Per Gravina Spalletti rimane al suo posto: a questo punto la qualificazione ai prossimi mondiali è a rischio
Dopo la disastrosa eliminazione dell'Italia da Euro 2024, oggi si è svolta la conferenza stampa di Gravina (presidente della Figc) e Spalletti a commento di quanto accaduto.
Le dichiarazioni di Spalletti:
"Sono io quello che ha responsabilità più importanti di tutti", dice Spalletti, che dedica le prime parole ai tifosi ("Grazie per la vicinanza e l'amore che ci avete dimostrato") e allo staff della Federazione "per la disponibilità a trovare soluzioni per qualsiasi piccolo problema sia venuto fuori. Dispiace che tutto questo sia rimasto intrappolato in quella che è l'idea generale che ci si fa attraverso i risultati". "Nella mia vita sono sempre stato abituato a quello che c'è da fare successivamente, indietro non ci posso tornare. Qualche cosa ho sbagliato, ho tentato di ringiovanire la squadra. Ma siccome rimarrò qui, questo sarà fatto ancora di più"."Ci sono molte cose da dover far vedere: il mio impegno sarà totale, con delle esperienze fatte e con delle conoscenze in più. Bisogna essere completi nel racconto e onesti in queste 14 partite. C'era subito un'urgenza di risultati e, probabilmente, per quello che necessitava il momento siamo stati bravi fino a un certo punto. Non siamo riusciti a crescere in questo mini-percorso fatto. Ieri si è fatto un passo indietro importante, che non si può accettare, ma si riparte da lì e penso di sapere cosa fare. Con ieri siamo tornati a zero ed è da lì che dobbiamo ripartire. Nelle scelte future tenterò di ringiovanire ulteriormente per creare un gruppo nuovo. Alcuni aspetti come la mancanza di personalità e il leader non mi hanno dato le risposte che cercavo: si cercherà di creare un futuro più giovane, con energie e forze nuove"."All'Europeo ci siamo arrivati con una qualificazione meritata ma difficile. Sapevamo di avere un girone con difficoltà massimali, perché lo racconta la storia. Le nazionali che abbiamo incontrato sono squadre organizzate, con calciatori maturi. Noi abbiamo una di quelle con età media tra le più giovani, una delle ultime per numero di presenze. Fino alla qualificazione c'è stata una reazione nelle partite che ieri non si è vista: ieri ci siamo rimasti male, diventando responsabili in maniera importante".
Come è evidente dalle dichiarazioni rilasciate dal CT, Spalletti non ha alcuna intenzione di dimettersi dopo l'imbarazzante campionato europeo dove ha messo in campo una squadra che, Albania a parte, contro avversari credibili è sembrata una sqdra di dilettanti. E neppure il presidente dell Figc, Gravina, ha detto di voler cambiare, confermando il tecnico di Certaldo alla guida della Nazionale:
"Il gruppo non si distacca dall'assunzione di responsabilità. Siamo tutti responsabili, e dobbiamo continuare a esserlo, appellandoci proprio al grande senso di responsabilità. C'è stata una lunga chiacchierata con il mister: è impensabile risolvere i temi abbandonando un progetto che dal primo momento abbiamo definito pluriennale. C'è da cambiare qualcosa, c'è da rivedere qualcosa in termini di approccio: ci saranno delle riflessioni profonde, ma abbiamo cominciato a confrontarci con Luciano Spalletti. Dobbiamo crescere tutti e abbiamo un solo modo per farlo: quando si cade, e ci capita piuttosto spesso, bisogna rialzarsi con la forza del progetto, la forza delle idee e con il lavoro. Non ho la cultura di fuggire dalle difficoltà, ma questo è il momento di distinguere le posizioni politiche e sportive"."Parliamo di un progetto nel quale è centrale un allenatore subentrato da pochi mesi e che ha avuto a disposizione poche gare. Ci sono poi poco più di 100 calciatori selezionabili e questo deve porre delle riflessioni che non dipendono dalla posizione del presidente federale, ma dal sistema. Spalletti deve avere la nostra fiducia. Il talento c'è, e lo dimostrano i risultati delle nostre Nazionali giovanili come l'Under 17, che recentemente si è laureata campione d'Europa: non siamo però mai riusciti ad attivare un meccanismo di valorizzazione di questo talento"."La consapevolezza dell'importanza della qualificazione al Mondiale 2026 c'è. Quando abbiamo parlato con Luciano Spalletti, la progettualità puntava al 2026: possiamo fondare tutte le aspettative, ma dobbiamo sempre fare i conti con la realtà. Nessuno è in grado di garantire un impegno senza la progettualità. Nel 2018, anno di inizio del mio mandato, scegliemmo di finanziare tutta l'attività di base. Questa progettualità deve portare alla valorizzazione del nostro talento. Tra 60 giorni iniziamo la Nations League: possiamo fare tutti i discorsi che volete, ma siamo lontani dagli obiettivi. Ci siamo accorti che siamo tornati indietro, e che siamo un po' più lontani, ma non ci possiamo arrendere e pensare di lasciare da parte alcune buone prestazioni che comunque ci sono state. L'obiettivo 2026 esiste ed è reale: sarebbe un disastro inimmaginabile non poter centrare per la terza volta la qualificazione. Non per il risultato, ma per il non essere riusciti a trovare la soluzione a un progetto"."La delusione è di tutti, anche dei ragazzi per non essere riusciti a ottimizzare in termini concreti i grandi sacrifici fatti. Non sono deluso da loro, ma dalla prestazione contro la Svizzera. Spalletti si impegnerà in questi 60 giorni, ma la vedo dura pensare che in due mesi vengano fuori alternative per il salto di qualità. La mancanza è stata quella di sopperire con il carattere ad alcune carenze oggettive, ma non voglio buttare via tutto quello che è stato fatto. I ragazzi devono essere tenuti in considerazione per tutto quello che hanno fatto".
Con queste premesse, difficile credere che l'Italia possa qualificarsi ai prossimi mondiali.
Crediti immagine: Media Gallery FIGC