Accadono fatti che ci obbligano ad affrontare la realtà: non ci si rende conto di quanto il nostro pensare si avvalga di concetti puramente intellettuali che colgono solo l’aspetto materiale fornendoci un quadro illusorio e fuorviante della nostra esistenza. Le nostre abitudini mentali tendono sempre ad evitare le contraddizioni ma il mondo ne è pieno e ci dobbiamo confrontare con esse ogni giorno.

Non si risolve il problema strutturando schemi di pensiero che tutto comprendono, ciò ci porta sempre più lontano dalla realtà e ci rende sempre più fragili e divisi e ciò si riflette su ogni aspetto della nostra vita, anche familiare. Di tale situazione ne approfittano coloro che, privi di valori, ideali e idee sfruttano tale condizione per raggiungere i propri fini a danno del prossimo.

GOETHE, affermando che “il vero oscurantismo non consiste nell’impedire la diffusione di ciò che è vero, chiaro ed utile, ma nel mettere in circolazione ciò che è falso”

profeticamente sintetizzò ciò che avvelena la vita sociale, l’economia e la politica moderna e, mi duole dirlo, traccia il profilo della società italiana.  In più di settant’anni di democrazia parlamentare, sotto l’influenza dei partiti, il semplice cittadino si è trasformato, per egoismo ed opportunismo, in complice di un sistema basato sulla corruzione e non sui diritti e doveri: sono ormai deboli i valori essenziali che sorreggono la vera civiltà e il vero progresso di una collettività.

Questa situazione non si è creata nel giro di un mese, ma con decenni di indisturbata impunità: c’è da inorridire nel sentire Craxi pronunciare in parlamento lo “storico” discorso sul finanziamento illegale ai partiti:dopo aver accusato pubblicamente sé stesso e gli altri di aver sottratto fiumi di denaro pubblico al fine di “alimentare” la partitocrazia, con smisurata presunzione definiva simile andazzo un “errore politico” (compresi gli arricchimenti personali).

Questa è comunque una conseguenza, la realtà è che attualmente tale organo costituzionale non rappresenta più gli interessi di una collettività, confondendo le sue peculiari e delicate funzioni ha gradualmente spostato il potere politico dalle classi più numerose alle classi professionali ed imprenditoriali ciò ha portato alla cura di interessi di parte, una immobilizzazione delle forze creative della società che impedisce quelle riforme economiche che tengano conto soprattutto della dignità dell’essere umano senza le quali si va verso la decadenza. La partitocrazia ha deformato la vita civile ed economica imponendo la sua logica deviata e lontana dai valori democratici ad una collettività rendendola servile.

All’inizio del suo mandato il nostro premier è stato offeso pubblicamente dagli altri leaders europei quando ha partecipato agli incontri di Bruxelles perché rappresentava un paese dilaniato ed umiliato dalla corruzione e dal comportamento dei suoi predecessori. Quando si è manifestato il flagello del corona virus gli italiani tutti sono stati pesantemente e pubblicamente offesi dai rappresentanti delle istituzioni europee quando il nostro premier denunciava la gravità della situazione che aveva colpito l’Italia. Chi ha dimenticato lo spot francese del pizzaiolo italiano che sputacchiava sulla pizza e contagiava tutti?  Dal disastro provocato dalla pandemia abbiamo l’occasione di ricominciare una nuova vita e per farlo il “vecchio” deve morire, affinché nasca il “nuovo”. Questo può farlo solo la base non i vertici del paese con nuove forme associative democratiche pogianti su principi cristiani liberamente scelti come guida per il nostro vivere quotidiano.

Questo è un momento delicatissimo per la nostra sopravvivenza: i fondi europei sono la nostra salvezza ma occorre spenderli saggiamente. Bisogna riconoscere che il nostro premier ha lottato come un leone per cambiare le regole del gioco al tavolo della comunità europea e le cose sembra stiano gradualmente dirigendosi verso un’evoluzione positiva. Attenzione però che se il governo è riuscito ad ottenere ingenti finanziamenti questi dovranno essere spesi dalle regioni attraverso la realizzazione di progettualità che rispecchiano le direttive di sviluppo deliberate dalla comunità europea. La partitocrazia e, in particolar modo la destra, vuole il controllo totale del territorio ottenendo l’amministrazione delle regioni prima e la caduta del governo poi per gestire queste ingenti risorse utilizzando i vecchi schemi, dirigere verso le regioni settentrionali la percentuale più consistente delle risorse lasciando al centro sud le briciole. Vi è un grave problema morale che va affrontato e risolto altrimenti ogni sforzo sarà vano.  Ogni volta che emergono “verità scomode” tali vergogne vengono attribuite alle solite ignote delle “parti deviate dello Stato” quando tali fatti denunciano invece una realtà sistemica e non sporadici episodi posti in essere da qualche “mela marcia”.

L’ultima puntata di questa squallida rappresentazione è la conclusione della vicenda Palamara, il CSM emetterà una sentenza, ovviamente di condanna, senza un giusto e pubblico processo, così facendo la magistratura si è posta al di sopra della legge: non hanno capito che salvando la faccia condannano i valori della verità e della giustizia  e ciò contribuisce a velocizzare il processo in atto di decadenza dello stato. La magistratura  si rifiuta di fornire ai cittadini delle spiegazioni in merito ad un fatto così destabilizzante e, nel contempo, si autoassolve.

Prendiamo la gestione predatoria della rete autostradale data in concessione a privati a condizioni che ledono vergognosamente gli interessi della collettività ed è costata la vita a degli inermi esseri umani, ogni vita è stata pagata 200.000 euro con l’obbligo di firmare una liberatoria che solleva da ogni responsabilità i gestori; con le privatizzazioni dei beni dello stato sono stati regalati il frutto del duro lavoro dei cittadini al club degli eletti che determinavano e ancor oggi determinano la politica e l’economia nazionale a proprio piacimento tramite i partiti.

Questi predatori hanno usato il denaro pubblico per dislocare le loro imprese all’estero: sfruttando i Paesi poveri, utilizzando il lavoro minorile e anche gli schiavi che  gli fornisce la Cina hanno accresciuto il loro profitto dando in cambio se non pochi dollari al mese per la sopravvivenza dei loro assoggettati e, di riflesso, lasciandoci in eredità l’aumento del debito pubblico e la soppressione senza preavviso di moltissimi posti di lavoro spacciando la pirateria per libero mercato. L’ex ILVA lasciata andare in malora per puro profitto veniva ceduta al gruppo franco-indiano che voleva togliersi dai piedi un concorrete. Chi ha trattato per conto dello Stato? I rappresentanti del popolo italiano hanno firmato il contratto e il parlamento lo ha ratificato. Taranto finirà come Bagnoli se non si interverrà con un radicale risanamento ambientale e la graduale decarbonizzazione degli impianti individuando fonti energetiche alternative per rendere possibile la continuità produttiva. In Italia è ora che si intervenga per rimuovere le cause non per curare gli effetti con i pannicelli caldi.

Mai come in questi giorni è ritornata di moda la Costituzione in maniera a dir poco impropria: con una pandemia in corso hanno accusato il governo di attentare alla libertà personale perché ha deliberato una serie di norme comportamentali per tutelare la salute pubblica. Quando è stato messo in quarantena l’intero territorio nazionale non solo per proteggere le fasce più deboli ma l’intera popolazione immediatamente i parolai hanno lanciato l’allarme che, a colpi di decreti legge, il governo poteva instaurare un regime totalitario (radicali in testa). Questi paladini della libertà hanno criticato strumentalmente la strategia adottata dal potere centrale senza considerare la straordinarietà dell’evento e i comportamenti sconsiderati, dettati dal puro egoismo dei settori economici-imprenditoriali  e politici del nord che hanno prodotto l’espandersi del contagio soprattutto nelle fasce meno abbienti e fragili dei loro cittadini.

Altro motivo di “guerra santa”è la riduzione del numero dei parlamentari: questo è un falso problema, non è il numero ma la qualità delle persone che non sono all’altezza del loro compito istituzionale perché facenti parte delle scuderie dei partiti. Il vero problema sono i partiti politici che hanno perduto la loro funzione politico-sociale trasformandosi in veri e propri comitati d’affari imponendo all’elettorato i loro rappresentanti: in questo gioco i cittadini sono solo delle tragiche comparse.

Un altro fenomeno che denuncia lo sfascio dello stato è l’autonomia richiesta dalle regione settentrionali che non rispetta il sano principio del federalismo ma una pericolosa scissione che tende a conquistare anche il potere centrale per sviluppare a proprio comodo le politiche economiche e territoriali utilizzando le risorse economiche disponibili a scapito del centro sud del paese. Conte è odiato perché impedisce tale deviazione e sta redistribuendo i cospicui finanziamenti europei in maniera più equa, ma se subentrerà il clientelismo e l'inquinamento mafioso dell’economia sana del paese sarà veramente la fine e questo dipenderà da noi cittadini che dobbiamo essere presenti e vigilanti nella vita pubblica locale. L’essere umano deve ritornare il centro della politica, dell’economia, della cultura, di una società veramente democratica tenendo presente che la perfezione non si raggiungerà sul piano fisico ma sul piano spirituale e ciò comporta la fatica di un rinnovamento interiore condizione necessaria per promuovere concretamente un reale ed equo progresso del paese.

Affido alle parole di Adriano Olivetti, tratte da “Democrazia senza partiti” pubblicato nel 1949,  la conclusione di questo articolo: “L’Italia procede ancora nel compromesso, nei vecchi sistemi del trasformismo politico, del potere burocratico, delle grandi promesse, dei grandi piani e delle modeste realizzazioni. Riconosciamo francamente una mancanza di idee, una carenza di uomini, una crisi dei partiti. (…) Gli uomini cercano, nella vita pratica, realtà ideali concrete che comprendano i loro bisogni e le loro esigenze. Oggi i partiti si sono limitati a formule vaste ed imprecise, da cui nulla si può logicamente e chiaramente dedurre. (…) Nella vita dei partiti oggi di concreto c’è solo un circolo pernicioso per cui gli uomini rovinano i partiti e, i partiti non aiutano il progresso degli uomini”.