L’eversione è sempre stato il principale problema politico del nostro Paese: alla fine del conflitto mondiale il fascismo non è stato sradicato per dar vita ad una reale democrazia perché  non faceva comodo agli USA e agli "alleati" che, per questo, hanno pesantemente influenzato le scelte politiche ed economiche del Paese usando strutture occulte e mezzi illeciti. 

Il periodo stragista, i cui mandanti sono sepolti sotto la pietra tombale del segreto di stato, è caratterizzato dalla partecipazione attiva dei servizi segreti, dell'imprenditoria nera, dei politici di centro destra e della massoneria - intesa come strumento occulto di quella politica sporca – ad una strategia basata sulla violenza, sugli omicidi eccellenti, sulle stragi, sui depistaggi, sull’occultamento della verità, sulle ingiustizie. Ma le responsabilità di quelle atrocità risiedono anche oltre i confini nazionali.

Sono passati decenni e qualche spiraglio di luce su quei tragici eventi mostrano l’ambiguità e le forti conflittualità presenti tra i vari centri di potere in seno alle istituzioni. Da quel passato emergono nomi e fatti che delineano una commistione tra gli esecutori materiali dei delitti eccellenti, delle stragi e i servizi segreti, la massoneria, la Confindustria, il potere militare filoatlantico e i governi che si sono succeduti nel corso del secolo scorso ma che, a mio avviso, hanno mantenuto una continuità: quel sistema ha solo cambiato strategia di penetrazione nella vita politica, sociale ed economica del Paese sedando l’aspetto sanguinario e violento accontentandosi di “pascere il gregge” con leggi ingiuste e un violenza silente che colpisce le poche “voci fuori dal coro”, una violenza che non sparge sangue ma annienta il soggetto pensante e pacificamente ribelle alla logica del profitto e dello sfruttamento come condizione “sine qua non” imposto dal sistema parassita dominante.

Un‘affollata e pacifica manifestazione per contestare l’obbligatorietà del Green Pass è stata l’occasione per alcuni esponenti di destra di movimentare la situazione sembra sia stata gestita dalle forze dell’ordine con le quali i capi di Forza Nuova hanno conferito prima di guidare parte del corteo presso la sede del sindacato CGIL di Roma. I capi di Forza Nuova dopo aver commesso una violazione di domicilio entrando illegalmente nella sede del sindacato sono stati arrestati e l’avventura è finita lì.

Attualmente ci sono molte persone che si trovano in difficoltà per il lavoro, imporre un Green Pass è eccessivo e non credo che sia costituzionalmente corretto: il vaccino non elimina il problema del contagio questo è ormai appurato, il vaccinato può essere infettato e a sua volta divenire un veicolo di contagio, ha il vantaggio che gli effetti della malattia sono contenuti per cui non finisce in terapia intensiva. Si vuole ignorare che il virus continua a circolare e ad evolversi. Per fermarlo occorre il distanziamento e usare i presidi di protezione.

I disordini provocati da elementi di Forza Nuova sono il sintomo di ciò che è stato sempre presente nel tessuto sociale italiano e che fa riferimento ai ceti imprenditoriali, ai colletti bianchi, ai militari, agli ambienti cattolici, alle forze dell’ordine dove alberga una mentalità totalitaria che è sopravvissuta alla messa al bando del partito fascista nel ‘45.

Gli italiani il giorno dopo il referendum del 3 giugno del 1946 si sono svegliati democratici e repubblicani ma, nonostante siano passati più di settant’anni e avendo a disposiszione una spendida Costituzione ancora non hanno capito ciò che significa: in realtà siamo rimasti sotto lo stesso padrone che usa  le stesse regole ma termini diversi lasciando inalterata la sostanza delle cose.

Nel 1972, il PM Vittorio Occorsio chiedeva lo scioglimento di Ordine Nuovo in base alla legge Scelba perché di stampo fascista, la ottenne e di conseguenza divenne una “bersaglio mobile” il governo di allora non ci pensò neanche un istate a sciogliere ON con decreto: perché?

Era il 1976 e il giudice Occorsio continuando le sue indagini ricostruì la tela di commistioni tra terrorismo neofascista e apparati del SIFAR e i legami con la loggia massonica P2.  Precedentemente aveva indagato sui due colpi di stato mancati, il Piano Solo e il golpe Borghese e aveva iniziato ad indagare sui legami esistenti tra membri della P2, il terrorismo neofascista, la banda dei marsigliesi e i sequestri di persona in particolare di Alfredo Danesi, Amedeo Ortolani, Fabrizio Andreuzzi, Claudio Francisci arrivando ad una conclusione: “Sono certo che dietro i sequestri ci siano delle organizzazioni massoniche deviate e naturalmente esponenti del mondo politico. Tutto questo rientra nella strategia della tensione: seminare il terrore tra gli italiani per spingerli a chiedere un governo forte, capace di ristabilire l’ordine”.

A mettere il giudice sulle tracce di Gelli era stato nel 1971 Sandro Saccucci un ex ufficiale dei parà vicino a Ordine Nuovo (di cui faceva parte anche Concutelli) che, durante un interrogatorio dopo il suo arresto, gli confidò di essere anche massone. Gli raccontò che un membro della stessa loggia, Felice Franciosi lo incaricò di svolgere un’indagine su eventuali legami tra organizzazioni di estrema destra e di estrema sinistra e concluse, testualmente: “Mi resi conto che uno stesso fenomeno attraversava questi gruppi: c’era un continuo sgretolarsi e riaggregarsi di sigle e di uomini quasi su ispirazione esterna.  Tutto sembrava avvenire secondo piani prestabiliti, come se a muovere le pedine sulla scacchiera dell’eversione fosse una mente superiore e invisibile”.

Il giudice Occorsio fu il primo ad intuire che dietro al terrorismo vi era un chi utilizzava sia i rossi che i neri a seconda della convenienza e della situazione contingente. Quando fece arrestare Bergamelli capo della banda dei marsigliesi questi fece una strana dichiarazione:” Se mi hanno preso vuol dire che qualcuno mi ha scaricato, ma la pagherà cara perché sono protetto da una grande famiglia”. Non era la battuta di un esaltato perché questo malvivente aveva creato un’organizzazione vera propria che si occupava di sequestrare ricche persone come Bulgari, Danesi, Ziaco, Amato, Andreuzzi, D’Alessio; il ricavato dai sequestri veniva riciclato dall’avv. Gian Antonio Minghelli figlio del generale di Pubblica Sicurezza Osvaldo Minghelli: solo nell’81 si verrà a conoscenza che Licio Gelli nel 1975 aveva nominato segretario organizzativo della P2 proprio il generale Minghelli.

Sin dagli anni ’70 la sede della P2 era domiciliata in via Condotti celandosi dietro un “Centro Studi di Storia Contemporanea” nello stesso complesso si trovava la gioielleria Bulgari. Ma di stranezze ce n’erano molte, ad esempio i rapiti erano quasi tutti membri iscritti alla P2, tutti benestanti; pidduista era anche l’avvocato degli arrestati; pidduista era anche il commissario della Mobile Elio Cioppa che arrestò Bergamelli. Chissà se anche Bergamelli appartenesse alla P2, magari registrato in una lista mai trovata. Anche l’assassinio di Bergamelli presenta degli aspetti interessanti: fu ucciso in carcere da Paolo Dongo un malvivente divenuto brigatista del Fronte delle Carceri che faceva capo a Giovanni Senzani – uno strano capo delle Brigate Rosse, consulente del ministero della Giustizia che fu coinvolto nel sequestro Cirillo – forse era a questo che si riferiva Sandro Saccucci parlando delle sigle, rosse o nere, che apparivano e poi scomparivano a lavoro eseguito.

Il giudice Occorsio era andato al cuore del problema del fenomeno eversivo collegando uomini che rappresentavano i vertici delle istituzioni dello Stato al fenomeno eversivo che cambiava colore “alla bisogna”, la sua eliminazione fu decisa quando ottenne un documento importante che provava il collegamento tra il terrorismo e la massoneria, fu ucciso il 10 luglio del 1976 per mano di Pierluigi Concutelli: l’assassino prima di fuggire si appropriava della borsa del giudice che conteneva il fascicolo sui sequestri, vi era un documento che rivelava l’acquisto da parte dell’Organizzazione mondiale per l’assistenza massonica per una cifra di 8 milioni di dollari di un edificio in Roma: la stessa cifra pagata per i riscatti dei rapimenti effettuati dalla banda dei marsigliesi.

Oggi il PD chiede a gran voce che l’attuale governo sciolga con decreto Forza Nuova, come da copione il governo spedisce il pacco indesiderato alla magistratura ma, in questo gioco delle parti, viene ignorato un aspetto fondamentale  che il problema del fascismo in Italia si combatte non solo con i cortei o con lo scioglimento dei gruppi eversivi ma traducendo in buone leggi i principi costituzionali democratici e soprattutto con una partecipazione attiva e cosciente alla vita politica, culturale, economica e sociale da parte di tutti i cittadini ma manca l’elemento essenziale per realizzare un’autentica democrazia: una coscienza civile! Sarebbe il caso di rinunciare a qualche aperitivo e dedicare il tempo a delle sane e istruttive letture riguardanti la storia degli ultimi settant’anni che non viene insegnata nelle scuole italiane.