

Questi sviamenti si manifestano in società dove i cittadini hanno una scarsa coscienza civile e politica; quando un organismo è debole la patologia si manifesta in tutta la sua gravità e se gli anticorpi non intervengono allora la civiltà viene annientata e subentra la barbarie.

Palamara è la tipica manifestazione di tale debolezza, ma è riduttivo attribuirgli tutte le responsabilità per un fenomeno così macroscopico.  Alla fine bisogna considerare che non vi è stata mai la volontà di fare una doverosa pulizia radicale perché noi cittadini abbiamo perso il controllo della pubblica amministrazione  e con lei le leve organiche del Paese: economiche, sociali e politiche divenendo i servi di questo organismo patologicamente corrotto.  

Scusate l'ardire. Come definireste i "club esclusivi" locali (amministrazioni comunali - Regioni)? Comitati d'affari S.p.a.?  E' troppo riduttivo,  godono di protezioni e omertà tipiche di un fenomeno corruttivo che travalica i confini locali: questi agiscono in branco perché da soli dopo due giorni finirebbero nelle patrie galere e butterebbero via le chiavi.

Autore Lucia Pomponi
Categoria Cronaca
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