Mi chiedo, sempre più perplesso, se la realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina, specialmente in questo periodo, possa considerarsi una priorità per l'Italia oppure un ticket da pagare in quanto la sua realizzazione era tra i punti della propaganda del centrodestra alle ultime elezioni.
Insomma, c'è un'Italia in crisi, con montagne che franano, case di terremotati che ancora devono essere ricostruite, ponti da riparare, un territorio da mettere in sicurezza... e la priorità sarebbe costruire il ponte sullo Stretto?
Non so da quale mente vengano partoriti questi aborti, certamente credo che il genere umano dalla pandemia e dalla guerra stia continuando a non capire nulla delle lezioni finora ricevute.
La mia posizione è che la costruzione di quel ponte sia semplicemente una follia, inopportuna in questo contesto socio economico.
Nonostante ciò, dopo le centinaia di milioni buttati al vento per la progettazione di quel ponte nella versione - adesso a quanto pare abbandonata - ad una campata, nell'ultima bozza della legge di bilancio si registra la riattivazione della società Ponte Stretto Spa e la possibilità di Rfi e Anas di aumento di capitale fino a 50 milioni complessivi per frane parte.