Dacia Maraini, il populismo secondo una pasdaran del Pensiero Unico
Non passa giorno che il Corriere della Sera non pubblichi i suoi editoriali per indottrinare il lettore sui concetti della politica dominante: il Pensiero Unico.
Ultimamente è stata Dacia Maraini, con l'articolo dal titolo "Perché il populismo non è la soluzione", a farsi carico di questa educazione ideologica.
La scrittrice ci ricorda la definizione di populismo, secondo la Treccani, «atteggiamento ideologico che, esalta in modo demagogico e velleitario il popolo come depositario di valori totalmente positivi» non mancando di aggiungere una nota sul peronismo.
Si dimentica però, di avvalorare che il termine " populismo " viene utilizzato per definire in senso negativo, tutti quegli atteggiamenti che sono contrari all'egemonia del pensiero dominante.
Sei contro la globalizzazione? Sei un populista. Sei contro l'Unione Europea? Sei un populista. Sei contro l'Euro? Sei un populista. Sei contro l'esodo dall'Africa? Sei un populista e in questo caso, sei anche un razzista.
Dacia Maraini disquisisce sulle varie attribuzioni di popolo: "una parte disagiata dei cittadini di un Paese", "il popolo degli immigrati", "il popolo degli anziani soli" ecc.ecc..
Per arrivare a dire che nella purezza e nella genuinità del popolo si annidano i mafiosi, gli imbroglioni, i violentatori, chi non paga le tasse, ecc. ecc..
"E chi distingue fra i buoni e cattivi cittadini, se eliminiamo il filtro della politica, ovvero di una selezione democratica dei rappresentanti di una nazione?" aggiunge la scrittrice fiorentina, e concludendo " Ma veramente crediamo che la soluzione stia nel cancellare la democrazia della rappresentanza per sostituirla con quella di un rapporto demagogico fra masse e capo carismatico?"
Nessuno pensa che il popolo sia un modello di virtù. Ma neanche i politici e il "capo carismatico" lo sono.
Ma di certo, quello di cui abbiamo assistito negli ultimi anni, è il furto sistematico da parte dei politici della volontà del popolo. Furto che è avvenuto tramite campagne basate sulla manipolazione dell'informazione (un informazione sempre più asservita al Potere), abusando di promesse non mantenute, mandati traditi e o disattesi.
Credo che il popolo, per poter crescere, debba decidere del proprio destino, senza filtri. Perché un popolo si responsabilizza imparando a decidere direttamente sui temi della vita del proprio paese.
La decisione di far parte dell'Unione Europea (una istituzione antidemocratica voluta da quelli che Dacia Maraini chiama capi carismatici) , non può essere delegata a questa o quella lobby politica. Anche il diritto all'autodeterminazione deve essere una facoltà di scelta da parte del popolo.
La Svizzera è un esempio di democrazia diretta in cui il cittadino è chiamato, tramite l'istituto del referendum, ad esprimersi sul mantenimento o meno di una legge. I cittadini scelgono quello che è meglio per la vita della propria comunità.
In Svizzera non esiste il Matteo Renzi di turno (capo carismatico?) che fa e disfa come vuole, anche quello di raccontare alla gente scenari e futuri mirabolanti . La società liquida e disgregata, come quella di oggi, alla quale si riferisce Dacia Maraini, è dovuta proprio a quelli che la scrittrice definisce i filtri della politica, la cosiddetta "selezione democratica dei rappresentanti di una nazione".
Be' io sono stanco di questi filtri, di questa selezione democratica, sono quarant' anni che voto e vedo che questi politici hanno spesso, nei migliori dei casi, emanato leggi inutili, di norma leggi con lo scopo di favorire gli interessi dei soliti noti. Questi politici si sono, direttamente o indirettamente, fregati i quattrini di quel popolo che la nostra scrittrice di Fiesole tanto disprezza.
E ora che le casse sono vuote, ci stanno scippando le pensioni, la sanità, il futuro, già che ci hanno scippato quei pochi risparmi che avevamo, grazie a leggi volute dai "filtri" come Matteo Renzi e come la UE.
Spero che Dacia Maraini, devolva il denaro percepito per aver scritto questo articolo, a qualche italiano populista, disoccupato, in cassa integrazione o comunque che ne abbia bisogno. Almeno questo Suo articolo avrà un perché.