L'intesa sul trasporto del grano attraverso il Mar Nero, un anno fa aveva consentito di abbattere drasticamente i prezzi di questa materia prima agricola. La decisione della Russia di non rinnovare questo accordo potrebbe adesso innescare la corsa dei prezzi, provocando una escalation verso una crisi alimentare globale.

Finora, però, il prezzo del grano non ha subito aumenti sensibili. Quello duro viene scambiato poco oltre gli 800 dollari per bushel, mentre quello tenero è sceso a circa 650 dollari per bushel (poche settimane dopo lo scoppio della guerra si era avvicinato a 1200 dollari).

Sul prezzo del grano, comunque, pesa un ulteriore problema: il fattore climatico. Nella prima parte di quest’anno, gran parte dei raccolti sono stati compromessi dalle cattive condizioni meteo in tutta Europa. La USDA ha rivisto al ribasso la produzione globale di grano per la campagna di commercializzazione 2023/24.

In Europa la riduzione della produzione di cereali potrebbe arrivare fino al 60% rispetto al 2022 (dati XTB).

C’è chi pronostica il peggior raccolto dal 2007.

A questo si aggiunge anche il problema della qualità del prodotto, mentre in molte regioni le proiezioni della domanda mondiale sono state riviste al rialzo a causa dell’aumento dei mangimi e dei consumi in Cina.