Giovedì i vertici delle istituzioni politiche della Repubblica della Catalogna si sono presentati a Madrid per presenziare all'udienza in cui il Procuratore Generale dello Stato ha formalizzato loro le accuse per i reati di ribellione, sedizione e appropriazione indebita di denaro pubblico.

L'accusa ha chiesto il carcere senza possibilità di condizioni alternative alla detenzione per il vicepresidente della Generalitat Oriol Junqueras e per altri sette consiglieri. L'unico di cui non è stata richiesta la detenzione incondizionata è Santi Vila - consigliere economico della Generalitat, dimessosi 24 ore prima che il Parlamento approvasse la dichiarazione unilaterale d'indipendenza - a cui però è stato chiesto di pagare una cauzione di 50mila euro per evitare il carcere.

L'ufficio del Procuratore ha presentato una denuncia contro l'intero governo per aver dichiarato l'indipendenza della Catalogna al di fuori dei limiti concessi dalla legalità, facendo ricorso all'aiuto del Parlamento, dei Mossos d'Esquadra e delle associazioni indipendenti come ANC e Òmnium.

Nei confronti degli indagati, il giudice ha chiesto una cauzione di oltre 6 milioni di euro per evitar loro il sequestro cautelativo dei beni, mentre la procura vuole il loro arresto perché esiste un pericolo reale di fuga, reiterazione del reato e distruzione delle prove.

All'udienza di Madrid non sono presenti gli altri membri della Generalitat che hanno riparato a Bruxelles: il presidente della Generalitat Carles Puigdemont, i consiglieri Clara Ponsatí, Antoni Comin, Lluís Puig e Meritxell Serret.

Nei confronti di Carles Puigdemont e degli altri membri della Generalitat riparati in Belgio, la Spagna potrebbe chiedere un mandato di estradizione.
Va ricordato però che Puigdemont si è rivolto all'avvocato belga Paul Bakaert, esperto in causa relative alla difesa dei diritti umani, preparandosi pertanto a dare battaglia e ad opporsi alla richiesta di estradizione.

Nelle precedenti dichiarazioni rilasciate ai media, Puigdemont ha ribadito che la sua assenza dall'udienza odierna che si svolge a Madrid non aveva lo scopo di evitare le proprie responsabilità giudiziarie, ma quello di avere la possibilità di muoversi liberamente per mostrare alla comunità internazionale la situazione in Catalogna.

Per quanto riguarda Carme Forcadell e gli altri cinque membri deputati alla direzione e allo svolgimento dei lavori del Parlamento catalano - Joan Josep Nuet, Ramona Barrufet, Anna Simó, Lluís Corominas e Lluís Guiñó - si occupa la Corte costituzionale che deciderà della loro sorte solo il 9 novembre. Nel frattempo, è stato deciso che siano sotto stretta vigilanza della Polizia.

Nelle prossime ore si attende la decisione del tribunale in merito all'arresto dei membri della Generalitat.