“Pigafetta e Magellano„ di Vittorio Russo
Nel chiostro di Sant‘Agostino in Pietrasanta (Lucca) si è tenuto nel mese di ottobre il VII Festival del Giornalismo e dell‘Editoria.
Tra le numerose e interessanti presentazioni che si sono avvicendate nella splendida cornice del Chiostro va segnalata quella che l‘eminente storico Franco Cardini, emerito dell‘Università di Firenze, ha fatto del volume concernente il viaggio di Pigafetta e Magellano alla fine del mondo all‘epoca conosciuto.
Con straordinaria capacità narrativa Vittorio Russo, casertano di Castel Volturno, ha scritto il volume dal titolo “Pigafetta e Magellano” pubblicato per i tipi di Sandro Teti Editore. Per l’autore che ha avvicinato Pigafetta con singolare coinvolgimento emozionale, si tratta anche di una sorta di riparazione nei confronti del grande navigatore vicentino che per primo circumnavigò il globo terrestre e che, nonostante il centenario, è stato poco festeggiato in Italia. ha analizzato a fondo la figura di Pigafetta e, attraverso lo studio della personalità del navigatore, ha fatto emergere anche altre personalità di italiani, che rappresentavano oltre il venti per cento dei marittimi imbarcati, i quali coadiuvarono con la loro perizia il navigatore vicentino nel suo periplo del mondo quali, ad esempio, Leon Pancaldo che nacque a Savona nel 1482.
Pigafetta era di nobile famiglia di origine fiorentina che si era trasferita a Vicenza e con Francesco Chieregati o Chiericati nunzio apostolico si recò in Spagna, riuscendo ad imbarcarsi come “sobresaliente” nella Armada de la Especiería. Il navigatore vicentino, come era abituale nella sua epoca, scriveva utilizzando la lingua Sabir, la lingua franca degli uomini di mare e dalla sua Relazione traspare chiaramente che l’avventura di quel grande viaggio implicò sacrifici, dolore, fame, terrore, angosce, solitudine, malattia e morte. Vittorio Russo, di professione capitano di lungo corso, descrive in maniera speculare un suo viaggio sulla scia del navigatore vicentino e di Magellano e, utilizzando le figure dell’analessi e della prolessi, del flashback e del flashforward, inserisce nel racconto del suo personale viaggio nella Terra del Fuoco riferimenti agli esploratori pionieri di queste regioni del “Fin del Mundo”.
Si tratta di un racconto articolato e vivace che sarà apprezzato moltissimo dagli amanti dei viaggi e delle vicende storiche fondamentali della storia dell’uomo.