Muos di Niscemi, apparato difensivo o strumento di aggressione americana?
Se, come pare oramai cosa certa, il Drone che su ordine del Presidente americano Trump ha ucciso in Iraq il generale iraniano Quassem Soleimani, eroe nella lotta contro l’abominevole Isis, sia partito dalla base di Sigonella in Sicilia e sia stato gestito dal Muos di Niscemi, ecco allora la quadratura del cerchio.
Non soffermiamoci in questo momento sulla condanna del vile attentato, che pure va fatta e con estrema forza, manifestando solidarietà all’Iran ed in generale a tutte le nazioni che lottano contro il mostro Isis.
Vogliamo invece riflettere, ancora una volta, sulla funzione che ha il Muos installato dagli americani a Niscemi, in provincia di Caltanissetta.
Come abbiamo più volte sostenuto, lungi dall’essere un apparato difensivo il Muos è un vero e proprio strumento di aggressione. Non è strumento di difesa perché non sussistono le condizioni generali perché lo sia.
Nessuna minaccia diretta è in atto, né è prevedibile che ci sia in futuro, per la nostra Nazione e per l’Europa più in generale.
La struttura risponde invece alla logica imperialista degli americani che, convinti come sono del loro Destino Manifesto, ritengono di essere i gendarmi del mondo e di poter stabilire, impunemente, la politica internazionale, asservendola ai loro esclusivi interessi.
Ed è pacifico che per ottenere gli obiettivi prefissati non tengono in considerazione gli interessi legittimi delle Nazioni coinvolte. Le quali, supinamente accettano ordini e direttive succubi come sono del peso economico, militare, culturale americano.
Poche voci si alzano a contrastare questo predominio, in Italia il MSFT da sempre avversa l’imperialismo americano, e tra gli Stati quanti hanno osato opporsi all’egemonia USA hanno pagato col sangue la loro linea di condotta. Ricordiamo come intere Nazioni siano scomparsi e come grandi Capi di Stato abbiano pagato con la vita il non volersi piegare alla dittatura USA.
Dicevamo che in Italia il MSFT ha lottato sempre contro l’imperialismo americano e che innumerevoli sono state le iniziative poste in essere a tal proposito.
Vogliamo riportare un nostro scritto del Marzo 2015 con il quale stigmatizzavamo i rapporti di sudditanza della nostra Nazione nei confronti degli Stati Uniti.
…“La domanda è semplice e fin troppo semplice è, ahimè, la risposta.
La domanda: L’Italia è veramente una Colonia americana oppure si tratta solo di uno slogan politico?
La risposta: Sì, siamo veramente una Colonia degli Stati Uniti d’America.
Lo siamo dal punto di vista della cultura, sempre maggiori sono gli usi linguistici ed i riferimenti culturali con la Madre Patria USA; lo siamo per gli stili di vita, basta guardare cosa ci propinano continuamente i Media; lo siamo per le risorse economiche e finanziarie, basta vedere la grave crisi che abbiamo subito nell’ultimo periodo, crisi determinata dalla finanza internazionale e non certo da fattori produttivi; lo siamo per il mancato potere decisionale sul territorio dello Stato italiano.
Tutto ciò perdura dalla fine della II Guerra Mondiale. Con rarissime eccezioni.
Ricordiamo il sussulto d’orgoglio di Bettino Craxi, quando, essendo egli Capo del Governo, decise di opporsi alla cattura del Commando Palestinese atterrato nell’aeroporto di Sigonella.
In quell’occasione gli yankee dovettero fare marcia indietro dal proposito di imporre la loro autorità sulla nostra Nazione. Questo è il solo caso di Orgoglio nazionale che io riesca a ricordare.
Oggi, la spocchia americana si concretizza nel non osservare le disposizioni del TAR di Palermo che ha dichiarato illegittimi le autorizzazioni a procedere dei lavori del costruendo MUOS a Niscemi.
Con un atteggiamento di assoluta presunzione gli americani hanno ripreso, dopo una pausa durata solo alcuni giorni, la costruzione del Mostro di Niscemi, come se nulla fosse.
Tutto ciò in dispregio alle determinazioni del Tribunale italiano che ne inibiva la continuazione.
Il Movimento Sociale Fiamma Tricolore aveva esultato nell’apprendere della decisione del TAR di Palermo, vedeva coronato, con quella sentenza, uno sforzo durato anni, condiviso con altre organizzazioni politiche e non, tutte miranti a impedire la costruzione del MUOS ed a salvaguardare la salute dei siciliani.
Avevamo scritto al Governatore della Regione siciliana, Crocetta, invitandolo ad attivarsi perché la determina del TAR diventasse compiuta con il fermo definitivo delle operazioni di costruzione.
Avevamo scritto al Sindaco di Niscemi complimentandoci per il felice esito della battaglia congiuntamente condotta e che, finalmente, vedeva uno spiraglio di positività soprattutto per i suoi concittadini.
Quanta gioia avevamo espresso in quelle lettere; C’eravamo illusi.
Gli americani, quelli che si credono i padroni del mondo, quelli che possono sganciare impunemente bombe atomiche su inermi città, provocando milioni di morti; quelli che possono creare Stati da nulla e imporli a popolazioni residenti da millenni in quelle terre (Kuwait, Israele); quelli che possono determinare crisi economiche che riducono in povertà interi continenti, questi americani, possono fregarsene della sentenza di un Tribunale italiano e continuare nella costruzione di un mostro che, funzionale solo ai loro interessi strategici, porterà desolazione e morte in terra di Sicilia.
Un moto di rabbia ci assale mentre scriviamo queste note, cresce in noi con la determinazione a non mollare la lotta.
Riprenderemo come e più convinti di prima ad osteggiare la costruzione del MUOS.
Ieri lo abbiamo fatto con manifestazioni nella Piazza principale di Niscemi; a Caltanissetta, avanti la Prefettura; chiedendo e ottenendo che si riunissero Consigli comunali aperti alle cittadinanze in diverse città dell’isola, ed ai quali abbiamo partecipato esplicitando la nostra posizione in merito al MUOS.
Da domani pianificheremo una serie di azioni, ne parleremo nella prossima riunione di Segreteria regionale a Pergusa (EN), volte a continuare con maggiore efficacia l’opposizione alla ripresa dei lavori di completamento del MUOS.
Ma intanto rivolgiamo un appello al Presidente della Repubblica, sia Egli, rappresentante al più alto livello del popolo italiano, ad intervenire perché il prestigio della nostra magistratura, l’autorevolezza delle nostre leggi, la dignità del Popolo italiano non siano derisi dalla tracotanza di una Nazione che NON può permettersi tutto questo.
Sappia trovare, il nostro Presidente, il tempo ed i modi per riaffermare la Sovranità della Nazione Italiana.
Non perdiamo, di fronte al mondo intero, oltre che il diritto all’autodeterminazione, anche quel poco di prestigio internazionale che ancora ci rimane”.
Mario Settineri
Segretario Regionale MSFT