Il Fatto Quotidiano continua ad insistere sulla vicenda Rolex, gli orologi che sono stati all'origine di una rissa al termine della visita di Stato fatta da Renzi in Arabia Saudita alla fine dello scorso anno.
Stavolta, a confermare cosa sia realmente accaduto, è un testimone che, assicura Carlo Tecce autore dell'intervista, Il Fatto ha verificato esser stato realmente tra i partecipanti a quella missione in Arabia. In più, il testimone ha mostrato il Rolex ricevuto in regalo.

I fatti. Alla fine della cena, nel palazzo reale di Ryad si è verificato un "parapiglia" tra gli addetti al cerimoniale e il personale di scorta. Questi ultimi hanno iniziato a litigare con i dipendenti del cerimoniale sulla qualità ed il pregio dei regali ricevuti, fin quasi ad arrivare ad usare le mani. Solo dopo essersi accorti che i sauditi stavano assistendo alla scena, la litigata è terminata.
Il giorno dopo, chi era rimasto scontento si è lamentato con Matteo Renzi che "ha deciso di volere per sé tutti i regali senza specificare i motivi". Gli orologi, non è chiaro quanti e neppure chi fossero i beneficiari visto che i sauditi li hanno regalati a tutti (compresi giornalisti e cineoperatori), sono stati presi in consegna dal capo del cerimoniale Ilvo Saponara, senza però che venisse rilasciata alcuna ricevuta che documentasse la restituzione.

A questo punto i problemi sono due. Il primo è che questi orologi non sono stati depositati al Diprus, il dipartimento di Palazzo Chigi che gestisce la sala dei doni di Stato, che non sa niente della vicenda. Il secondo è Matteo Renzi che in più occasioni ufficiali è stato fotografato con al polso un rolex di cui non è data sapere la provenienza, nonostante le domande de Il Fatto.
Da non dimenticare che esiste, da tempo, una direttiva che impedisce ai rappresentanti dello Stato di ricevere doni con un valore superiore a 150 euro.