Viaggiare è bello. Anche se non riesci a vedere un granché. Fa sempre bene alla salute cambiare aria, vedere una luce diversa, dimenticare per qualche giorno la realtà quotidiana. E fin qui.
L'Italia è arrivata più tardi al turismo, ma che ingresso! Siamo dappertutto, facciamo di tutto e torniamo esattamente con la stessa testa di prima.
Si viaggia per vedere, dice uno. Sì, certo. Ma fosse solo per quello... la televisione abbonda di documentari, le edicole e gli store traboccano di inserti e video e mettici pure il web: si potrebbe approfondire senza rischiare epidemie, incidenti aerei e guerriglia.
Si viaggia per conoscere, dice un altro. Sì, anche. Ma ammettiamolo, ci sono altri modi, anche più efficaci e perfino divertenti.
Dice un terzo: ci sono altri motivi, che non sempre si possono dire.
Risposta alla Dario Fo: si beh, ah beh.
Il quarto: io vado a riposarmi. Dipende. Le escursioni notturne, su aerei che a casa tua non prenderesti nemmeno se ti pagassero, e magari pure scortato dalla polizia, sono riposanti?
I ragazzini che appena esci dal villaggio turistico ti saltano addosso per chiederti roba, sono riposanti? Il quinto: vuoi mettere il mare dei Caraibi?
Ragazzi, siamo in Italia, c'è tutto il mare e il sole che vogliamo, non è che viviamo in Islanda.
Il sesto: voglio conoscere culture diverse. Dai, sei circondato da tutte le etnie possibili, i tuoi vicini di casa sono stranieri, uno su tre.
E poi, avete notato come sta cambiando la musica? E’ bello conoscere la altrui tradizioni, sì, però. Mica sempre sono belle. Non è detto che dobbiamo accettarle. Dov’è la verità? Quando si sconfina nel relativismo?
Ma sì, andiamo, esploriamo. Dimentichiamo tutto, per un po', solo un pochino. Riportiamoci a casa qualche immagine tutta nostra, che nessuno scatterà per noi. Qualche ricordo che ci farà desiderare di leggere un libro, di vedere un film. Fidanziamoci, sposiamoci, fraternizziamo; molliamo i freni, finché sarà possibile e l'artrosi e le dentiere non inizieranno a impedircelo.