LEI COMUNQUE E’ PAOLA

Questo libro di Paola De Nisco è un’appassionante autobiografia che sembra avere un andamento circolare: parte dalle origini per ritornare alla fine al punto di partenza e trascina piacevolmente il lettore in quest’altalena di ricordi che ruotano intorno alla protagonista. La Storia che ha coinvolto tutti noi in questi ultimi decenni, con i suoi risvolti sociali, civili, politici, si intreccia con le “storie” degli attori della vicenda, riflettendosi nei loro sentimenti, nelle loro azioni, nelle loro reazioni a tutto quello che accade intorno a loro.

L’esperienza di Paola (o comunque della protagonista) viene descritta a trecentosessanta gradi: la parabola dell’amore, un amore intenso, sofferto, spregiudicato, incurante delle regole e dei condizionamenti esterni, sembra essere un po’ il cuore della trama. La figura contrastata e contrastante di Carlo, quella tragica e penosa di Alessandro, i compromessi sentimentali, i tradimenti si alternano al racconto dell’impegno politico e sociale della protagonista, che imbocca non di rado il tunnel dell’incomprensione e della disillusione, come nel passaggio dalla prima alla seconda repubblica che si rivela tutto sommato abbastanza deludente rispetto alle aspettative. Resta alla fine il caparbio desiderio di rivendicare il diritto di scegliere, che comunque è un’arte che si impara con il tempo e con le esperienze, soprattutto quelle negative. E ancora la volontà irrefrenabile di dimostrare, a se stessi più che agli altri, che si è in grado di fare grandi cose, combattendo con tenacia la tentazione di cedere a una “tranquilla disperazione”.

Ma ecco che nella parabola della narrazione si ritorna alle radici e allora le persone, i genitori, i nonni, le cui figure erano state tratteggiate dalla nostra Paola all’inizio, ritornano in primo piano assumendo contorni ben precisi e gettando luce anche sulla vita della protagonista. In particolare, la figura della madre, vittima di una profonda depressione che costringe tra l’altro la stessa figlia a vagare per ritrovare una sistemazione esteriore e un equilibrio interiore, tocca il punto forse più patetico del libro. Ed anche quella della nonna, il cui tenero ricordo si materializza nell’ “orologio magico” lasciato in eredità alla nipote. Non meno interessanti le figure degli uomini che la protagonista ha amato e delle amiche con le quali ha condiviso pensieri, esperienze, tradimenti.

Una curiosa notazione personale, che l’autrice spero mi consentirà: leggendo queste pagine mi andavo a mano a mano accorgendo di essere un po’ l’esatto contrario della protagonista: lei, libera in tutte le sue espressioni, io legato a mille condizionamenti e conformismi in tutti i campi; lei, ribelle dal profondo soprattutto contro le ingiustizie e le discriminazioni; io, remissivo e tollerante fino all’esasperazione; lei, ostile ai compromessi politici e al moderatismo perbenista; io convinto democristiano (ancora oggi); lei, circondata da una famiglia numerosa e abituata a cercarsi da sola un briciolo d’amore; io, figlio unico viziato ed esonerato da ogni e qualsiasi responsabilità. Che dire allora: fare a pugni con Paola? Finirei k.o.!

Ma come non ammirare e apprezzare un libro scritto con tanto cuore, con tanta passione, con tanta abilità narrativa? Non si può fare altro che dire: brava Paola, questa comunque sei proprio tu.