Nella testimonianza di tutta la Scrittura, secondo Sopoćko, sia dell’Antico come del Nuovo Testamento, la misericordia di Dio è “la proprietà più grande e fondamentale di Dio”, che occupa il primo posto nella “divina autorivelazione storica”. Perciò, il teologo polacco sin dall’inizio dei suoi studi, in una delle sue prime riflessioni teologiche (1941)[1], sostiene che la misericordia non può essere solo un attributo di Dio accanto all’altro, meno che mai un attributo posposto a quelli derivanti dall’essenza divina e quindi trattato solo come una perfezione di Dio secondaria[2]. La Bibbia, infatti, dichiara questa realtà nella lettera ai Romani: 

 «Poiché ciò che si può conoscere di Dio è loro manifesto, Dio stesso l’ha manifestato a loro. Infatti, le sue perfezioni invisibili, ossia la sua eterna potenza e divinità, vengono contemplate e comprese dalla creazione del mondo attraverso le opere da lui compiute. Essi dunque non hanno alcun motivo di scusa» (Rm 1,19-20). «Dio ha racchiuso tutti gli uomini nella disobbedienza per fare a tutti misericordia» (Rm 11,32). 

 Nella citazione appena menzionata, notiamo che «la misericordia è piuttosto il lato visibile ed efficace verso il mondo e verso l’esterno dell’essenza di Dio»[3] - Amore (cf. Gv 4,8-16). Questo lato della misericordia esprime soprattutto: «l’essenza di Dio benignamente disposta verso il mondo, verso gli uomini e storicamente piena di premure per essi»[4]; la sua specifica bontà e il suo specifico amore[5] misericordioso. San Tommaso invece, affermava che «la misericordia è la caritas operativa et effectiva di Dio[6], perciò possiamo definirla la sua perfezione fondamentale»[7].

Sopoćko nell’analisi biblica ha dedicato una particolare attenzione al fatto che nei libri dell’Antico Testamento la misericordia è menzionata come “continuo richiamo”, perciò afferma:

 «Questa parola d’ordine è presente in tutti i libri dell’Antico Testamento, però più spesso  la misericordia si può incontrare nei Salmi, di cui citerò alcuni brani. Nel Salmo 13, Davide si sente del tutto abbandonato ed esprime grande fiducia solo nella misericordia di Dio: Nella tua misericordia ho confidato. Gioisca il mio cuore nella tua salvezza (Sal 13, 6). Nel Salmo 17, il re ispirato supplica il soccorso di Dio contro la crudeltà dei nemici, esprimendo fiducia in Dio misericordioso. Mostrami   i prodigi del tuo amore, tu che salvi dai nemici, chi si affida alla tua destra (Sal 17, 7). Nel Salmo 21, Davide ringrazia della vittoria attribuendola alla fiducia riposta nella misericordia di Dio. Perché il re confida nel Signore, per la fedeltà dell’Altissimo non sarà mai scosso (Sal 21,8). Nel Salmo 31,                           lo stesso autore, davanti ai grandi pericoli che lo minacciano, prega il Signore e fa riferimento anche alla fiducia; ma io ho fede nel Signore. Esulterò di gioia per la tua grazia (Sal 31,7-8)»[8]. 

 Dal testo si evince che il Libro dei Salmi parla del massimo attributo divino più degli altri e nel modo più eloquente. Consideriamo che tra i centocinquanta salmi ben cinquantacinque lodano in modo specifico proprio questa perfezione e, nel Salmo 135, ogni versetto torna come ritornello: «Perché eterna è la sua misericordia» (Sal 135, 1)[9]. Più di quattrocento passi della Bibbia lodano la misericordia, il Libro dei Salmi centotrenta[10]. L’Autore, parlando della Scrittura, non si accontenta della sola parola “misericordioso”, ma offre tutta una serie di sinonimi, come se volesse evidenziare l’incommensurabilità della grande proprietà divina, spostandola più al centro del salmo, e convincere che essa diventa la via sicura per avvicinarsi a Dio e conoscere il suo vero volto[11]. 

Potremo dire che nella Bibbia, i termini “misericordia” e “compassione” vengono interscambiati, entrambi descrivono lo stesso attributo (proprietà) di Dio. La nozione misericordia è una “parola fondamentale” della Sacra Scrittura, che in realtà esprime  “il cuore immenso di Dio verso la miseria dell’uomo”. 

Nell’approfondire il tema della misericordia, Sopoćko ha ricercato anche una vasta e profonda riflessione della Chiesa antica in san sant’Ireneo di Lione, Tertulliano[12], san Cirillo di Gerusalemme[13], sant’Ilario di Poitiers[14], san’Atanasio[15]. Infatti, il Nostro è rimasto sorpreso, scoprendo che quei santi sottolineavano la misericordia[16] come “una proprietà particolare di Dio”[17]. 

Tanto è vero che nella Chiesa antica il messaggio della misericordia non rimase senza seguito. Quando sorse il dilemma intorno ai cristiani, che dopo il battesimo si erano macchiati di un peccato grave e che non avevano mantenuto la loro promessa battesimale, perciò doveva essere concessa loro una seconda possibilità di riscatto, assunse un’importanza decisiva proprio l’argomento dell’infinita misericordia di Dio. In base ad essa fu introdotta la prassi penitenziale nella Chiesa antica[18]. 

Don Gregorio - prof. sac. Grzegorz Stanislaw Lydek

[1] Vedi M. Sopoćko, De misericordia Dei, pp. 5-8.
[2] Sfogliando un manuale di dogmatica, nel primo volume troviamo appena una pagina dedicata al tema misericordia, partendo dalla tesi che: “Dio è misericordioso”. La misericordia, però, viene presentata come una delle virtù di Dio, escludendo la possibilità della tristezza o sofferenza in Dio. Solo “la volontà attiva” di Dio vorrebbe togliere la miseria dagli uomini e rivelare il cuore misericordioso di Dio: «misericors dicitur aliquis quasi habens miserum cor»: M. Sieniatycki, Zarys dogmatyki katolickiej. O Bogu Jednym  i Trójosobowym [Dogmatica cattolica. Dio uno e Trino], vol. I, Drukarnia Fr. Zemanka, Kraków 1933, p. 200. Nel secondo, invece, sotto il titolo “la questione della provvidenza divina e il male nel mondo”, troviamo soltanto un accenno alla bontà di Dio collegata al tema della provvidenza tratto dalla dottrina di san Tommaso D’Aqiuno (S.Th., 1. q. 22. a. 2. ad 2.). Nel discorso sul peccato, leggiamo: «Dio non vuole il male morale, però permette il male. Il peccato diventa per Dio un’occasione di dimostrazione delle perfezioni come: giustizia, bontà, misericordia (…)»: ibidem, p. 36. Lo stesso autore, però, in un altro manuale stampato in Polonia intitolato: Apologetica cioè teologia fondamentale, non menziona nemmeno una volta la misericordia. Il testo discute sulla religione, la Rivelazione, la giustizia divina, la santità, i miracoli di Gesù, la Chiesa ed altro: cf. Id., Apologetyka czyli teologia fundamentalna [Aplogetica cioè teologia fondamentale], Drukarnia Fr. Zemanka, Kraków 1932. Nel compendio del manuale dogmatico di Ignacy Różycki intitolato: Dogmatica - il metodo della teologia dogmatica, sulle pagine dell’indice analitico manca la misericordia, leggiamo, però, una mezza pagina sottotitolo La questione dello Spirito Santo, considerato come un’espressione dell’amore personale (amor personalis) del Padre e Figlio: cf. I. Różycki, Dogmatyka - metodologia teologii dogmatycznej [Dogmatica - il metodo della teologia dogmatica], vol. I, Wydawnictwo Mariackie, Kraków 1947, p. 238. In alcuni manuali addirittura non si trova alcun cenno sulla misericordia, come ad esempio nel manuale di Joseph Bautz, Grundzüge der christlichen Apologetik, di Jean Vincent Bainvel, De vera religione et apologetica, di Martino Iugie, Theologia Dogmatica christianorum, di Hermann Dieckmann, De revelatione cristiana, di Emil Dorsch, Institutiones theologiae fundamentalis: cf. I. Bautz, Grundzüge der christlichen Apologetik, s.e., Mainz 1906: I. Bainvel, De vera religione et apologetica, Paris 1914; M. Iugie, Theologia Dogmatica christianorum, s.e., Paris 1926; H. Dieckann, De revelatione cristiana, s.e., Friburgi 1930; F. Dorsch, Institutiones theologiae fundamentalis, s.e., Oeniponte 1930.
[3] W. Kasper, Misericordia, p. 136.
[4] Ibidem.
[5] Ibidem.
[6] S. Th., I, q. 21 a. 3: Misericordia est deo maxime attribuenda: tamen secundum effectum, non secundum passionis affectum: citato in W. Kasper, Misericordia, p. 136.
[7] W. Kasper, Misericordia, p. 136.
[8] Cf. M. Sopoćko, Misericordia Dei confidentibus in Eum,  L. III, AZSJM, Myślibórz 1942, p. 1.
[9] M. Sopoćko, Miłosierdzie Boże, pp. 104-105.
[10] Ibidem, p. 106; Miłosierdzie Boga w dziełach Jego, vol. I, pp. 19-20.
[11] M. Sopoćko, De misericordia Dei, p. 23. Consideriamo che «il Dio dell’Antico Testamento potrebbe sembrare un Dio irascibile e vendicativo, mentre quello del Nuovo Testamento un Dio buono e misericordioso. Effettivamente alcuni testi dell’Antico Testamento potrebbero dare motivo a tale opinione. Essi parlano della cacciata da intere città e dell’uccisione della popolazione pagana, su comando di Dio (Dt 7,21-24;9,3; Gs 6,21; 8,1-29; 1 Sam 15); riportano i salmi di maledizione (soprattutto i Sal 58; 83; 109). Tuttavia, tale visione non corrisponde al processo della progressiva trasformazione critica dell’idea di Dio all’interno dello stesso Antico Testamento e del suo sviluppo intrinseco fino al Nuovo Testamento. In fondo è sempre lo stesso Dio quello a cui tutta la Bibbia rende testimonianza»: W. Kasper, Misericordia,  p. 69.
[12] Vedi M. Sopoćko, Poznajmy Boga w Jego  Miłosierdziu, p. 126. 
[13] Vedi M. Sopoćko, Miłosierdzie Boga w dziełach Jego, vol. I, p. 87.
[14] Vedi M. Sopoćko, Jezus Król Miłosierdzia, pp. 40-41.
[15] Vedi M. Sopoćko, Miłosierdzie Boga w dziełach Jego, vol. I, p. 73: Dz., q. III, p. 200.
[16] Vedi M. Sopoćko, Miłosierdzie Boga w dziełach Jego, vol. III, pp. 219-232; Dz., q. III, p. 180; M. Sopoćko, Jezus Król Miłosierdzia , pp. 182-183.
[17] Cf. M. Sopoćko, Poznajmy Boga w Jego  Miłosierdziu, pp. 188-215.
[18] Terturiano, De paenitentia, 7, Studio Domenicano, Bologna 2011: citato in W. Kasper, Misericordia, pp. 127-128.