Navalny è in Germania ricoverato allo Charité di Berlino
"La lotta per la vita e la salute di Alexei è appena iniziata, e c'è ancora molto da fare, ma ora almeno il primo passo è stato fatto".
Questo è quello che, Kira Yarmysh, portavoce di Alexei Navalny ha pubblicato sul suo account social dopo il decollo dell'aereo che dalla città siberiana di Omsk ha trasferito il dissidente russo in Germania.
L'aereo è atterrato sabato mattina all'aeroporto Tegel di Berlino in un'area protetta, normalmente riservata agli arrivi e alle partenze vip, quelle di militari e funzionari di governo. Navalny è stato trasferito all'ospedale universitario della Charité, uno tra i più importanti policlinici universitari in Europa, scortato dalla polizia. Insieme a lui la moglie Yulia.
Il trasferimento da Omsk è stato organizzato dalla Fondazione Cinema for Peace del produttore Jaka Bizilj che, nel 2018, ha fatto altrettanto con un membro del gruppo di protesta russo Pussy Riot.
In una conferenza stampa tenuta venerdì a Berlino, un collaboratore di Navalny, Leonid Volkov, ha detto che i medici dell'ospedale di Omsk in un primo momento avevano mostrato la loro disponibilità a consentire il trasferimento di Navalny, per poi cambiare idea improvvisamente, negando la collaborazione dimostrata in precedenza. Dopo aver iniziato a sbrigare le pratiche burocratiche, i medici russi hanno iniziato a sostenere che Navalny non era trasportabile, perché le sue condizioni non erano stabili... ma hanno cambiato nuovamente opinione qualche ora dopo, dando il loro assenso al trasferimento in Germania.
Nadya Tolokonnikova, ex-Pussy Riot ed ex-moglie di Pyotr Verzilov - artista e attivista russo-canadese diventato famoso come portavoce non ufficiale della band Pussy Riot arrestato nel 2012 ed anche lui curato in Germania dopo essersi "sentito male" in Russia - ha dichiarato alla BBC che, al tempo, i medici tedeschi le avevano detto di non aver trovato tracce di veleno nel sangue dell'ex-marito, perché in genere queste scompaiono dopo tre giorni. Per tale motivo, secondo la sua opinione, i medici di Omsk hanno lasciato andare Navalny solo dopo essersi assicurati che il veleno non fosse più rintracciabile.