Il Bel Paese che fu
È sconcertante quanto sta avvenendo in Parlamento, l’organo costituzionale che dovrebbe rappresentare le istanze dei cittadini. Il M5S ha evidenziato l’abisso che separa la base dai vertici. In questi decenni il veleno della partitocrazia ha modificato la mentalità di una buona parte dei cittadini che si è convertita ad un sistema basato sul ricatto e sui favori che ha strangolato irreversibilmente tutte le conquiste civili che sono costate sofferenze, ingiustizie e sangue di innocenti.
Il tempo che mi è stato concesso mi sta permettendo di rivisitare e valutare con una mentalità diversa le vicende che ho vissuto con occhi da spettatrice ingenua perché priva di esperienza. Quando ero giovane ho “visitato” ambienti e persone di vari tipi, per dote naturale ho sempre manifestato il mio pensiero apertamente e ho cercato la realtà al di là dell’apparenza senza rendermi conto della doppiezza e dell’ipocrisia che mi circondava restando ogni giorno sempre più sola e compatita.
Il clima stagnate e putrescente che perdura da decenni imposto dal potere economico di cui la partitocrazia ne è il riflesso più evidente è stato turbato da alcuni eventi molto significativi. Premetto che non sono cattolica e non appartengo ad alcuna setta o chiesa alternativa, riconosco che l’avvento di Papa Francesco ha portato una raffica di novità: la riconversione dello IOR, il riconoscimento dell’esistenza del problema morale della pedofilia nella Chiesa, una politica vaticana all’insegna dell’incontro con le altre religioni ma quello che mi ha veramente colpito è la franchezza e chiarezza inequivocabile dei messaggi che lancia. Riferendosi ai vescovi li ha rimproverati in particolare di aver rimediato alla crisi vocazionale badando ai numeri e non alla qualità, testualmente: “(…) hanno fatto entrare i lupi in casa”, non volevo credere alle mie orecchie! Anni prima avevo detto al parroco di Bracciano, testualmente: “Non ho mai visto servire tanto bene satana come lo servite voi”, questo individuo (e i suoi accoliti) aveva dimostrato troppe volte la sua indifferenza nei confronti dei più deboli, ascoltava e talvolta dava credito ai diffamatori che lo avvicinavano, praticava l’opportunismo, la discriminazione persino per censo, per livello culturale, per la famiglia di appartenenza e tanti altri elementi fuorvianti. L’aspetto che più offende è la mancanza di umiltà e il rifiuto delle critiche costruttive rivolte al loro operato. Quando l’attuale Papa incontrò l’Imam questi fu molto duro con il cattolicesimo disse che non aveva futuro perché mancava di principi, personalmente ciò che mi ha fatto uscire dal cattolicesimo è stato il tradimento dei principi cristiani e il razzismo contro la donna: la corruzione, l’ipocrisia, lo stato di degrado morale della vita pubblica (e privata) italiana ne è la riprova.
Continuando il mio cammino ho “incrociato” un video relativo ad un incontro pubblico che si è svolto 10 anni fa in occasione di un evento promosso da una testata giornalistica: anche qui si è parlato del problema morale che investe la nostra società, vi partecipavano alcuni magistrati dell’ex pool di “Mani pulite”, mi ha particolarmente colpito il contenuto pronunciato dall’allora Procuratore di Milano, voglio riportarlo testualmente perché sintetizza il dramma che oggi stanno vivendo molti cittadini, dramma aggravato dalla crisi pandemica.
Alla domanda postagli dalla giornalista che conduceva l’incontro il magistrato rispondeva ponendo a sua volta tre domande: “Fino a quando i poveri riusciranno a mantenere i ricchi nel mondo e in Italia? Fino a quando i poveri saranno costretti a pagare i danni della criminalità economica che è la principale causa della crescita 0 di questo Paese? Fino a quando chi paga le tasse sarà costretto a pagarle per mantenere la casta? È un dato di fatto che gran parte del raccolto viene impiegato per mantenere un mondo che costa tantissimo e che potremmo farne a meno. Non si può far sopportare i costi delle crisi finanziarie alle solite categorie sociali con l’aggravante di rubare il futuro ai giovani”.
Continuando pone un altro drammatico problema, quello del mercato del lavoro che contiene un’altra trappola mortale per la base del Paese, sia per i giovani che per i meno giovani: “Se non fai parte di una clientela, se non sei nato per censo, se non sei figlio di una corporazione il lavoro non lo trovi. Quanti di voi hanno in tasca il numero del faccendiere governativo di turno per ottenere un lavoro?”
Confindustria ha attaccato il reddito di cittadinanza definendolo uno spreco di risorse e i tutors hanno quasi del tutto fallito perché l’offerta di lavoro doveva provenire da coloro che non avevano alcun interesse ad usare un canale ufficiale e politicamente neutro che non gli avrebbe permesso di praticare il mercimonio di quello che doveva essere un diritto costituzionalmente garantito e dal quale hanno tratto e, finché durerà questo mercato infame, garantirà loro fedeltà e milioni di voti.
Questo diritto costituzionale è stato fatto scadere a livello di pura concessione che ha come contro partita non solo la vendita della dignità del beneficiario ma soprattutto la svendita della dignità altrui: è stato realizzato a livello nazionale il modello delle cosche mafiose infatti coloro che ricevono un favoreggiamento saranno fedeli schiavi del “sistema” che li agevola e li “tutela”. Con il Recovery Fund la partitocrazia otterrà un consolidamento attraverso le numerose assunzioni previste, ecco come i signori delle mosche stabilizzeranno ancora una volta il loro triste dominio.
L’offerta parte da una classe dirigente che proviene dai soliti ambienti, ha frequentato le solite scuole private e le solite università che fanno capo al “giro”, l’intelligenza e le capacità non sono rilevanti è l’appartenenza al branco che garantisce l’idoneità del soggetto e lo guida nella sua ascesa; coloro che non fanno parte di tale realtà e hanno doti naturali di eccellenza sono esclusi, devono andare all’estero dove, se hanno fortuna, riescono a trovare un impiego all’altezza delle loro capacità: permettendo ciò la collettività finora si è assunta il carico della preparazione culturale e tecnica dei giovani per poi regalare i migliori elementi ai paesi ricchi che per mezzo di queste intelligenze progrediscono e divengono sempre più economicamente potenti mentre noi affoghiamo nella mediocrità e nella miseria.
Dal 68 in poi, il diritto allo studio è stato un’altra trappola per la stragrande maggioranza dei cittadini, la scuola pubblica ha offerto una cultura di bassa lega, regalava i famosi “pezzi di carta”, titoli di studio privi di una reale preparazione, personalmente ho assistito ad un paio di 18 politici nella mia facoltà: è stato uno spettacolo indegno, ecco perché negli ospedali circolano molti incompetenti e anche assassini legalizzati, avvocati arrangiati e disonesti, politici ignoranti e corrotti, continuare la lista non si finirebbe più invece è interessante cosa si nascondeva dietro ad una così squallida “operazione culturale”: la popolazione era aumentata vistosamente, non vi era lavoro per tutti, prima del boom demografico alla fine delle elementari, poi della terza media i giovani andavano a “bottega” ad imparare un mestiere, i più sfortunati andavano a “cesellare le zolle”. Le giovani generazioni dovevano essere “parcheggiate” nelle scuole pubbliche, (il ministero della Pubblica Istruzione per l’occasione avevano semplificato i programmi scolastici) altrimenti sarebbero finiti in mezzo alla strada e avrebbero incrementato la criminalità. Le scuole private (cattoliche e carissime) hanno continuato ad accogliere i figli dei benestanti “cattolici Doc”; chi usciva dai loro istituti aveva molte porte aperte invece chi frequentava i corsi pubblici commetteva errori ortografici persino all’università. E pensare che la scuola pubblica italiana (per chi si poteva permettere di mandarci i figli prima del 68) era considerata una delle migliori in assoluto.
L’esempio più eclatante di tale malcostume e inettitudine è il progetto del ponte sullo stretto di Messina: 32 anni di sussidi alle grandi imprese in cambio di un aumento consistente del debito pubblico. La cordata italiana che si è aggiudicata l’appalto, per lo studio e la preparazione del progetto di massima e definitivo si è avvalsa di studi tecnici specializzati esteri, questa è la prova del mediocre livello professionale di questi giganti dai piedi di argilla, queste “associazioni di imprese” servono ad aggiudicarsi l’appalto con un’offerta iniziale bassa che permette di eliminare la concorrenza di ditte serie ma che nel tempo lieviterà stratosfericamente attraverso i meccanismi contenuti nelle leggi ad hoc approvate da un Parlamento servo che disciplinano la materia degli appalti pubblici.
L’attuale governo sta togliendo di mezzo il codice degli appalti con la scusa che costituisce un impedimento burocratico allo snellimento delle procedure: falso basta guardare le modifiche che sono state apportate di volta in volta per vanificare i controlli pubblici sulla qualità dei manufatti e i costi reali, un esempio per tutti: la ricostruzione del ponte di Genova è partita con una gara aggiudicata per 30 milioni di euro, dopo due anni è stato presentato un conto di 130 milioni.
Gli investimenti al centro sud sono un’ulteriore entrata per l’economia del nord: a chi vanno gli appalti per la realizzazione delle infrastrutture? Alle imprese del nord che hanno il monopolio degli appalti pubblici. Il nord oltre a prendersi per suo conto la quota maggiore dei fondi europei assorbe di riflesso anche le quote destinate al centro sud, alla fine con il cerino in mano ci restano i soliti e poi hanno il coraggio di definire il mezzogiorno parassita!
Il Recovery Fund rappresenta l’occasione unica per divorare una ricchezza inaspettata che spetterebbe a tutti ma che ne usufruiranno in pochi, il mezzogiorno si dovrà far carico di pagare l’ulteriore disastro economico che la partitocrazia sta organizzando.
Vorrei concludere sottolineando il particolare momento che sta vivendo l’ex premier Conte nell’ardua ma non impossibile ristrutturazione del Movimento. Personalmente considero fondamentale porre attenzione a quella parte di cittadini che costituiscono il “partito” degli astensionisti: se si vogliono rinnovare le istituzioni di questo paese, ammesso e non concesso che sia ancora possibile, occorre coinvolgere coloro che si sono rifiutati di essere complici di questo scandaloso modus operandi dei partiti che hanno perduto ogni giustificazione e funzione costituzionale e si autolegittimano attraverso il voto di scambio. Oggi stiamo assistendo al “mistero buffo” dell’approvazione del Recovery Fund da parte di un Parlamento palesemente manutengolo degli apolidi del profitto: è stato votato a scatola chiusa uno dei più grandi piani di investimento dal dopo guerra e questo per me è inaccettabile! Personalmente mi sento una presenza estranea in un Paese che non esiste più come entità politica, economica, civile e morale. Il Recovery Fund è destinato ad alimentare le illusioni dei poveri e aumentare le distanze sociali.