A gennaio, le vendite verso i paesi extra Ue hanno sostenuto una modesta crescita congiunturale, in particolare per i beni intermedi e i beni di consumo non durevoli, per quanto riguarda le esportazioni (+0,2%) e una flessione ben marcata per le importazioni (-3,2%). L'aumento su base mensile dell'export è dovuto all'incremento moderato delle vendite verso l'area extra Ue (+0,8%), mentre le esportazioni verso l'area Ue sono in lieve diminuzione (-0,4%).


Su base trimestrale, periodo di riferimento novembre 2022-gennaio 2023, rispetto al precedente l'export cresce del +2,9%, l'import diminuisce del -7,7%.


Su base tendenziale, la crescita dell'export in valore (+15,3%) accelera e supera quella dell'import per il secondo mese consecutivo! La crescita dell'export in valore è più sostenuta verso i mercati extra Ue (+20,5%) rispetto all'area Ue (+11,3%). In volume, la crescita si attesta ad un +2,4%.

L'import registra un incremento tendenziale dell'8,4% in valore – sintesi di un aumento del 17,2% per l'area Ue e di una contenuta flessione per quella extra Ue (-0,7%) – ed è pressoché stazionario in volume (+0,3%).

Tra i settori che contribuiscono maggiormente all'aumento tendenziale dell'export si segnalano: articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (+53,9%), macchinari e apparecchi n.c.a. (+19,8%) e prodotti alimentari, bevande e tabacco (+17,6%).

Su base annua, i paesi che forniscono i contributi maggiori all'incremento dell'export sono: Cina (+137,5%), Francia (+17,1%), Germania (+6,1%), Turchia (+48,2%), Svizzera (+14,4%) e Regno Unito (+16,0%). Le esportazioni verso il Giappone diminuiscono del 13,8%.


A gennaio 2023 il saldo commerciale è negativo e pari a -4.194 milioni di euro (-6.520 milioni a gennaio 2022). Il deficit energetico (-7.760 milioni) è di poco superiore rispetto a un anno prima (-7.615 milioni), mentre l'avanzo nell'interscambio di prodotti non energetici aumenta da 1.095 milioni di gennaio 2022 a 3.566 milioni di gennaio 2023.


Nel mese di gennaio 2023 i prezzi all'importazione diminuiscono del 3,5% su base mensile e aumentano del 4,6% su base annua (era +11,3% a dicembre 2022).


Purtroppo, il deficit energetico rimane ampio. Ma c'è una buona notizia: l'avanzo nell'interscambio dei prodotti non energetici aumenta rispetto all'anno precedente. E parlando di import, il calo su base mensile - il quinto consecutivo - è principalmente dovuto alla contrazione degli acquisti di energia, ma i prezzi del gas naturale allo stato gassoso stanno favorendo questa tendenza.

Per quanto riguarda i prezzi, la flessione congiunturale all'import è stata la più ampia dal 2005, ma questa è principalmente dovuta ai ribassi dei prezzi dei prodotti energetici. Escludendo questi ultimi, la flessione congiunturale è modesta (-0,1%) e la crescita tendenziale più sostenuta (+5,8%).