Chissà per quali misteriose ragioni nelle remote costruzioni, dicono i nostri anziani, sì sono insediati spiriti, a volte buoni, altre meno, pronti a restituire dispetti quando gli umani vanno a molestarli, è anche il caso dei nuraghi, perché ascoltando le leggende, pare che ogni costruzione abbia il suo guardiano che custodisce un tesoro. Ecco la storia della Cantoniera del Diavolo.

Questo è un racconto ambientato in una casa Cantoniera delle ferrovie, una di quelle abbandonate, che mettono paura solo a vederle, i ragazzi del posto raccontano di aver visto spesso strani fenomeni, molti hanno parlato di fiamme che si accendevano dal nulla!


Ma partiamo dall'inizio.


A Molìmentu, località sita nei dintorni di S’Ena Frisca vicino Sassari, si narra che le remote costruzioni abitate dai nuraghi fossero custodite da spiriti ma, con la costruzione della ferrovia Terranova-Chilivani, furono demolite le vecchie dimore, lasciando gli spiriti a vagare in attesa di nuovi alloggi da abitare. E così fu.


Per far alloggiare i lavoratori della ferrovia, furono costruite le case cantoniere e un certo Basilio e la sua giovane sposa si trasferirono in una cantoniera di nuova costruzione a Molimentu, ma le notti in quella casa erano un continuo susseguirsi di rumori e di boati e, quando Basilio si affacciò timoroso per capire cosa stesse succedendo, vide qualcosa di spaventoso e fuggì. Erano forse i diavoli che trasferivano le loro cose?


L'Amministrazione doveva però coprire il posto e destinò un altro cantoniere venuto dall'interno dell'isola, ma anche questi non si fermò più di una settimana, fuggì come il diavolo dall'acqua benedetta.


Nuovi inquilini si sistemarono in quella casa, ma tutti fuggirono spaventati dai fantasmi che avevano infestato la cantoniera, tanto che la voce si sparse e la casa venne chiamata Cantoniera del Diavolo, oppure “sa cantonera bòida” - la cantoniera vuota - perché tale rimase per anni.


Non vi furono dubbi: quegli spiriti che erano stati spodestati con la violenza dalle colline, siano rimasti a vigilare se mai qualche dimora nuova venisse eretta nei pressi del loro vecchio tempio, pronti a rientrare e a prenderne possesso invece molto probabilmente erano sbuffi di vapore ere che davano ai siti come un senso di vita

Non è improbabile, dicono i narratori che nel sito oltre al sepolcro di chissà quanti uomini nuragici, vi fossero anche grossi tesori da custodire, perché gli spiriti altrimenti sarebbero rimasti lontani per sempre.

Fantasmi e tesori miscelati insieme nei racconti che facevano gli anziani la sera davanti al fuoco, in più alcuni segni che servono a corroborare la storia, per esempio all' entrata del paesino c'è un grosso masso su cui sopra sembrano raffigurate le dita di una mano, che la leggenda popolare naturalmente trasforma nella mano del diavolo.