Come era stato anticipato, il G20 si è concluso con una dichiarazione comune con cui tutti i Paesi si sono trovati d'accordo sulla necessità di una riforma del WTO, l'organizzazione che regola il commercio mondiale, che sarà discussa durante il prossimo summit che avrà luogo a giugno a Osaka, in Giappone.

La dichiarazione congiunta è stata ottenuta solo grazie al fatto che non si è fatto cenno delle problematiche legate al protezionismo, poiché gli Stati Uniti di Trump si erano opposti a tale tipo di formulazione.

Nulla è cambiato, invece, in relazione al clima, con 19 Paesi che hanno ribadito la propria convinzione di operare con l'obbiettivo di rinunciare all'energia fossile, mentre gli Stati Unit hanno confermato che continueranno a far uso di qualsiasi tipo di energia, qualunque sia la sua origine.

A margine dell'incontro, oltre alle rimostranze di alcuni Paesi nei confronti dei rappresentanti di Arabia Saudita e Russia, rispettivamente per il caso Khashoggi ed il caso Ucraina, da segnalare l'incontro tra Trump e Xi Jinping che ha portato ad una sospensione di 90 giorni della decisione del presidente Usa di applicare un aumento delle tariffe doganali sull'importazione di prodotti cinesi per ben 200 miliardi di dollari che avrebbe dovuto partire da gennaio 2019.

Nel frattempo i due Paesi continueranno il dialogo per trovare un punto d'incontro sull'attuale disputa relativa agli scambi commerciali che vede un disavanzo giudicato da Trump inaccettabile.

La "tregua" ha fatto seguito all'accettazione da parte del presidente Xi di acconsentire all'acquisto da parte della Cina di una quantità consistente, anche se non meglio precisata, di prodotti agricoli, industriali, oltre a greggio, carbone e gas, provenienti dagli Statti Uniti.