Il sequestro emozionale
La straordinaria pianista Maria Joao Pires è in concerto. Mozart. All'attacco dell'orchestra lei all’improvviso è raggelata; si accorge di aver preparato il pezzo sbagliato.
Quello che stanno eseguendo è un brano che lei conosce, lo ha eseguito tante volte. Ma oggi no, ne aveva preparato un altro, anche lo spartito che ha davanti a sé è sbagliato; è disperata. Guarda il direttore e glielo dice implorante, non sa cosa fare, scapperebbe via potesse, vorrebbe sparire in quel momento. Questa è proprio la situazione in cui possiamo parlare di sequestro emozionale, quando una tempesta emotiva oscura del tutto la componente razionale, e di fronte a un grande pubblico si preannuncia un vero disastro.
Fantastico invece quello che accade. Se la grande pianista avesse ricevuto in risposta altrettanta ansia e preoccupazione, se avesse visto disapprovazione o incertezza (feedback) è probabile che questo avrebbe amplificato il suo stato di panico fino forse a bloccarla del tutto.
E invece.. .il direttore continua il suo attacco senza curarsene, e anzi sorridendo la incita e le dice ... you can do it... e poi va avanti nell’introduzione come se nulla fosse e senza più guardarla. Il processo allora si inverte, il panico non trova sponda e alimento, l'ondata di chimica rallenta, un respiro profondo e lei parte ed esegue magnificamente, a memoria seguendo il flusso di qualcosa che aveva dentro ma che stava per essere oscurato.
Magnifico esempio di come uno stato emozionale può dominarci o può invece essere gestito.