Open Arms: in base a quali norme si nega lo sbarco a 134 persone?
Mohammed Adam Oga è l'unico sopravvissuto di un gommone che ospitava 15 persone, tra cui una donna incinta, che sono morte durante la traversata del Mediterraneo, ignorate da navi ed elicotteri.
Il gommone era partito dalla Libia, da Zawiya, una città sulla costa a 45 km a ovest da Tripoli, il 1 agosto scorso. Sul gommone prima è finito il carburante, poi il cibo ed infine l'acqua. Gli occupanti hanno iniziato a morire, uno dopo l'altro. Quando i corpi hanno iniziato a decomporsi, di volta in volta, sono stati gettati a mare.
Mohammed, unico rimasto a bordo, non avrebbe neppure lui avuto scampo se il gommone su cui si trovava non fosse stato avvistato da un aereo di Frontex che ha chiesto l'intervento da Malta di un elicottero di soccorso delle forze armate.
Adesso Mohammed Adam Oga è ricoverato in un ospedale maltese, ringrazia Malta per averlo salvato e spera di raggiungere il Regno Unito.
E mentre Mohamed è in ospedale, 134 persone continuano ad essere tenute prigioniere a bordo di una nave, la Open Arms, senza che, a questo punto, si riesca a comprenderne il motivo e per ordine di chi.
Il TAR del Lazio ha consentito lo sbarco di quelle persone. La nave che le ospita è a poche centinaia dal porto di Lampedusa, ma alla Open Arms non viene dato il via libera per l'accesso al porto ed il successivo attracco.
Nelle scorse ore, la Procura minorile di Palermo ha nominato i tutori per tutti i minori a bordo della nave della Ong spagnola, un primo passo per consentire, almeno a loro, lo sbarco il prima possibile.
Inoltre, la procura di Agrigento, in seguito ad un esposto del legali della Open Arms, ha avviato un'inchiesta per possibile sequestro di persona.
Arturo Salerni, legale che rappresenta l'Ong, ha ricordato che "dopo essere entrati in acque italiane grazie alla sospensione del decreto sicurezza bis, disposto dal Tar del Lazio, siamo stati raggiunti da un divieto di accesso al porto di Lampedusa firmato dalla guardia costiera italiana.
Questo ha determinato ore di attesa e continue evacuazioni mediche, con la situazione a bordo che adesso è fuori controllo.
Ci sono ancora a bordo i minori e anche loro devono essere fatti scendere subito: il tribunale dei minori era già stato molto chiaro in merito e potrebbe a breve esprimersi nuovamente.
Nello stesso tempo la Guardia Costiera ha chiesto al Viminale di individuare rapidamente un porto di sbarco, dopo le nostre sollecitazioni".
Ma chi è che blocca l'accesso al porto? Danilo Toninelli. Il ministro dei Trasporti, da cui dipende la Guardia costiera, aveva dichiarato di non voler firmare un secondo divieto di ingresso in acque italiane come gli era stato richiesto dal ministro dell'interno Salvini. Adesso, però, ha negato l'ingresso dei naufraghi nel porto di Lampedusa.
In serata è arrivata la notizia dell'apertura di un fascicolo da parte della Procura di Agrigento per sequestro di persona.
Dopo l'intervento della magistratura, l'ineffabile ministro Toninelli ha fatto sapere che nulla osta allo sbarco, rimandando però il consenso al ministero dell'Interno.
Di rimando il ministro dell'odio razziale fa sapere che "il Viminale ha dato mandato all'Avvocatura dello Stato di impugnare la decisione del Tar sul divieto di ingresso in acque territoriali per la nave Ong spagnola Open Arms.
Ad ora, nessun Paese europeo ha avanzato passi formali per l'accoglienza degli immigrati a bordo, mentre l'Italia sta ancora aspettando che altri Stati mantengano la parola data sulle promesse di presa in carico del passato..."
Come già accaduto in passato in relazione ad altre vicende che hanno riguardato questa banda di incapaci sprovveduti - in grado solo di propagandar balle - che si è installata al governo del Paese, anche questa vicenda, nonostante la sua drammaticità, rischia di trasformarsi nell'ennesima farsa ad uso e consumo di un personaggio spregiudicato e senza scrupoli, Matteo Salvini, che non ha nessuna remora di mettere a repentaglio la vita di decine di persone per il proprio interesse personale.