Cronaca

Ponte Morandi: Requiem per la giustizia

Questa volta la verità è stata portata alla luce ma non sarà seguita dal dovuto atto di giustizia: lo Stato ha perduto un’altra battaglia.

La Procura di Genova ha ricercato e messo in luce la realtà agghiacciante che si celava dietro il clamoroso crollo del viadotto del Polcevera : la cinica mentalità del profitto che nulla concede alla dignità e alla vita delle persone comuni, riesce a sconfiggere la verità, la giustizia e, allo stesso tempo, umiliare lo Stato.

Il 14 agosto del 2018 all’improvviso crollava il ponte Morandi causando la morte di 43 esseri umani, immediatamente si metteva in moto la macchina infernale dei concessionari per limitare i danni e scaricare le responsabilità su presunti difetti di progettazione e quant’altro e far pagare ai cittadini i danni e i costi delle vite spezzate. Persino il comportamento dei Benetton di fronte ad un tale disastro è stato inqualificabile. 

Le indagini confermeranno che la causa prima è stata un’incuria criminale dettata dal profitto: le manutenzioni necessarie non erano state eseguite per risparmiare sui costi e aumentare i dividendi e i compensi allo staff dirigenziale delle varie società che dolosamente hanno contribuito in solido al disastro.

Gradualmente dalle indagini emergeva il profilo criminogeno di una cricca di tecnici e speculatori senza scrupoli che occultavano sistematicamente il livello di degrado in cui versavano gli elementi portanti del viadotto e non solo di quella struttura per puro profitto.

Il grande manovratore della prima ora del disastro Castellucci, il 17 settembre del 2019 si dimette dalla carica di a.d. di Atlantia concordando una buona uscita pari a 13 milioni di euro ai quali dovevano essere aggiunte le competenze di fine rapporto a fronte della risoluzione consensuale del rapporto di lavoro. Il 13 dicembre 2019 Atlantia gli comunicava la  sospensione della buona uscita per i nuovi elementi emersi dalle indagini relative al crollo del ponte  di Genova.

Ma la cosa non lo ha spaventato ne fermato infatti nell’agosto del 2020 apriva una società di consulenza a conduzione familiare insieme alla moglie e alla figlia, la "Heba Partners".

La Procura di Genova lo faceva arrestare (domiciliari) l’11 novembre dello stesso anno al termine delle indagini sulle barriere fonoassorbenti “integautos” per attentato alla sicurezza dei trasporti e frode in pubbliche forniture.  Gli arresti “domiciliari” saranno revocati dal Tribunale del Riesame il 3 dicembre 2020.  

Il 25 giugno 2021 il Gip lo rinviava a giudizio con altri 58 indagati, tra cui 2 società per il crollo del ponte Morandi, la Procura aveva chiesto 71 rinvii a giudizio.

E adesso c’è l’amara conclusione: tanto lavoro per nulla grazie alla “santa prescrizione”. Infatti per il reato di omissione in atti d’ufficio la prescrizione scatta nell’ottobre 2023; per il reato di falso scatta nel 2024 e per gli omicidi colposi (il più grave di tutti) scatta nel 2026.

La prescrizione in questo caso non è garantismo ma impunità, per gli avvocati difensori sarà un gioco da ragazzi far passare il tempo.

Autore Lucia Pomponi
Categoria Cronaca
ha ricevuto 408 voti
Commenta Inserisci Notizia