Per il generale Vannacci, nonostante 10 mesi di governo Meloni, l'Italia è ancora un Paese al contrario
"Cari omosessuali, normali non lo siete, fatevene una ragione!""Il femminismo ha distrutto la famiglia e la società.""L'ambientalismo è una religione pagana che vuole fermare il progresso.""I migranti sono clandestini che invadono il nostro Paese."
Queste alcune delle inappellabili affermazioni scritte dallo spezzino Roberto Vannacci, 55enne generale dell'Esercito italiano comandante della Task Force 45 in Afghanistan e attuale direttore dell'Istituto geografico militare, nella sua recente opera letteraria titolata "Il mondo al contrario", da lui auto-pubblicata da poco più di una settimana.
Nelle 373 pagine del libro, acquistabile per poco meno di 20 euro (Iva inclusa!), il generale Vannacci, come dichiara lui stesso nella presentazione,
"vuole provocatoriamente rappresentare lo stato d'animo di tutti quelli che, come me, percepiscono negli accadimenti di tutti i giorni una dissonante e fastidiosa tendenza generale che si discosta ampiamente da quello che percepiamo come sentire comune, come logica e razionalità. “Cosa c'è di strano? Capita a tutti, e spesso” – direte voi. Ma la circostanza anomala è rappresentata dal fatto che questo sgradevole sentimento di inadeguatezza non si limita al verificarsi di eventi specifici e circoscritti della nostra vita, a fatti risonanti per quanto limitati, ma pervade la nostra esistenza sino a farci sentire fuori posto, fuori luogo ed anche fuori tempo. Alieni che vagheggiano nel presente avendo l'impressione di non poterne modificare la quotidianità e che vivono in un ambiente governato da abitudini, leggi e principi ben diversi da quelli a cui eravamo abituati.Basta aprire quella serratura di sicurezza a cinque mandate che una minoranza di delinquenti ci ha imposto di montare sul nostro portone di casa per inoltrarci in una città in cui un'altra minoranza di maleducati graffitari imbratta muri e monumenti, sperando poi di non incappare in una manifestazione di un'ulteriore minoranza che, per lottare contro una vaticinata apocalisse climatica e contro i provvedimenti già presi e stabiliti dalla maggioranza, blocca il traffico e crea disagio all'intera collettività. I dibattiti non parlano che di diritti, soprattutto delle minoranze: di chi asserisce di non trovare lavoro, e deve essere mantenuto dalla moltitudine che il lavoro si è data da fare per trovarlo; di chi non può biologicamente avere figli, ma li pretende; di chi non ha una casa, e allora la occupa abusivamente; di chi ruba nella metropolitana, ma rivendica il diritto alla privacy".
E tutto questo dopo quasi un anno che i (post) fascisti sono tornati al potere! Praticamente, più che un atto di denuncia nei confronti della società quello di Vannacci ha finito per essere un atto di denuncia contro il governo Meloni... nonostante tutto l'impegno finora prodotto nel licenziare provvedimenti contro minoranze, diritti, poveri e buon senso!
Praticamente un ingrato deve aver pensato il fratello d'Italia e ministro della Difesa, il patriota Guido Crosetto, che, via social, ha condannato libro e autore con queste parole:
"Non utilizzate le farneticazioni personali di un Generale in servizio per polemizzare con la Difesa e le Forze Armate. Il generale Vannacci ha espresso opinioni che screditano l'Esercito, la Difesa e la Costituzione. Per questo sarà avviato dalla Difesa l'esame disciplinare previsto".
Ma anche i suoi camerati, ma forse è meglio definirli commilitoni, non hanno gradito - almeno di facciata - e di rimando alle parole del ministro hanno dichiarato in una nota che
"in merito alla notizia pubblicata oggi su alcuni organi di stampa, relativa al contenuto del libro autoprodotto dal Generale di Divisione Roberto Vannacci, la Forza Armata prende le distanze dalle considerazioni del tutto personali (come precisato nel testo) espresse dall'Ufficiale.Si precisa che l'Esercito non era a conoscenza dei contenuti espressi in esso e che gli stessi non erano mai stati sottoposti ad alcuna autorizzazione e valutazione da parte dei vertici militari. In tal senso l'Esercito si riserva l'adozione di ogni eventuale provvedimento utile a tutelare la propria immagine".
Ovviamente, anche dalle opposizioni sono arrivate parole di indignazione e reprimenda. Come esempio si riporta quanto detto da Alessandro Zan del partito Democratico:
"È grave e allarmante che un generale dell'esercito in carica pubblichi un saggio politico, tanto più intriso di idee antidemocratiche, razziste, omofobe e misogine, in palese contrasto con la Costituzione. Serve un intervento urgente dello Stato Maggiore della Difesa per tutelare la credibilità e l'onorabilità delle nostre forze armate impegnate quotidianamente in Italia e all'estero per difendere i valori costituzionali, che Vannacci con le sue parole ha infangato".
Sicuramente, però, il libro sarà un successone e a breve, come funghi, sputeranno politici/opinionisti, opinionisti/politici e giornalisti/propagandisti che si stracceranno le visti per dichiarare e dimostrare che il generale Vannacci ha ragione e va considerato un martire.
Così va il mondo nell'anno I dell'era (post) fascista.