Cultura e Spettacolo

La misericordia di Dio padre nel beato don Michele Sopocko – secondo Don Gregorio

 Il tema della misericordia attraversa tutta la Bibbia come “un filo rosso” perché Dio come il Padre, fin dall’inizio, si è rivelato come amore e misericordia. Di fronte al peccato dell’uomo, non l’ha condannato per sempre, ma ha promesso di salvarlo e redimerlo, dandogli la possibilità di riacquistare la figliolanza divina. Nel vangelo di san Matteo leggiamo: «Misericordia io voglio e non sacrifici» (Mt 9, 13). Dio vuole, anzi pretende la misericordia perché è misericordia da sempre, dall’eterno, “eterna è la sua misericordia”. Così il popolo d’Israele ha continuamente fatto esperienza che il Signore è «misericordioso e pietoso, lento all’ira e grande nell’amore» (Sal 103, 8). 

Potremo dire che «la diversità e la ricchezza dei linguaggi soteriologici della Sacra Scrittura e della tradizione ecclesiale esprimono sostanzialmente due aspetti della salvezza degli uomini: la liberazione dal peccato e la divinizzazione»[1]. 

Per Sopoćko, questi due aspetti fondamentali della salvezza degli uomini rivelano la misericordia del Padre che è l’agire di Dio ad extra. Il Nostro associa alla misericordia due lati che formano un’unità concreta che va sempre rispettata: l’amore misericordioso (il movimento dall’alto verso il popolo in attesa della salvezza) e la giustizia (dal basso, mediante Gesù verso il Padre)[2]. Nel I volume: Misericordia di Dio nelle Sue opere (1959), emerge chiaramente che la proprietà fondamentale, che il teologo polacco definisce “l’attributo più grande di Dio”, è sempre inseparabilmente unita alla giustizia divina. Giustizia e misericordia si consolidano reciprocamente, si accompagnano e si completano perfettamente[3]. 

Sopoćko meditando il testo del Salmo 103, analizza accuratamente il linguaggio biblico e nota l’attenzione “particolare” alla misericordia di Dio Padre “rafforzata” dall’Autore delle Scritture. Osserviamo che il Nostro continuamente consulta gli studi precedenti. Infatti, la prima espressione che cita è di sant’Agostino, il quale vede nella misericordia di Dio “il motivo prioritario del suo agire”[4] e confessa che Dio  è misericordioso in tutte le sue opere: «Buono è il Signore verso tutti, verso tutte le sue opere è la sua tenerezza» (Sal 145,9). Poi aggiunge che Dio è misericordioso, ma nel futuro manifesterà anche la sua giustizia (parusia)[5]. La seconda espressione che riporta è di san Giovanni Crisostomo, il quale afferma che “tutto ciò che Dio ha creato perirebbe, se non esistesse la sua misericordia”. Un’altra espressione è di san Bernardo, che spiega le parole di san Paolo (cf. 2 Cor 1,3)[6] con un chiarimento interessante, secondo cui, “Dio non è il Padre dei giudizi, ma della misericordia, il castigo invece, viene da noi stessi”. Costatiamo però che la riflessione di san Tommaso D’Aquino occupa uno spazio centrale e contribuisce allo sviluppo del concetto biblico nella teologia di Sopoćko in maniera determinante.

 Il Nostro, infatti, mette in luce altri aspetti rilevanti della misericordia, quali la perfezione più grande di Dio. Essa aiuta gli uomini ad uscire dall’orgoglio, dall’ignoranza, dalla debolezza e dalla concupiscenza[7]. La misericordia è la perfezione infinita e nello stesso tempo immutabile, perché Dio stesso è misericordia. Egli, avendo tanta pietà nei confronti degli uomini, desidera “farli uscire fuori” dalla loro condizione di miseria, e cioè dalla continua capacità di peccare. Dio clemente si abbassa e vuole entrare in questa condizione umana fragile e miserabile, per riempirla di ogni grazia che solleva e salva[8]. L’agire di Dio viene accompagnato sempre dalla misericordia, in piena libertà, senza nessuna necessità, perché Egli è infinitamente misericordioso[9]. Per questo, Sopoćko pone l’accento su Dio della misericordia come l’Essere Supremo, senza nessuno al di sopra, che si china verso le sue creature, rivela il suo amore come innamorato degli uomini, considerati anche nella loro miseria. Perciò scrive:

«La misericordia è l’essenza e la perfezione di Dio, cioè l’attributo più grande, con il quale Egli si abbassa verso la miseria della sua creatura. La misericordia di Dio consiste nel rivolgersi del Creatore alle creature, allo scopo di farle uscire dalle miserie e cancellare le loro mancanze (kenosi)»[10].

 L’essenza divina è sempre l’amore, «causa prima della misericordia e fondamento basilare»[11]. Ciò che distingue il Nostro dagli altri teologi, è il modo di vedere, di ragionare e di esplorare il mistero di Dio con “un occhio attento”, paziente e fedele alla dottrina cristiana, con un certo atteggiamento di coraggio e di persistenza nelle sue tesi[12]. Per poter trovare la conferma, occorre leggere una “espressione famosa”, la quale diventa più significativa per l’originalità del suo pensiero.

«Penetrando le cause prime ed i motivi dell’opera divina, vediamo la misericordia come fonte di ogni azione esteriore (…). In ogni opera di Dio, a seconda del nostro modo di vederla, è possibile vedere le perfezioni divine»[13]. 

 Questo modo di vedere di Sopoćko dimostra precisamente che Dio non è né compassione, né virtù, ma è “amore e misericordia”. Egli, come Spirito purissimo, non  è sottoposto alla compassione. La tristezza fa parte della “virtù della misericordia”, ma in questo caso, essa non si trova in Dio, perché Egli in se stesso è sempre felice, autosufficiente e non dipende da nessuno. Dio compie l’atto creativo volontariamente senza nessun dovere, esclusivamente nella sua misericordia. Per questo motivo Dio crea il mondo, evidenziando meglio l’atto della creazione e suscitando nell’uomo il desiderio naturale di amore di Dio, che non solo ha creato  il mondo, ma lo sorregge nell’esistenza, conducendolo alla destinazione giusta[14].  Perciò il Nostro scrive:          

«Dio Padre dimostra la sua misericordia già nell’atto della creazione dell’uomo, e quando egli commette il peccato, dimostra ancora più grande misericordia salvandolo per il sangue del suo Figlio»[15].

 Dal testo appena menzionato è chiaro che la misericordia del Padre si rivela nel Figlio, Gesù di Nazareth. Nel Figlio, infatti, possiamo trovare la pienezza di grazia e di misericordia. Egli, nel suo essere e nel suo agire è tutta la misericordia di Dio. 

Don Gregorio - prof. sac. Grzegorz Stanislaw Lydek



[1] Cf. B. Sesboüe, Gesù Cristo l’unico mediatore. La vita cristiana alla salvezza, Querinina, Brescia 2009, p. 5.
[2] Cf. M. Sopoćko, Miłosierdzie Boga w dziełach Jego, vol. I, pp. 65-66.
[3] Ibidem, p. 18.
[4] Costatiamo che Giovanni Paolo II in particolare, aveva insistito sull’“agire” di Dio, cioè sul fatto che Dio agisce sempre per amore. Benedetto XVI, invece, con l’enciclica Deus Caritas est ha colto la radice ultima dell’insegnamento di Paolo VI e di Giovanni Paolo II sulla “Civiltà dell’Amore”, spostando l’accento sull’“essere” stesso di Dio. Egli agisce sempre per amore, perché “è” amore. Così, dopo aver distinto l’agàpe dall’eros (cioè l’amore primo, totalmente gratuito e disinteressato, dall’amore secondo, che non esclude la propria soddisfazione), mostra che l’Amore in Dio è un’unica realtà, in cui eros e agàpe s’integrano. La Provvidenza, attraverso la persona di Sopoćko e grazie all’idea di misericordia da lui vissuta, elaborata  e predicata, mostra che “Dio è amore (l’essenza di Dio) e misericordia (l’agire di Dio ad extra)”: cf. M. Sopoćko, Poznajmy Boga w Jego  Miłosierdziu, p. 21.
[5] Cf. M. Sopoćko, Miłosierdzie Boga w dziełach Jego, vol. I, p. 63.
[6] Il testo di san Paolo dice: «Sia benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, Padre misericordioso e Dio di ogni consolazione, il quale ci consola in ogni nostra tribolazione» (2 Cor 1,3).
[7] Cf. M. Sopoćko, Miłosierdzie Boga w dziełach Jego, vol. I, p. 80.
[8] Cf. ibidem, p. 15.
[9] Ibidem, p. 22.
[10] M. Sopoćko, Gesù confido in Te, p. 6.
[11] M. Sopoćko, Miłosierdzie Boga w dziełach Jego, vol. I, pp. 64-66. Altri contributi della riflessione teologica presi in considerazione dal Nostro sono: H. Melkerbach, Summa Theologiae Moralis Ad Mentem D. Thomae, vol. I p. 921; O. Marion, Cristo nelle sue perfezioni, p. 574.
[12] Vale la pena sottolineare che Sopoćko, durante l’elaborazione del trattato dogmatico De misericordia Dei, si consultava con i professori autorevoli di quell’epoca, prof. Alfons Wolny e prof. Karol Van Oosta, ascoltando attentamente le loro considerazioni, i suggerimenti e le osservazioni critiche: vedi A. Wolny, O czystość ducha liturgicznego, in “Homo Dei” 18(1949), pp. 220-227; K. Von Oost, Dyskusja liturgiczna [La discussione liturgica], in “Homo Dei” 119(1950), pp. 207-215.
[13] M. Sopoćko, Miłosierdzie Boga w dziełach Jego, vol. I , p. 5.
[14] Ibidem, p. 22.
[15] M. Sopoćko, Miłosierdzie Boże nadzieją ludzkości, s.e., Wrocław 1948, pp. 8-9. Il Papa Benedetto XVI nella cattechesi del mercoledì, su questo tema, iniziando un percorso biblico dal capitolo 18 del Libro della Genesi dove si narra che la malvagità degli abitanti di Sodoma e Gomorra era giunta al culmine,  evidenzia l’importanza della scoperta della misericordia di Dio. «Con la sua supplica, Abramo sta prestando la propria voce, ma anche il proprio cuore, alla volontà divina: il desiderio di Dio è misericordia, amore e volontà di salvezza, e questo desiderio di Dio ha trovato in Abramo e nella sua preghiera la possibilità di manifestarsi in modo concreto all’interno della storia degli uomini, per essere presente dove c’è bisogno di grazia. Con la voce della sua preghiera, Abramo sta dando voce al desiderio di Dio, che non è quello di distruggere, mai salvare Sodoma, di dare vita al peccatore convertito. È questo che il Signore vuole, e il suo dialogo con Abramo è una prolungata e inequivocabile manifestazione del suo amore misericordioso»: Benedetto XVI, Insegnamenti di Benedetto XVI, I - 2011, LEV, Città del Vaticano 2012, p. 224.

Autore Grzegorz Stanislaw Lydek
Categoria Cultura e Spettacolo
ha ricevuto 366 voti
Commenta Inserisci Notizia