Questo, in conclusione, il quesito posto al ministro degli Esteri Luigi Di Maio durante il "question time" di mercoledì 14 luglio dal deputato Osvaldo Napoli con la sua interrogazione n. 3-02396:

"Lei non ritiene che sia il caso di sospendere i finanziamenti alla Libia, in attesa di un chiarimento del quadro politico in quel Paese?"

Questa è stata la risposta del ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Luigi Di Maio.

"Grazie, signor Presidente e grazie al deputato interrogante. L'episodio del 30 giugno [il tentativo di affondamento di un barcone carico di migranti da parte di una unità della Guardia costiera libica, donata dall'Italia, ndr.] conferma la complessità della gestione del fenomeno migratorio, tema centrale nell'azione politica e diplomatica dell'Italia e centrale anche nel percorso di rafforzamento della collaborazione bilaterale con la Libia, da noi rilanciato a seguito della progressiva normalizzazione politica e di sicurezza nel Paese. In Libia si è avviato un processo di stabilizzazione con l'insediamento di un'autorità unificata transitoria, legittimata dal voto di fiducia del Parlamento, chiamata a condurre il Paese alle elezioni il 24 dicembre di quest'anno. Il rafforzamento delle capacità delle autorità libiche di condurre attività di search and rescue nella propria area di responsabilità, nel rispetto delle normative internazionali, è una delle linee perseguite dal Governo. Si inserisce nel quadro delle iniziative per favorire una gestione più efficace e rispettosa degli standard internazionali dei flussi irregolari da parte delle autorità libiche e per contrastare il traffico di esseri umani; un aspetto su cui l'attenzione del Governo è altissima e lo è anche da parte anche del Governo di unità nazionale.A differenza di quanto riportato, però, il Governo non ha disposto e non disporrà finanziamenti a favore della Guardia costiera libica. Tutte le nostre iniziative di sostegno alle autorità libiche in materia migratoria si ispirano al principio imprescindibile della tutela delle condizioni dei migranti e dei rifugiati presenti nel Paese. L'Italia resta, al momento, l'unico Stato europeo a effettuare evacuazioni dirette dalla Libia e siamo uno dei principali sostenitori dei rimpatri volontari assistiti dal Paese.Nell'ambito del Fondo migrazioni 2021, il Ministero degli Affari esteri ha valorizzato l'azione congiunta con l'Organizzazione internazionale per le migrazioni e l'Alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati. L'obiettivo è non solo quello di potenziare l'offerta e i servizi di base in Libia per i richiedenti asilo e i rifugiati vulnerabili, ma anche di svolgere attività di formazione per la tutela dei diritti umani dei migranti a beneficio di tutti gli enti libici coinvolti nelle operazioni di soccorso in mare.Pur tenendo presente la precarietà delle condizioni politiche e di sicurezza in Libia, continuiamo a dialogare con le stesse autorità per garantire maggiore protezione ai più vulnerabili, accrescere il ruolo delle agenzie delle Nazioni Unite specializzate che operano nel Paese e favorire il progressivo superamento dei centri di detenzione. Vorrei aggiungere, in conclusione, Presidente, che la chiusura dei centri di detenzione è stata espressamente inclusa, anche su ferma richiesta dell'Italia, tra gli impegni adottati dalle autorità libiche e inseriti nelle conclusioni della seconda Conferenza di Berlino, a cui ho preso parte il 23 giugno scorso. L'attenzione del Governo su questi temi è massima; sono stati anche oggetto delle numerose visite istituzionali che, negli ultimi mesi, il Presidente del Consiglio Draghi ed io abbiamo effettuato in Libia, dove mi accingo a tornare nelle prossime settimane".

Un altro ottimo esempio di quella malsana ipocrisia che permette ai politici, in base alla convenienza del momento, di negare la realtà semplicemente facendo finta di intendere fischi per fiaschi e viceversa... tanto non è mica della loro pelle che stanno parlando!