Nessun commento dal ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili (quello che una vota era semplicemente il ministero dei Trasporti) alla protesta di tassisti che si è svolta oggi in molte città italiane, a partire da Roma, per stralciare l'articolo 10 dal ddl Concorrenza, che delega al governo l’adozione di un decreto per riformare il settore del trasporto pubblico relativo ai taxi e ai servizi di noleggio con conducente (ncc).

Oltre a non fidarsi di ciò che il Governo autonomamente potrebbe decidere, a sollevare l'ira dei tassisti anche il riferimento nel ddl a un "adeguamento dell’offerta di servizi alle forme di mobilità che si svolgono mediante l’uso di applicazioni web". E visto quanto rilevato dagli "Uber leaks" di alcuni giorni fa, non è da escludere che quel passaggio sia stato suggerito a Draghi dal nuovo ceo di Uber transitato a Palazzo Chigi lo scorso maggio. Inoltre, a dar vigore alla protesta dei tassisti, anche la possibilità di una liberalizzazione del mercato con un progressivo annullamento delle licenze.

Quindi, da ieri alcuni tassisti si sono incatenati davanti a Palazzo Chigi, mentre oggi in migliaia hanno incrociato le braccia in via del Corso...

così come a Napoli, in piazza Plebiscito...

così come a Torino in piazza Vittorio, così come a Milano...