Sopoćko ha voluto meditare il mistero della misericordia nella gloriosa risurrezione di Gesù. Indubbiamente, sin dall’inizio della storia del Cristianesimo il tema della risurrezione è stato oggetto di profonda riflessione da diversi punti di vista, tuttavia esso veniva presentato soprattutto come un mistero di redenzione, di fede e di speranza. Il Nostro, infatti, si era accorto che risultava quasi del tutto assente nella teologia la visione della resurrezione di Gesù come mistero della misericordia, anzi tale visione era rimasta praticamente un campo inesplorato. Per questo Sopoćko negli anni ’60 si era concentrato maggiormente e dedicato alla riflessione sul mistero della misericordia presente nella risurrezione di Gesù[1]. 

 Vale la pena sottolineare che la risurrezione, come fondamento della fede cristiana, occupa il posto centrale del pensiero del beato Michele Sopoćko sulla misericordia. Tanto è vero che, secondo il Nostro, «la risurrezione del Signore Gesù è il coronamento della vita e delle opere del Salvatore del mondo»[2]. Gesù che è veramente risorto dai morti diventa l’ultimo e definitivo compimento della Redenzione[3].

Sopoćko riflettendo sulla risurrezione di Gesù in chiave del tema della misericordia, ha preso in considerazione tutta una serie di “relazioni”: “quella verticale e orizzontale”.  “Quattro relazioni dell’amore misericordioso” e “l’importanza della testimonianza a Cristo risorto”.

 sac. dott. Gregorio Lydek - ks. prof. dr Grzegorz Lydek

 
[1] Vedi M. Sopoćko, Divine Mercy Devotions and Prayers, (ed. 1) s.e., Stockbridge 1961: (ed. 2) s.e., Stogkbridge 1962; Gods is Mercy. Meditations on God’s Most Consoling Attribute, s.e., Stockbridge 1965, London 1965; Domine, miserere nobis! De Christo Salvatore Miserentissimo adorando et de sua misericordia generi humano imploranda, s.e., Oxon 1968; The Mercy of God in his Works, vol. I, s.e.,  Stockbridge 1962, vol. II, s.e., Stockbridge 1968, vol. III, s.e., Stockbridge 1968; Dziennik, q. IV, AZSJM, Myślibórz 1969.
[2] M. Sopoćko, Miłosierdzie Boga w dziełach Jego, vol. II, p. 232.
[3] Cf. Dz., q. IV, pp. 257-259.