Ha finalmente preso il via, nella notte della Florida, la missione Artemis, realizzata dalla Nasa per riportare l'uomo sulla Luna. 

Il lancio avvenuto nelle prime ore di mercoledì è stato preceduto da due  tentativi, in agosto e settembre, che sono stati interrotti durante il conto alla rovescia a causa di problemi tecnici.

Così, alle 01:47 ora locale (6 le ore di differenza con l'Italia), lo Space Launch System (il razzo vettore) è decollato dal Kennedy Space Center, portando nello spazio la navicella Orion per un test che durerà 3 settimane.

Circa 90 minuti dopo il lancio, lo stadio superiore del razzo ha acceso i propulsori in modo da spingere Orion fuori dall'orbita terrestre in rotta verso la luna per un viaggio di 25 giorni che la porterà a 97 km dalla superficie lunare per poi navigare oltre il nostro satellite per 64mila km prima di tornare sulla Terra.

A bordo di Orion non vi sono essere umani, ma tre manichini - di un uomo e di due donne - dotati di sensori per misurare i livelli di radiazione e altri dati relativi agli stress cui  gli astronauti dovrebbero essere sottoposti .

Tra i test della missione, uno degli obiettivi principali è costituito dal verificare la durata dello scudo termico di Orion durante il rientro quando impatterà con l'atmosfera terrestre ad una velocità di oltre 39mila km/h. Lo scudo termico è progettato per resistere ad una  temperatura esterna massima di 2.760 gradi Celsius.

Orion, in questa missione, metterà anche in orbita un carico di 10 satelliti scientifici miniaturizzati, CubeSat, incluso uno progettato per mappare il numero di depositi di ghiaccio presenti sul polo sud della luna, dove il programma Artemis ha in progetto di far atterrare gli astronauti.

Il nome della missione, Artemis, non è casuale. Infatti, la dea greca della caccia era la sorella gemella di Apollo, il cui nome fu assegnato alle sei missioni che  dal 1969 al 1972 hanno portato Dodici astronauti ad esplorare la superficie lunare. Adesso accadrà nuovamente nel 2025.