Cronaca

Ultrà cattolici rubano in una chiesa di Roma tre statuette di donne indigene incinte e poi le gettano nel Tevere

Il prefetto del Dicastero della Comunicazione della Santa Sede, Paolo Ruffini, ha così commentato il gesto compiuto questa mattina da degli sconosciuti che hanno rubato dalla chiesa di Santa Maria in Traspontina e gettato nel Tevere le statuette in legno raffiguranti donne indigene incinte, utilizzate durante la celebrazione in Vaticano dello scorso 4 ottobre alla presenza di Papa Francesco:

"Abbiamo già ripetuto più volte che quelle statue rappresentavano la vita, la fertilità, la madre terra. E' un gesto, mi sembra, che contraddica lo spirito di dialogo che dovrebbe sempre animare tutti. Non so cos'altro dire se non che è stato un furto, e che forse si commenta anche da solo".

L'impresa è stata ripresa dagli autori che l'hanno pubblicata sui social. Questo il filmato:


Il prefetto del Dicastero della Comunicazione della Santa Sede, nella sostanza, ha dato del povero idiota a delle persone ottuse, probabilmente bacate di mente, che per difendere la fede cattolica hanno grottescamente finito per esaltarne l'esteriorità della forma a dispetto dei contenuti del Vangelo... proprio come dei pagani, gli stessi che pretendevano di voler combattere.


E a conferma della saggezza popolare che indica sempre incinta la mamma dei cretini, i media dell'ultraconservatorismo cattolico hanno esaltato l'accaduto con espressioni del tipo "giustizia è fatta".

E tanto per capire la brillantezza intellettuale così come la coerenza di tali persone, basti ricordare che sono le stesse che condannavano la follia dell'Isis per aver distrutto i Buddha di Bamiyan.

Inutile aggiungere altro.

Autore Angelo Zanotti
Categoria Cronaca
ha ricevuto 436 voti
Commenta Inserisci Notizia