"Ammesso e non concesso che le soluzioni sui vaccini e sul Recovery Plan possano essere tecniche e senza valenza politica... ma su tutto il resto che cosa farà un Governo che si regge su una maggioranza che potenzialmente va da Leu alla Lega?"
Così Giorgia Meloni introduce il contenuto di una intervista rilasciata lunedì su Il Messaggero. Di seguito alcune delle sue dichiarazioni riportate sul quotidiano romano, in cui la presidente di FdI ribadisce e spiega il suo no ad un possibile esecutivo guidato da Mario Draghi.
"Non mi sento affatto isolata, anzi sento il dovere di dare voce a milioni di italiani che rivendicano il loro diritto di votare, come accade in tutte le democrazie del mondo, piuttosto che veder nascere l’ennesimo esperimento di Palazzo". "Isolata rispetto a chi? Sicuramente rispetto al mainstream, non direi rispetto agli italiani, da quello che sento e che vedo"."Il problema non è Draghi, del cui programma non sappiamo nulla, quanto la sua maggioranza sgangherata, un’ammucchiata che finirà per costringere il premier a continue mediazioni al ribasso. Mentre ora l’Italia ha bisogno di scelte coraggiose che soltanto una maggioranza coesa, con una visione chiara e un forte mandato popolare può fare". "È in corso la nascita di un governo che ancora una volta non ha alcun tipo di legittimazione popolare. Qualche giorno fa leggevo l’Economist, non un pericoloso foglio clandestino sovranista, che evidenziava come questo accada solo in Italia, perché normalmente nelle altre democrazie occidentali si va a votare. E voglio ribadire, a costo di sembrare stucchevole a chi fa finta di non capire, che nel frattempo in Europa e nel resto del mondo si vota tranquillamente. Possibile che soltanto in Italia le elezioni vengano considerate un attentato alla democrazia e non il suo momento più alto?"
La post-fascista, per i suoi trascorsi nel MSI, Giorgia Meloni ha perfettamente ragione. Non è possibile aggiungere o togliere nulla dalle frasi sopra riportate. Quanto da lei (ri)detto non fa una piega. Incredibile (per chiunque non ne condivida la linea politica), ma è tutto assolutamente vero.
A rendere ancora più evidente l'assurdità di quanto sta accadendo in Italia oggi, non è neppure necessario ricorrere alla propaganda "goebbelsiana" di Italia Viva veicolata dall'informazione alle redini di impresa e finanza che non possono non gioirne perché ritengono che un banchiere sia quanto di meglio per assicurare e garantire loro prestiti e fatturato, è addirittura sufficiente ascoltare le parole del segretario del Partito Democratico, Nicola Zingaretti, partito che pretende di rappresentare, in qualità di erede del PCI, la sinistra in Italia.
E per Zingaretti, rappresentare oggi la sinistra in Italia è annunciare nella trasmissione di Lucia Annunziata che il suo partito appoggerà in ogni caso il governo Draghi: senza sapere che cosa vorrà fare Draghi, senza sapere con quale squadra di governo lavorerà, senza sapere quale sarà la maggioranza che lo sosterrà e sulla base di quali condizioni tale maggioranza dovrebbe collaborare.
A rendere ancor più grottesche le dichiarazioni di Zingaretti, la sua sviolinata all'ex presidente Usa Barack Obama, in promozione ieri sera nella trasmissione di Fazio, di cui ha ripreso la seguente frase:
"La democrazia non è un dono che viene dal cielo. È una cosa che noi cittadini, nei nostri rispettivi Paesi, dobbiamo continuamente rinnovare. Dobbiamo sempre investire nella democrazia". - grazie, Presidente Obama!
Ma perché allora Zingaretti non ci spiega anche che cosa abbia a che fare con la democrazia il fatto che una nazione non venga guidata da un rappresentante scelto a seguito di libere elezioni, ma da un banchiere indicato da Mattarella, a cui i rappresentanti scelti dal popolo - in base a non si sa quale mandato - dicono di voler dare fiducia senza neppure conoscerne il programma di governo.
E questa sarebbe la democrazia secondo Zingaretti e gran parte del mondo della politica e dell'informazione in Italia?