Economia

Sconti, sgravi, detassazioni, miliardi: le nuove promesse del Governo del popolo... alle imprese!

Anche questa domenica abbiamo avuto l'ennesima riprova della singolarità di questo "Governo del cambiamento" guidato da un premier fantoccio che, quando non è possibile farne a meno, viene inviato a sostenere la parte di capo dell'esecutivo, la cui guida, però, rimane saldamente nelle mani dei due leader delle forze politiche che lo sostengono: Salvini e Di Maio.

I due vicepremier multiruolo si occupano, contemporaneamente, di organizzare l'attività politica dei propri partiti, gestire i ministeri di competenza e indirizzare l'attività del Governo... e di conseguenza del Paese. Con che risultati? Ognuno può giudicare in base alle proprie convinzioni.

Riguardo ai fatti, l'Italia  si avvia verso una nuova recessione, gli indirizzi economici per il futuro sono un rebus, in attesa che il Governo riesca a contrattare un accordo con l'Europa per licenziare gli  investimenti per il 2019 i cui benefici, in relazione al Pil,  sono visti però solo nelle ottimistiche previsioni dei "tecnici" di Lega e 5 Stelle. Nessun organo di controllo internazionale che analizza i conti del Paese è riuscito a valutare positivamente la bozza di manovra proposta dal Governo italiano. E di bozza dobbiamo parlare, visto che alla Camera, a poche settimane dalla fine dell'anno, è stata approvata una legge di bilancio priva di sostanza, dal momento che i provvedimenti che pesano sulla manovra fino a 15 miliardi verranno illustrati al Senato.

E allora, consapevoli del disastro finora prodotto, i due sempre sorridenti ed entusiasti vicepremier questa domenica, e non si sa bene se per marcarsi a vicenda oppure in base ad un'azione concordata, hanno parlato agli imprenditori.

Il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, ha così ricevuto al Viminale il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia con i vertici delle altre 14 associazioni di rappresentanza delle categorie produttive - artigiani, commercianti, agricoltori, cooperative - che qualche giorno fa, a Torino, hanno dato vita ad una iniziativa per ribadire il proprio sì alla Tav e a politiche economiche che favoriscano la crescita.

Che un ministro dell'Interno di un qualsiasi governo in qualsiasi parte del mondo si occupi di crescita ed incontri i rappresentanti di associazioni del mondo produttivo è una novità assoluta. Tale ruolo spetta al premier e ai ministri che si occupano di economia e sviluppo! Ma questo è ciò che accade in Italia.

E allora, per non esser da meno, ecco che l'altro vicepremier, attraverso Il Sole 24 ore, invia una lettera a tutti gli imprenditori italiani chiedendo loro di lavorare assieme: "Se lavoriamo insieme, consci delle difficoltà, presto potremmo nuovamente spiccare il volo".

E per scavalcare Salvini, nella lettera Di Maio annuncia una serie di promesse future a favore del mondo imprenditoriale, da attuare... con i soldi di Cassa Depositi e Prestiti:

- con un emendamento al Senato, nella Legge di Bilancio, per il pagamento del 50% dei debiti della PA con le imprese entro il 2019. Si tratta di circa 30 miliardi;

- con oltre 200 miliardi di euro di risorse per i prossimi 3 anni per sostenere i piani di rilancio del Paese, senza però specificare quali siano.

A ciò, Di Maio ha aggiunto quanto già stabilito nella manovra, oltre a future misure che abbasseranno il costo del lavoro e balzelli vari.


Agli imprenditori italiani non è stato necessario scendere in piazza e spaccar tutto, come in Francia, per ottenere molto di più di quanto il Governo ha promesso di voler concedere al popolo, di cui si dice esser garante.

È stato sufficiente un convegno di un paio d'ore per rimettere in riga il cambiamento.

Autore Mario Falorni
Categoria Economia
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