Sergio Marchionne, classe 1952 da Chieti, possiede la mentalità di chi osa. Grazie a quella salva la Fiat ed è squallido pensare che ci sia gente che festeggi perché adesso è in fin di vita.

Con lui morirà anche una mentalità vincente che poco appartiene a questa società, molto conservatrice e poco rivoluzionaria.

"Un leader illuminato, un punto di riferimento ineguagliabile". John Elkann ha scelto queste parole per ricordare e ringraziare Sergio Marchionne, ma di attestati di stima e riconoscenza se ne contano a centinaia per quest’uomo che "solo al comando" è riuscito a risollevare le sorti della più grande industria italiana. 

Sotto la sua guida l’azienda torinese si è ripresa dopo un terribile periodo di crisi, è stata internazionalizzata attraverso la fusione con Chrysler, ma ha anche cambiato la propria natura in un continuo processo di risanamento che ha portato al più recente dei suoi risultati: l’azzeramento dei debiti.

All'inizio del suo mandato, Marchionne riesce ad ottenere un indennizzo di 2 miliardi di dollari da GM che non esercita l’opzione di acquisizione nei confronti di Fiat. È ossigeno puro per un’azienda che ha i conti in profondo rosso, una gamma vecchia e i cassetti dove c’è una sola grande idea: il ritorno della nuova 500 che avviene nel 2007.  

La grande occasione arriva nel 2009. Chrysler, insieme a GM, è in bancarotta e Marchionne vola a Washington convincendo il neopresidente Barack Obama che Fiat ha la tecnologia e le capacità per salvare l'azienda di Auburn Hills. L’affare va a buon fine: Fiat si prende il 20% delle azioni a costo zero e il controllo di Chrysler Group assumendo una serie di obblighi industriali che avrebbero garantito, a scadenze previste, ulteriori quote. Marchionne diventa amministratore delegato anche di Chrysler e nel 2010 entra nel consiglio di amministrazione di Exor, la holding finanziaria della famiglia Agnelli.

La Ferrari, era ancora “feudo” di Luca Cordero di Montezemolo. Ma lo stesso giorno in cui la nuova FCA fa il suo debutto in borsa, il 13 ottobre, Marchionne ne prende il posto avviando così l’operazione di scorporo del gioiello di Maranello da FCA per farne un brand del mondo del lusso. L’operazione viene finalizzata nel 2016 quando la Ferrari è già diventata anch’essa società di diritto olandese.

L’ultima apparizione di Marchionne è a Roma, in Italia, il 26 giugno scorso con la consegna di una Jeep ai carabinieri e l’annuncio che FCA avrà azzerato tutti i debiti nel bilancio semestrale che sarà presentato il prossimo 27 luglio. Ma a sottoporlo agli azionisti ci sarà il suo successore, Mike Manley.